Le Collezioni Egittologiche dell’Università di Pisa sono varie e tutte ricchissime. Il museo è nato grazie alle raccolte di studiosi e alle donazioni di personaggi illustri che si sono distinti per la propria opera di ricerca in campo archeologico ed etnografico.
La collezione Schiff Giorgini è legata alla personalità di Michela Schiff Giorgini, non archeologa di professione, ma tanto appassionata da recarsi in campagne di scavo in Sudan e da ottenere una laurea honoris causa. Le sue esplorazioni metodiche hanno portato a Pisa circa 400 pezzi provenienti in particolare dal tempio di Amenofi III e da alcune necropoli; tra questi: statue, utensili, gioielli e avori.
La collezione Picozzi, invece, ha un nesso con la spedizione in Egitto e in Nubia voluta nell’Ottocento da Leopoldo II. Di questo gruppo sono interessanti i cimeli cosiddetti “roselliniani”, come alcune pagine che intendevano illustrare la storia e i monumenti dell’Egitto. Meritevole anche la collezione ottenuta grazie alla donazione di Monica Benvenuti, che ha fatto confluire nel museo alcuni strumenti in bronzo appartenuti a dei sovrani.
Molto importante è indubbiamente l’insieme degli ostraka di Ossirinco, dei frammenti di terracotta con incisioni che raccontano gli scambi commerciali intercorsi tra Ossirinco e l’Oasi di Baharia.
A completare il nutrito assortimento del piccolo ma significativo museo, infine, pezzi provenienti da collezioni varie che contano steli di epoca tolemaica, bronzetti, utensili come bicchieri, gioielli e amuleti. Non meno importante è l’archivio Breccia, che, unendo gli scritti dell’esimio archeologo, costituisce una dettagliata narrazione su scoperte di rilievo avvenute nella Valle del Nilo.
Informazioni sull'accessibilità: egitto.sma.unipi.it