Il Pavimento del Duomo di Siena, è un’opera d’arte unica al mondo, un tappeto marmoreo a cui hanno lavorato dal Trecento all’Ottocento grandi artisti senesi e non solo.
Il Vasari lo definì il pavimento più “grande e magnifico” che fosse mai esistito e non è difficile capire il perché: ognuno dei 56 riquadri, chiamati “tarsie”, è stato disegnato dai maestri del Rinascimento, copiato dai marmisti e lavorato dagli scalpellini negli splendidi marmi locali, da quello grigio della Montagnola senese al prezioso broccatello giallo.
Le tre navate sono dedicate agli episodi e ai personaggi della cultura umanista greca e romana che hanno profetizzato l’avvento del Salvatore, come Ermete Trismegisto, precursore dei profeti, mentre la Madonna e Cristo si rivelano solo ai piedi dell’altare e sotto la Cupola si trovano le storie dell’Antico Testamento: splendida e quasi avveniristica la tarsia dedicata al sacrificio di Isacco disegnata da Domenico Beccafumi, con un’attenzione particolare al paesaggio, dove spiccano animali e alberi contorti.
Il Pinturicchio è l'autore di uno dei riquadri più belli, il Monte della Sapienza, che raffigura simbolicamente la strada verso la virtù con una splendida raffigurazione della Fortuna, angelica donna che governa il destino degli uomini e ha le sembianze simili alla Venere del Botticelli.
Bellissime anche le tarsie della Strage degli Innocenti di Matteo di Giovanni, con i marmi colorati che creano un effetto di chiaro-scuro, e la Storia di Giuditta, con scene di battaglia che ricordano i quadri di Paolo Uccello, ma anche il Mosé che fa scaturire l’acqua dalla rupe di Horeb di Beccafumi.
Il Pavimento, solitamente coperto per due terzi con dei panni speciali che lo proteggono dall’usura del tempo e dal calpestio dei visitatori, viene scoperto e diventa interamente visibile per alcuni mesi dell'anno, nel periodo giugno - luglio e poi ancora dalla metà di agosto, dopo il Palio dell’Assunta, fino a fine ottobre.
Informazioni sull'accessibilità: operaduomo.siena.it