Con i 934 m di altitudine di Poggio all'Aia, Monte Morello è l’unico rilievo assimilabile ad una montagna nell’ampia conca del territorio fiorentino, tra i comuni di Sesto, Calenzano e Vaglia.
Conosciuto dai Romani come Mons Maurillus, lo ritroviamo con questa stessa denominazione in un documento di epoca longobarda del 790, di cui però non sappiamo l’origine: potrebbe essere il nome di un antico proprietario terriero della zona, oppure un’indicazione del fatto che in passato fosse ricco di abeti secolari.
Oggi le sue pendici sono ricche di querce, castagni, pini neri, cipressi e abeti bianchi, che ospitano una variegata fauna selvatica con numerosi cinghiali, cervi e lupi. Per la sua importanza ambientalistica e paesaggistica è infatti un’area di interesse regionale.
Molto particolare è la sua forma che presenta tre cime di diverse altitudini (Poggio all’Aia 934 m, Poggio Casaccia 921 m e Poggio Cornacchiaia 896 m), da cui si godono splendide vedute sulla piana fiorentina e pratese, ma anche sul vicino Mugello e sull’Appennino Tosco-Romagnolo. La migliore vista panoramica è probabilmente quella che si gode dalla vetta di Poggio Casaccia che dà verso Firenze e che nelle giornate limpide permette di scorgere la grande Cupola del Duomo.
È una destinazione molto popolare per gli amanti del trekking e del ciclismo, grazie ai tanti sentieri segnalati adatti a tutti i livelli di preparazione fisica. In più, è una meta molto gettonata in estate per chi va alla ricerca di un po’ di fresco e di relax non lontano dalla città.
Per i più piccoli sono presenti due sentieri indicati con i colori rosso e blu dove il CAI di Sesto Fiorentino ha installato 20 pannelli che raccontano con semplicità gli animali e le piante presenti nel territorio, un po’ di storia e qualche curiosità. Il percorso rosso, quello più facile, è dedicato agli animali presenti su Monte Morello, mentre percorrendo l'itinerario blu i ragazzi possono scoprire i segreti della “montagna sestese”.
Il territorio di Monte Morello è ricco anche di numerosi luoghi di interesse, legati alla sua millenaria storia come la Pieve di Sant’Andrea a Cercina, piccola chiesa romanica custode di pregevoli opere d’arte e di una venerata statua lignea raffigurante una Madonna col Bambino. Alcune lapidi invece ci ricordano la storia più recente, quando durante la Seconda Guerra Mondiale fu teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti.