Il santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza si trova a Pancole, a cinque chilometri da San Gimignano. Nello stesso luogo dove ora sorge la chiesa c’era un’edicola sulla quale, verso la fine del ‘400, Pier Francesco Fiorentino aveva affrescato una Vergine che allatta il Bambino. L’edicola venne poi trascurata nel corso degli anni fino ad essere ricoperta di rovi.
Secondo la leggenda, è il 1668 quando Bartolomea Ghini, una pastorella muta dalla nascita, triste per la propria condizione di povertà, scoppiò in lacrime mentre portava il gregge al pascolo. Le apparve una bella signora che le chiese il motivo di tanta tristezza. Quando Bartolomea, miracolosamente, rispose, la signora la rassicurò dicendole di andare a casa poiché lì avrebbe trovato la dispensa piena di pane, l’oliera colma e le botti gonfie di vino. Bartolomea, rendendosi conto di aver parlato, scappò a casa chiamando i genitori, stupefatti di sentire la figlia parlare e di vedere la dispensa piena. Tutti i paesani andarono al pascolo dove la bambina diceva di aver visto la misteriosa signora ma trovarono soltanto un cumulo di rovi. Qui, tuttavia, scoprirono l’edicola con l’immagine che, secondo Bartolomea, ritraeva proprio la signora che aveva incontrato. Durante la rimozione dei rovi l’icona fu graffiata da una roncola e il segno è tuttora visibile.
Queste notizie attirarono una moltitudine di pellegrini che portarono offerte e materiale per la costruzione di una chiesa che custodisse l’immagine. In appena due anni l’edificio venne eretto e poi consacrato (1670). Nel 1944, in seguito a un attacco della Germania nazista, l'edificio venne quasi completamente distrutto: l’unica parte rimasta integra era quella dell’altare in cui si trova l’immagine sacra. Il piccolo tempio fu ricostruito sulla falsariga del precedente e il Santuario venne riconsacrato il 19 ottobre 1949.
Oltre all’opera di Pier Francesco Fiorentino, all’interno si conservano due sculture lignee policrome del XVII secolo raffiguranti Santa Giulitta con il figlioletto Quirico e San Geminiano, entrambe provenienti dalla chiesa di San Quirico. Sono conservati anche centinaia di ex voto.