La facciata in stile neoclassico, con il timpano triangolare e il porticato, si impone tra i palazzi del centro di Livorno. Il Teatro Goldoni, nonostante i numerosi bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale, è riuscito a risorgere come il più grande spazio teatrale presente in città.
La sua storia affonda nell’Ottocento, esattamente nel 1842, quando gli impresari Francesco e Alessandro Caporali decisero di “erigere un nuovo e straordinario Teatro”. Per quattro anni i lavori continuarono senza sosta e nel 1847 fu inaugurato come “Imperiale e Regio Teatro Leopoldo” in onore del Granduca Pietro Leopoldo II di Lorena.
In pochi anni passò di proprietà in proprietà, avviando lavori di restauro e cambiando denominazione, fino a Regio Teatro Goldoni nel 1860. Il nome, che poi si è portato pressoché invariato fino ai giorni nostri, è un omaggio a Carlo Goldoni, il commediografo, scrittore e librettista che proprio a Livorno ambientò la trilogia “Le smanie per la villeggiatura”. Questo teatro è ricco di storia: infatti, nacque qui il Partito Comunista Italiano grazie al Congresso del Partito Socialista che si tenne nel 1921.
Dopo un restauro molto impegnativo, il 2004 è la rinascita del Teatro Goldoni: alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, venne messa in scena la rappresentazione della Cavalleria Rusticana, la celebre opera del compositore livornese Pietro Mascagni. E, da quel momento, la vasta sala di forma ellittica e i suggestivi 115 palchetti sono tornati a vivere con numerose produzioni, programmi ricchi di spettacoli ed eventi di formazione. Non solo, all’interno del teatro è possibile ammirare un percorso espositivo permanente dedicato a Pietro Mascagni, in cui si trovano alcuni dei cimeli di sua proprietà.