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Arcidosso
Photo © Alexandre Kupac
Photo © Alexandre Kupac

Arcidosso

Uno dei più caratteristici borghi dell'Amiata, tra chiese, opere d'arte e l'imponente Rocca Aldobrandesca

Arcidosso è uno dei borghi più suggestivi del Monte Amiata. Imponente e caratteristico, la parte più antica del paese è caratterizzata dalla presenza della Rocca Aldobrandesca che svetta in cima al borgo. 

Il nome Arcidosso viene ritrovato per la prima volta in un documento dell’860 ed era relativo ad alcune case e poderi di proprietà dell’Abbazia di San Salvatore. Il suo nome deriva probabilmente dal nome latino Arx e Dossum, Fortezza sul dosso.

Cenni storici

Recenti studi archeologici hanno stabilito che, quando intorno al 1100 gli Aldobrandeschi decisero di costruire la torre maestra, la rocca possedeva di già un palazzo in pietra di due piani fatto edificare molto probabilmente dal Marchese Ugo di Toscana tra il 970 e il 995.

La costruzione del primo nucleo del Castello intorno al quale si svilupperà il paese, è quindi databile intorno all'anno mille. Dal XI° al XIV° secolo fu feudo dei conti Aldobrandeschi, i quali lo trasformarono e lo ampliarono sopraelevando di due piani il palazzo, costruendo le sue torri e le due cinte murarie merlate, anch'esse provviste di torri; divenne un'importante roccaforte militare, estremo baluardo alla penetrazione di Siena nel territorio Amiatino.

Il paese fu assediato nel 1331 dai Senesi comandati, da Guidoriccio da Fogliano, con un esercito di 4000 fanti e 400 cavalieri. Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito della definitiva caduta di Siena, il luogo venne inglobato nel Granducato di Toscana e passò sotto lo stato Mediceo, seguendone le sorti da quel momento in poi.

Recenti studi archeologici hanno stabilito che, quando intorno al 1100 gli Aldobrandeschi decisero di costruire la torre maestra, la rocca possedeva di già un palazzo in pietra di due piani fatto edificare molto probabilmente dal Marchese Ugo di Toscana tra il 970 e il 995.

La costruzione del primo nucleo del Castello intorno al quale si svilupperà il paese, è quindi databile intorno all'anno mille. Dal XI° al XIV° secolo fu feudo dei conti Aldobrandeschi, i quali lo trasformarono e lo ampliarono sopraelevando di due piani il palazzo, costruendo le sue torri e le due cinte murarie merlate, anch'esse provviste di torri; divenne un'importante roccaforte militare, estremo baluardo alla penetrazione di Siena nel territorio Amiatino.

Il paese fu assediato nel 1331 dai Senesi comandati, da Guidoriccio da Fogliano, con un esercito di 4000 fanti e 400 cavalieri. Nella seconda metà del Cinquecento, a seguito della definitiva caduta di Siena, il luogo venne inglobato nel Granducato di Toscana e passò sotto lo stato Mediceo, seguendone le sorti da quel momento in poi.

Cosa vedere ad Arcidosso

Arrivando nel borgo una delle prime cose ad attrarre l’attenzione è l’imponente monumento ai Caduti del Lavoro. A destra della scalinata si trova una lapide che indica il luogo dove fu ucciso nel 1878, David Lazzaretti, il Profeta dell’Amiata.

Prima di entrare nel borgo antico, vale la pena fermarsi alla chiesa della Madonna delle Grazie (o dell’Incoronata), uno dei santuari più venerati dell’Amiata. Diverse le opere d’arte qui presenti, tutte di scuola senese. Spiccano la Vergine in Gloria tra i Santi Sebastiano e Rocco di Ventura Salimbeni e una Madonna con Bambino del primo Quattrocento proveniente dal Palazzo della Capitaneria, oggi in bella mostra sull’altare maggiore.

Subito all’esterno della Porta Talassese vi è la piccola e interessante Chiesa di Sant’Andrea, attestata sin dal 1118.
Sulla strada che porta al borgo vi è poi una curiosa fontana neogotica in ghisa, realizzata a Follonica nelle Fonderie Granducali. Ancora qualche rampa e si arriva alla base della Rocca, affacciata su una silenziosa piazzetta.

La Rocca Aldobrandesca è uno dei castelli medievali più antichi e meglio conservati della zona dell’Amiata. Da non perdere la visita di questo importante edificio storico che ospita al suo interno il Museo di David Lazzaretti, il Museo del Paesaggio Medievale e il Museo di Arte e Cultura Orientale (MACO).

A questo punto è il momento di scoprire le stradine lastricate che costituiscono il cuore del centro storico. Tra queste si noterà la chiesa medievale di San Niccolò. Una discesa porta al Terziere del Codaccio e alla chiesa di San Leonardo, eretta nel XII secolo e sistemata nel Cinquecento. L’interno dell’edificio, danneggiato nella Seconda Guerra Mondiale, conserva una serie di importanti dipinti tra cui la Decollazione di San Giovanni Battista (1588-89) di Francesco Vanni. Dalla strada per Montelaterone, una discesa tra splendidi castagni porta alla Pieve di Santa Maria in Làmula, costruita nel 1268 sui resti di un edificio più antico, nonostante i rimaneggiamenti che già iniziarono nella seconda metà del XIII e i restauri moderni, costituisce uno dei più significativi esempi di architettura romanica della Toscana meridionale.

Arrivando nel borgo una delle prime cose ad attrarre l’attenzione è l’imponente monumento ai Caduti del Lavoro. A destra della scalinata si trova una lapide che indica il luogo dove fu ucciso nel 1878, David Lazzaretti, il Profeta dell’Amiata.

Prima di entrare nel borgo antico, vale la pena fermarsi alla chiesa della Madonna delle Grazie (o dell’Incoronata), uno dei santuari più venerati dell’Amiata. Diverse le opere d’arte qui presenti, tutte di scuola senese. Spiccano la Vergine in Gloria tra i Santi Sebastiano e Rocco di Ventura Salimbeni e una Madonna con Bambino del primo Quattrocento proveniente dal Palazzo della Capitaneria, oggi in bella mostra sull’altare maggiore.

Subito all’esterno della Porta Talassese vi è la piccola e interessante Chiesa di Sant’Andrea, attestata sin dal 1118.
Sulla strada che porta al borgo vi è poi una curiosa fontana neogotica in ghisa, realizzata a Follonica nelle Fonderie Granducali. Ancora qualche rampa e si arriva alla base della Rocca, affacciata su una silenziosa piazzetta.

La Rocca Aldobrandesca è uno dei castelli medievali più antichi e meglio conservati della zona dell’Amiata. Da non perdere la visita di questo importante edificio storico che ospita al suo interno il Museo di David Lazzaretti, il Museo del Paesaggio Medievale e il Museo di Arte e Cultura Orientale (MACO).

A questo punto è il momento di scoprire le stradine lastricate che costituiscono il cuore del centro storico. Tra queste si noterà la chiesa medievale di San Niccolò. Una discesa porta al Terziere del Codaccio e alla chiesa di San Leonardo, eretta nel XII secolo e sistemata nel Cinquecento. L’interno dell’edificio, danneggiato nella Seconda Guerra Mondiale, conserva una serie di importanti dipinti tra cui la Decollazione di San Giovanni Battista (1588-89) di Francesco Vanni. Dalla strada per Montelaterone, una discesa tra splendidi castagni porta alla Pieve di Santa Maria in Làmula, costruita nel 1268 sui resti di un edificio più antico, nonostante i rimaneggiamenti che già iniziarono nella seconda metà del XIII e i restauri moderni, costituisce uno dei più significativi esempi di architettura romanica della Toscana meridionale.

Nei dintorni

Gli amanti della spiritualità non mancheranno di visitare, nel territorio comunale di Arcidosso, il Monte Labbro, che oltre al rilevante interesse ecologico (il luogo non per caso è tutelato dalla Riserva naturale del Monte Labbro) è noto per ospitare sulla sua cima la Torre Giurisdavidica, tutto quel che resta della religione fondata nell’800 da David Lazzaretti.

Sempre all’interno della Riserva, il Parco Faunistico del Monte Amiata, è il luogo perfetto per una giornata in famiglia, passeggiando per i sentieri immersi nel verde è possibile ammirare da lontano animali come cervi, daini, caprioli, mufloni, nel suo ambiente naturale.

Sulle pendici dello stesso monte è presente dagli anni ’80 il Tempio di Merigar West - rifugio spirituale di una importante comunità tibetana.

Gli amanti della spiritualità non mancheranno di visitare, nel territorio comunale di Arcidosso, il Monte Labbro, che oltre al rilevante interesse ecologico (il luogo non per caso è tutelato dalla Riserva naturale del Monte Labbro) è noto per ospitare sulla sua cima la Torre Giurisdavidica, tutto quel che resta della religione fondata nell’800 da David Lazzaretti.

Sempre all’interno della Riserva, il Parco Faunistico del Monte Amiata, è il luogo perfetto per una giornata in famiglia, passeggiando per i sentieri immersi nel verde è possibile ammirare da lontano animali come cervi, daini, caprioli, mufloni, nel suo ambiente naturale.

Sulle pendici dello stesso monte è presente dagli anni ’80 il Tempio di Merigar West - rifugio spirituale di una importante comunità tibetana.

Prodotti tipici del Monte Amiata

Arcidosso rientra nel territorio di produzione della Castagna del Monte Amiata IGP caratterizzata per il suo sapore delicato e dolce grazie alle terre vulcaniche della zona. 

Da assaggiare le caldarroste così come  il castagnaccio e la polenta preparati con la farina di castagne.

Arcidosso rientra nel territorio di produzione della Castagna del Monte Amiata IGP caratterizzata per il suo sapore delicato e dolce grazie alle terre vulcaniche della zona. 

Da assaggiare le caldarroste così come  il castagnaccio e la polenta preparati con la farina di castagne.

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Terra ricca e da scoprire, dominata dall’antico vulcano
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