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Pieve di Sant'Andrea a Montedivalli
Città e borghi

Montedivalli

Dalla necropoli millenaria alla meravigliosa pieve romanica

Montedivalli è una frazione del Comune di Podenzana, celebre per la produzione del Panigaccio, Presidio Slow Food e piatto tipico della tradizione lunigianese, che si sviluppa sul crinale meridionale del Monte Castellaro. Si tratta di un paese “diffuso”, formato dalle località di Boschetto, Casa Borsi, Chiesa, Croce, Fogana, Genicciola, Pagliadiccio, Prati, Serralta e Vaggi.

La necropoli dei Liguri Apuani

Proprio in questo territorio, porta di accesso alla Val di Vara, si hanno attestazioni di presenza dell’uomo già in epoca preistorica. Infatti, nella località di Genicciola, nel XIX secolo è avvenuto uno dei ritrovamenti archeologici più importanti della Lunigiana Storica e riguardante una necropoli dei Liguri Apuani, popolazione che viveva in quelle terre tra il III e il I secolo a.C. A Genicciola sono state rinvenute decine di tombe a cassetta e numerosi reperti funerari, tra cui alcune urne cinerarie. Attualmente i reperti ritrovati sono conservati all’interno del Museo del Castello di San Giorgio alla Spezia e presso il Museo Spallanzani di Reggio Emilia.

Proprio in questo territorio, porta di accesso alla Val di Vara, si hanno attestazioni di presenza dell’uomo già in epoca preistorica. Infatti, nella località di Genicciola, nel XIX secolo è avvenuto uno dei ritrovamenti archeologici più importanti della Lunigiana Storica e riguardante una necropoli dei Liguri Apuani, popolazione che viveva in quelle terre tra il III e il I secolo a.C. A Genicciola sono state rinvenute decine di tombe a cassetta e numerosi reperti funerari, tra cui alcune urne cinerarie. Attualmente i reperti ritrovati sono conservati all’interno del Museo del Castello di San Giorgio alla Spezia e presso il Museo Spallanzani di Reggio Emilia.

La Pieve di Sant’Andrea

L’abitato di Montedivalli è celebre soprattutto per la maestosa e altamente visibile Pieve di Sant’Andrea, un edificio di culto tornato fruibile e aperto al pubblico nel 2011 dopo un accurato restauro. 

La prima attestazione di questo luogo risale ad un diploma del 19 maggio 963 nel quale l'imperatore Ottone I riconosce ad Adalberto, vescovo di Luni, alcuni antichi possedimenti tra cui il “castrum sancti Andree”, un accampamento difensivo e militare che si trovava precedentemente sul colle. Nel 1148 la pieve di Sant'Andrea viene, per la prima volta, citata come “pieve” nel privilegio papale di Eugenio III. 

L’edificio della pieve è uno dei monumenti più interessanti di tutta la Lunigiana: dalle massicce colonne di arenaria con capitelli corinzi fitomorfi e antropomorfi (tipici dello stile romanico), alle bellissime absidi realizzate con blocchi di arenaria squadrati. Sulla facciata si scorge una figura misteriosa, forse un abate o più probabilmente il Vescovo Venanzio (Vescovo di Luni del VI secolo) raffigurato con un pastorale a tau e un lungo abito talare.

All’interno dell’edificio, oltre al fonte battesimale che contraddistingue ed è prerogativa delle pievi antiche, sono conservate tre bellissime sculture marmoree raffiguranti San Pietro, la Madonna con il bambino e il Cristo in pietà. Queste sculture, probabilmente realizzate fra il settimo e l’ottavo decennio del XIV secolo da maestranze campionesi, sono ancora oggi oggetto di forte venerazione da parte della popolazione locale. 

L’abitato di Montedivalli è celebre soprattutto per la maestosa e altamente visibile Pieve di Sant’Andrea, un edificio di culto tornato fruibile e aperto al pubblico nel 2011 dopo un accurato restauro. 

La prima attestazione di questo luogo risale ad un diploma del 19 maggio 963 nel quale l'imperatore Ottone I riconosce ad Adalberto, vescovo di Luni, alcuni antichi possedimenti tra cui il “castrum sancti Andree”, un accampamento difensivo e militare che si trovava precedentemente sul colle. Nel 1148 la pieve di Sant'Andrea viene, per la prima volta, citata come “pieve” nel privilegio papale di Eugenio III. 

L’edificio della pieve è uno dei monumenti più interessanti di tutta la Lunigiana: dalle massicce colonne di arenaria con capitelli corinzi fitomorfi e antropomorfi (tipici dello stile romanico), alle bellissime absidi realizzate con blocchi di arenaria squadrati. Sulla facciata si scorge una figura misteriosa, forse un abate o più probabilmente il Vescovo Venanzio (Vescovo di Luni del VI secolo) raffigurato con un pastorale a tau e un lungo abito talare.

All’interno dell’edificio, oltre al fonte battesimale che contraddistingue ed è prerogativa delle pievi antiche, sono conservate tre bellissime sculture marmoree raffiguranti San Pietro, la Madonna con il bambino e il Cristo in pietà. Queste sculture, probabilmente realizzate fra il settimo e l’ottavo decennio del XIV secolo da maestranze campionesi, sono ancora oggi oggetto di forte venerazione da parte della popolazione locale. 

Lunigiana

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