Chiese, conventi e ville di altri tempi: nei dintorni di San Giovanni Valdarno si possono ancora scoprire molti tesori della Toscana. Ecco 3 località da visitare a pochi chilometri dalla cittadina:
La Badiola di S. Maria in Mamma, sulla riva destra dell'Arno, è una delle più antiche chiese possedute in Toscana dalla Badia dei Benedettini di Nonantola. Il più antico documento che la riguarda risale al 1125. Era tributario della Badiola il popolo del castello di S. Mariano prossimo alla chiesa. Il castello di S. Mariano fu distrutto per ordine della Repubblica Fiorentina in coincidenza con la fondazione di San Giovanni. Dopo la distruzione del castello, per qualche tempo, la Badiola portò il doppio titolo di S. Maria in Mamma e S. Mariano.
Fu un tempo villa ed estesa tenuta dei Marchesi Rinuccini, patroni della chiesa di S. Silvestro. Sorge sulla riva destra dell'Arno, su di un colle sabbioso cui la località dovette in antico il nome di Renaccio o Renazzo. E' posto al confine fra la diocesi di Fiesole e di Arezzo: nel Medioevo la chiesa di S. Niccolò al Renaccio apparteneva al piviere di Gropina nella diocesi di Arezzo mentre la parrocchiale di S. Silvestro a Renaccio spetta tuttora alla diocesi di Fiesole. La villa è immersa in un bosco di lecci e querce secolari. Poco lontano dalla villa sorgono la chiesa di San Silvestro e la relativa canonica, ingentilite da un agile campanile. La costruzione risale al 1704.
La località, sulla riva sinistra dell'Arno, si chiamava in antico Monte Ortale. Vi sorgeva, agli inizi del Quattrocento, una villetta di proprietà del Marchese Carlo Ricasoli. Questi ne fece dono ai frati francescani del vicino convento di Ganghereto, presso Terranuova. Si deve al Ricasoli la costruzione del convento e della chiesa. Fu allora che la località, in omaggio al donatore, prese nome di Montecarlo. I frati francescani presero possesso di convento e chiesa nel 1429. Inutilmente gli abitanti del castello di Terranuova cercarono di impedire il trasferimento rivolgendosi persino al loro influente concittadino Poggio Bracciolini. La chiesa, come la vicina terra nuova, fu intitolata a San Giovanni Battista. Trasformata in periodo barocco, fu riportata al primitivo aspetto rinascimentale nel 1916. Sul secondo altare a destra si conservava, fino a non molti anni fa, la celebre Annunciazione del Beato Angelico, ora visibile nel museo della Basilica. In anni recenti la comunità francescana ha abbandonato il convento. In esso ha attualmente sede una comunità terapeutica, diretta da un frate francescano, per la cura dei tossicodipendenti.