La tradizione orafa nella zona di Arezzo affonda le proprie radici nella civiltà etrusca che vanta una formidabile capacità artistica, espressa anche nel campo dell’oreficeria. In epoca medievale sorgono nel territorio le prime botteghe per la produzione di manufatti, fra cui calici, reliquari, ostensori e oggetti di arredo liturgico. Vere e proprie opere d’arte inizialmente commissionate da gente del posto e ben presto richieste anche negli ambienti papali.
Le manifatture orafe aretine risultano attive anche nei secoli successivi e si dimostrano capaci di confrontarsi con le correnti artistiche del tempo. Ancora oggi, quello dell’oro rappresenta un settore fondamentale per l’economia del territorio.
Fra gli splendidi esempi di oreficeria medievale e rinascimentale che è possibile ammirare nella Pinacoteca Comunale di Castiglion Fiorentino, ci sono alcuni manufatti di altissima qualità.
Realizzato per la chiesa di S. Francesco a Castiglion Fiorentino, è simile al Reliquiario di San Bernardino, proveniente dallo stesso luogo di culto e riconducibile ad una manifattura toscana della fine del XV secolo.
Nel rilievo centrale vediamo san Francesco mentre riceve le Stigmate; attorno al santo si riconosce san Bonaventura, il Cristo risorto, l’Angelo annunciante e la Vergine. In basso è raffigurato un santo con armatura, spada e stendardo con la croce, che secondo alcuni è san Michele Arcangelo, patrono di Castiglion Fiorentino.
La leggenda di Sant’Orsola, per secoli amata e ripetuta, ha avuto una straordinaria diffusione nel Medioevo ed ha ispirato composizioni letterarie e opere d’arte.
Il busto reliquiario è realizzato in lamina d’argento, dorata a mercurio, con parti a fusione; il volto e il collo della Santa sono stati dipinti con una tecnica mista poco diffusa, che rende rara e preziosa l’opera. La corona gigliata è in argento dorato, pietre, vetri colorati e smalti. Gli smalti raffiguranti vari santi che corrono lungo la base del busto sono di eccezionale qualità e attribuiti a produzione parigina.
La croce proviene dal conservatorio di Santa Chiara, è nota dal 1920 ed è tradizionalmente considerata del XIII secolo.
Si ipotizza sia stata realizzata in Toscana tra la fine del XII secolo e l’inizio del XIII, probabilmente dopo che il saccheggio di Costantinopoli (1204) avviò la diffusione di reliquie della "Vera Croce" e relativi contenitori nell’Occidente cristiano.
La croce reliquiario di Castiglion Fiorentino, detta comunemente Croce Santa, è un’opera di qualità straordinaria. La superficie in argento dorato è ricoperta da preziose filigrane sulle quali sono sistemate grandi gemme colorate. Custodisce la reliquia del “Sacro Legno” e la Spina della corona di Cristo. Il bordo della croce è ornato da fili d’argento e piccole perle di forma irregolare.
Le reliquie furono donate da san Luigi IX Re di Francia a Fra Mansueto, francescano originario di Castiglion Fiorentino, come riconoscimento per l’importante opera diplomatica nella disputa tra Francia e Inghilterra, conclusasi con il trattato di Parigi del 1259.
Il manufatto si compone di parti di diverse epoche e, per tipologia e caratteri stilistici, è da mettere in relazione con quella del Reliquiario di san Francesco: la decorazione a larghe foglie e la tipologia delle cornici presenti in entrambi gli oggetti sono molto simili.
Il reliquiario viene fatto risalire all’ambito aretino della seconda metà del XV secolo. Lo smalto traslucido della parte posteriore, raffigurante la Madonna con angeli racchiusa dentro una mandorla, sembra riconducibile invece alla miniatura fiorentina quattrocentesca, con richiami a Botticelli e Pollaiolo.