Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano si sviluppa sul crinale tra Toscana ed Emilia Romagna, correndo sul filo dei 2000 metri, a cavallo tra il clima continentale e quello mediterraneo. Dall’incontro di queste due aree geografiche molto diverse tra loro si sviluppa un vero e proprio giardino botanico naturale, uno scrigno di biodiversità, con centinaia di specie vegetali diverse, spesso endemiche, cioè esclusive di questi territori. Siamo infatti una Riserva della Biosfera Unesco e diverse Zone Speciali di Conservazione della UE.
Il percorso più panoramico, che da aprile a giugno permette di immergersi a pieno nella flora appenninica, è il Sentiero Italia. Questo grande itinerario escursionistico ideato dal CAI si sviluppa per circa 7000 km lungo il versante meridionale delle Alpi e tutta la dorsale appenninica. Suddiviso in circa 500 tappe, collega tutte le regioni italiane, ripercorrendo per lo più sentieri preesistenti come la Grande Escursione Appenninica tra Toscana ed Emilia Romagna.
Il Sentiero Italia (segnavia SI) entra il Lunigiana da Nord attraverso la Foce dei Tre Confini, nel Comune di Zeri, raggiunge il Passo della Cisa al Confine del Comune di Pontremoli dove incrocia la Via Francigena. Da qui resta sempre sopra i 1000 metri per tutto il resto del tragitto lunigianese che percorre il crinale nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano tra brughiere e praterie sopra il limite dei boschi di faggio. Oltre il Passo del Cerreto il tracciato principale prosegue sul crinale, mentre la Variante Apuana percorre la Lunigiana orientale, scendendo a Sassalbo, dove si innesta sul Sentiero dei Ducati fino a Regnano prima ed Equi Terme dopo. Entra poi nel Parco Regionale delle Alpi Apuane a Vinca e prosegue verso sud in Garfagnana.
Questo itinerario è caratterizzato da passaggi e panorami mozzafiato che dalle vallate dell’entroterra, costellate da borghi e castelli medievali, spaziano fino al mare.
Lungo il Sentiero Italia, nel periodo fra aprile e giugno, è possibile scoprire l’incredibile e affascinante varietà floristica delle vette e praterie primarie dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Attenzione: molte delle specie che si incontrano sono rare o in pericolo di estinzione e rientrano nella lista Rossa IUCN e nelle leggi sulla Biodiversità di Toscana ed Emilia Romagna. È vietata la raccolta, per questo vi consigliamo di scattare loro belle foto per portarvi a casa un fiore che non appassisce mai!
La Primula appenninica (Primula apennina Widmer) è una delle specie endemiche che caratterizza il patrimonio floristico del Parco.
È la sola primula a fiore rosa dell'Appennino settentrionale e vive esclusivamente tra le fessure delle rupi di arenaria tra 1500 e 2000 m, soprattutto nei versanti esposti a Nord.
La Primula appenninica è una pianta protetta e molto rara, è tutelata dalla L. 30/2015 della Regione Toscana e dalla Convenzione di Berna; inclusa come Vulnerabile nella Lista Rossa dell’IUCN delle piante a rischio di estinzione in Italia, definita "specie prioritaria" dalla Direttiva UE Habitat.
L’Astro alpino (Aster alpinus L.) è una pianta erbacea perenne che vegeta su pascoli e rupi oltre i 1500 metri. Inconfondibile e di indubbia bellezza, fa parte della famiglia delle asteracee, per cui quello che ci appare come un singolo fiore è in realtà una composizione di fiori tubulosi gialli al centro circondati da fiori lingulati violetti alla periferia.
L’Anemone fiori di narciso (Anemonastrum narcissiflorum (L.) Holub) è una specie rara in Appennino che vegeta nei pascoli di altitudine, ambienti semi rupestri e cenge erbose sopra i 1000 metri. Presenta delle appariscenti infiorescenze ad ombrello con 3-8 fiori bianchi venati di rosa, simili a quelli dei narcisi.
La Silene a cuscinetto (Silene acaulis L.) è una piccola pianta erbacea perenne che vegeta su suoli rocciosi oltre i 1800 metri. È facilmente riconoscibile perché presenta fiori di un delicato colore rosa-violetto su piccoli e densi cuscinetti verdi, i quali visti da lontano potrebbero essere facilmente scambiati per cuscinetti di muschio.
Astro alpino, Anemone fiori di narciso e Silene a cuscinetto sono specie artico-alpine arrivate in Appennino durante le glaciazioni quaternarie, in quel periodo infatti i ghiacci avevano ricoperto le Alpi obbligando le specie presenti a spostarsi verso Sud, dove il suolo non era del tutto ricoperto di neve; è così che queste specie hanno trovato dimora stabile sulle montagne dell’Appennino dove ancora sopravvivono come ‘specie relitte’, nonostante quindi siano mutate le condizioni climatiche che ne hanno permesso la formazione.
Nelle praterie secondarie come i Prati di Logarghena e i Prati-pascoli di Camporaghena, che si possono scorgere più in basso, in primavera fioriscono numerose specie di orchidee selvatiche e asfodeli tra distese di Giunchiglie (Narcissus poeticus L.) dai grandi fiori bianchi con profumo intenso; solo per queste ultime è consentita la raccolta di massimo 25 steli per persona al giorno.