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La Limentra, Appennino Pistoiese

Alla scoperta della Val di Limentra

Sull’Appennino Pistoiese percorsi e itinerari suggeriti dai fiumi e torrenti

La Val di Limentra è una delle zone più suggestive di tutto l’Appennino Tosco-Emiliano e si compone di due distinte vallate - quella della Limentra superiore (occidentale) e quella della Limentra inferiore (orientale) - a cavallo tra Pistoia e Bologna.
Torri, Sambuca Pistoiese
Torri, Sambuca Pistoiese - Credit: Paolo Gioffredi

La Limentra Occidentale, nascendo nell’alto Appennino, attraversa i territori di Porretta, Sambuca e Pavana, andando ad alimentare l’acquedotto della città di Pistoia.

La Limentra Orientale, affluente del Reno, forma il bacino artificiale di Suviana – 40 milioni di metri cubi di acqua - e si inoltra nella splendida foresta dell’Acquerino, una grande zona boschiva compresa tra l’Ombrone pistoiese e il Bisenzio, ricca di ruscelli e torrenti, nonché di specie arboree di grande interesse (noccioli, frassini, aceri, sorbi, abeti Douglas, abeti bianchi e pini neri).

Da Suviana si arriva alla località di Bruscoli dove è da segnalare un antico ponte romano, posto sull’antica Flaminia militare e la bella cascata del Biscione posta nel cosiddetto anello del Biscione, uno degli itinerari attrezzati predisposti dal comune di Firenzuola.

Riserva dell'Acquerino
Riserva dell'Acquerino - Credit: Samuele Pesce

Siamo nel cuore dell'Appennino Toscano, con altitudini che arrivano ai 1100 metri, in una zona dove si susseguono crinali e profonde vallate. Le foreste presentano alcuni ambienti umidi di particolare interesse nonché una fauna molto variegata, che abbraccia diverse famiglie di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci ed insetti, grazie ai molteplici habitat presenti: nella Limentra inferiore per esempio confluisce la cosiddetta Limentrella di Treppio, popolata da trote e dal singolare merlo acquaiolo, un volatile che vive a stretto contatto con i corsi d’acqua tanto da essere soprannominato "il re della cascate".

Nelle zone meno antropizzate si trovano a tutt'oggi il cervo, il capriolo, il cinghiale, la volpe, la faina, lo scoiattolo, l’istrice, il fringuello, il codibugnolo, la cinciallegra, il picchio muratore, il cuculo, la poiana, l’astor, il biacco, la vipera, l’orbettino e nei fiumi ghiozzi comuni, barbi e gamberi d'acqua dolce. Anche il lupo dopo decenni di assenza, ha cominciato a farsi rivedere, dando un contributo a diminuire la “forte ed invadente” presenza di ungulati.

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