A poca distanza da Grosseto, nella Maremma più incontaminata, si trova Campagnatico, un piccolo paese che profuma ancora di Medioevo e tradizioni.
Campagnatico è il luogo ideale per una gita fuori porta. Qui si possono ammirare torri, castelli e antiche pievi che arricchiscono il territorio limitrofo. Gli appassionati di folklore possono visitare il borgo anche a settembre per partecipare al pittorisco Palio dei Ciuchi, una gara contesa tra le contrade Castello, Centro, Nobile Rione Pieve e Santa Maria.
Eventi a parte, ecco cosa si può vedere a Campagnatico.
Verso il centro storico, da piazza Garibaldi si può percorrere via Roma e raggiungere la cinta muraria, di forma allungata che racchiudeva le due vette contrapposte sulle quali sorgevano la rocca e la chiesa di San Giovanni Battista. Un tempo, la cinta era munita di numerose torri che ancora si vedono sporgere dal circuito ed una di queste e stata trasformata in campanile della chiesa. Della Rocca Aldobrandeschi restano imponenti ruderi, tra cui un'altissima torre in pietra a pianta quadrata parzialmente crollata dalla parte interna.
In località Montorsaio, è situato il castello su un colle boscoso, di cui si hanno notizie già nell'VIII secolo. Il castello a quell'epoca era dominato da alcune potenti famiglie signorili che, alternandosi, si assoggettavano all'autorita politica di Siena. Il castello era munito di una doppia cinta muraria; una porta si apriva presumibilmente presso il vicolo del Moro a fianco di una casa di impianto medievale. In un edificio a pianta articolata, situato in piazza della Cisterna numero 8, si puo forse riconoscere il cassero costruito dai senesi, di cui resta parte del basamento a scarpa e traccia di una porta ad arco ogivale. Al centro della piazza, si trova l'antica cisterna per l'approvvigionamento idrico totalmente modificata all'inizio di questo secolo.
Del castello di Stertignano, restano soltanto il circuito delle mura in pietra e un fabbricato lungo e basso all'interno, ma molto rimaneggiato e in avanzato stato di degrado, che per il forte spessore dei muri sembra coevo.
Il castello è appartenuto fino al 1274 ai conti Aldobrandeschi; agli inizi del Trecento alla famiglia senese Orlandini e poi ai Cerretanini e infine è stato abbandonato nel 1370 e messo a contado dalla Repubblica di Siena nel 1438.
Del castello di Monte Leoni, documentato fin dall'anno 1188, conquistato dai Pannocchieschi nel 1262, restano poche tracce di blocchi in pietra affiorati sul terreno.
La chiesa di S. Giovanni Battista si trova nel punto più alto del paese; è stata edificata nel XIII secolo utilizzando come parete absidale un tratto delle mura di cinta in travertino. La facciata presenta fasce bicrome, tipica del romanico toscano; al suo interno sono conservate la tela del XIII secolo di Guido di Graziano, che ritrale la Madonna del Bambino, secondo i modi ripresi da Duccio Buoninsegna, il ciborio ligneo con sportelli dipinti del XVI secolo e alcuni affreschi di Cristoforo di Bindoccio raffiguranti le Storie della Vergine.
La chiesa di S. Maria è collocata all'ingresso del paese sui resti di una preesistente cella omonima antecedente al 1000. Nell'unica navata della chiesa vi erano importanti affreschi sulla vita della Madonna, di Cristoforo di Bindoccio e Meo di Pero che li completarono nel 1393. Questi affreschi restaurati sono conservati nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Adiacenti alla chiesa si trovano i resti dell'antico convento denominato "Lazzaretto".
Nella principale piazza del paese si trova la più antica chiesa di Campagnatico, dedicata a San Antonio Abate, di epoca alto medievale. La facciata romanica, unica nel suo genere in Maremma, presentava in origine un portale centrale con ai lati due finestre successivamente trasformate in porte.
La chiesa di San Michele e San Cerbone conserva nell'altare maggiore una tavola di Sano di Pietro raffigurante la Madonna col Bambino databile verso il 1450-1460, che per la sua piccola dimensione, ricorda le qualità del pittore come miniaturista. L'opera, sostituita in chiesa da una copia, è oggi custodita nel Palazzo Vescovile di Grosseto. Nella sagrestia si trovano due pregevoli armadi lignei intagliati a festoni e testine d'angelo di manifattura senese, riferibili rispettivamente alla metà del XVI e al XVII secolo. Recentemente restaurati, appartenevano al convento dei Francescani di Batignano e furono trasferiti a Montorsaio nel 1822.
Sulla stessa piazza della chiesa dei SS. Michele e Cerbone a Montorsaio, si prospetta l'oratorio del Crocefisso, poi chiesa della Compagnia della Santa Croce, riedificata dopo la seconda guerra mondiale, al cui interno si trova un altare settecentesco. La Compagnia conserva una scultura lignea raffigurante la Vergine Annunciata riferibile ai primi anni del XV secolo legata a modelli tardotrecenteschi di Mariano d'Angolo Romanelli e con riferimenti a Valdambrino e Domenico di Niccolò.
Il Convento della Nave era l'edificio religioso più importante e sorgeva alle pendici del Monte Leoni. Originariamente appartenuto ai Benedettini, passò nel 1428 ai Francescani e nel XV secolo vi visse in santità il frate minore osservante Andrea da Grosseto. Il convento fu soppresso nel 1751 e trasformato in un fabbricato rurale.