Per una meta turistica alternativa, fuori dai circuiti più battuti, e facilmente raggiungibile da Firenze o da Arezzo, vi consigliamo di visitare San Giovanni Valdarno. Questo borgo dall’aspetto medievale, conosciuto per aver dato i natali a Tommaso di Giovanni Cassai, detto il Masaccio, offre agli amanti dell’arte molte attrazioni, tra le quali alcune notevoli chiese.
La costruzione risale al 1484, a seguito del cosiddetto miracolo di “Monna Tancia” attribuito alla Madonna, ma nel corso dei secoli la chiesa è stata ingrandita e modificata più volte. L’edificio chiude un lato di Piazza Masaccio e si presenta con un portico, una serie di finestre, un frontone a triangolo su cui poggiano quattro statue, e il soprastante campanile. Al centro della parete di fondo dell’atrio, tra le due scale di accesso, c’è una grande terracotta policroma di Giovanni della Robbia (1513) raffigurante l’Assunzione.
All’interno la basilica è disposta su tre navate, con volte cupoliformi che sono state affrescate alla fine del Seicento. L’altare maggiore è stato ricostruito dopo il 1596 su progetto di Bernardo Buontalenti. A sinistra dell’altare sono affrescati tre momenti del miracolo di Monna Tancia, il cui autore, secondo Vasari, è un allievo del Perugino.
Nei locali adiacenti si trova il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie, piccolo ma importante museo di arte sacra che conserva numerosi dipinti provenienti da chiese e conventi della città e del territorio, incluso un vero capolavoro del Rinascimento: l'Annunciazione di Beato Angelico.
Su un altro lato di Piazza Masaccio, una chiesa dalla mole compatta e dall’aspetto spoglio, con una facciata in pietra arenaria, fino all'altezza del semplice portale, e in laterizio. La chiesa attuale risale al Trecento, al tempo in cui una piccola chiesa antecedente venne inglobata diventando la navata laterale destra del nuovo edificio. Importanti e radicali interventi di restauro sono stati portati avanti nell’Ottocento e Novecento.
L'interno è costituito da un'ampia navata, coperta da volte a crociere; sulla parete di fondo del presbiterio ospita un trittico trecentesco di Giovanni del Biondo che rappresenta l'Incoronazione della Vergine fra Angeli e Santi.
Dei molti affreschi un tempo presenti, in seguito al restauro del 1903, sono riemersi quelli della navata destra, opera del fratello di Masaccio, Giovanni Cassai detto "Lo Scheggia"; l’affresco meglio conservato è un Martirio di San Sebastiano. Varie opere provenienti da San Lorenzo sono oggi conservate al Museo della Basilica.
Infine, un macabro elemento di curiosità storica: nel 1780, in un pilastro della facciata interna, fu ritrovato un corpo "mummificato", tutt'ora visibile in una nicchia protetta.
La chiesa si trova in Piazza Cavour e fu costruita a partire dal 1312, a lato della Porta S. Andrea, in seguito distrutta. L'aspetto attuale dell'esterno è improntato a un prevalente gusto classicheggiante; la facciata è coronata da un frontone e preceduta da un portico a tre arcate su colonne tuscaniche. L'interno, molto semplice e spoglio, ha una sola navata rettangolare con copertura lignea. Dall'altar maggiore proviene il trittico di Mariotto di Nardo, raffigurante la Trinità fra Santi, conservato nel Museo della Basilica.
La chiesa fa parte di un complesso monumentale che ebbe funzione di ospedale, dipendente dalla comunità di San Giovanni, fino agli inizi del XVI secolo, per poi essere trasformato in monastero intorno al 1528, in seguito all’aumento del numero delle consorelle. Questa piccola chiesa tardo-barocca, ornata da leggeri stucchi, conserva due pregevoli tele del fiorentino Antonio Puglieschi, cui si deve pure l'affresco del soffitto. Il bell'altare maggiore risale al 1685 e di particolare interesse è la deliziosa tavola raffigurante una Madonna col Bambino attribuita al Maestro della Natività di Castello (1460 circa).