Gli amanti dei pellegrinaggi all'insegna del benessere e della storia non hanno problemi a scegliere un itinerario da percorrere in Toscana. Accanto al tracciato più famoso che attraversa la regione, ovvero la Via Francigena, si contano numerosi altri percorsi che interessano opere e monumenti spirituali. Si pensi, ad esempio, al Cammino di Francesco e quello di San Vicinio, alla Via Romea e alla Via Sanese.
Tra i luoghi di culto, ce ne sono 5 legati a un leggenda o a una storia particolare. Ecco le curiosità da sapere se vi recate in questi posti:
Si dice che le origini di questa basilica siano strettamente connesse al ritrovamento di un’icona della Madonna. Durante i lavori di costruzione, le mura venivano innalzate di giorno e durante la notte di disfacevano. Un giorno, le pietre che servivano per le pareti del tempio vennero caricare sul carro trainato dai buoi; questi si fermarono all’improvviso su un terreno e lì si iniziò a scavare. In quel preciso punto è stata ritrovata la sacra immagine dedicata alla Vergine. Lo stesso racconto è riportato anche su un bassorilievo di Pasquino da Montepulciano del Quattrocento.
L’edificio di culto pistoiese, databile intorno al XVII secolo, sorge nel luogo in cui la Madonna apparve a una pastorella. La leggenda vuole che la Vergine abbia indicato il punto in cui era sepolta un’icona, tra pietre e sterpaglie.
Situato lungo la Via Francigena, poco distante dal centro di San Gimignano, il santuario sorge dove, nel Quattrocento, si trovava un’edicola con un affresco della Vergine. Secondo un’antica leggenda, nel Seicento si trovava nei paraggi una bambina, Bartolomea Ghini, che, muta dalla nascita, stava piangendo disperata per la propria povertà. A lei si è mostrata una signora che le chiese perché stava così male. La pastorella le rispose e corse a casa dai genitori per dire loro il miracolo appena avvenuto. Infine, trovo addirittura pane, olio e gonfie botti di vino nella dispensa.
Secondo la leggenda, le origini del Santuario risalgono al 15 maggio 1345, festa di Pentecoste, quando un povero pastore storpio trovò l’immagine della Vergine Maria. Questa visione lo ispirò a recarsi sul colle di Montenero, un luogo allora conosciuto per essere il rifugio dei briganti, chiamato anche “monte del diavolo”.
Interessante anche la storia dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore, nei pressi di Ponte d’Arbia e Buonconvento. Un brillante quarantenne di nobile famiglia, insieme ad altri senesi decidono di “rompere” con la vita ordinaria e scelgono un luogo di ritiro. Questo terreno a sud della città del Palio è conosciuto come Accona. Qui rimangono fino al 1319, quando, per non essere confusi con una setta eretica, decisero di riconoscersi come Congregazione Benedettina, seguendo il motto “ora et labora”.