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Dante a Pisa - Torre della Fame - Piazza dei Cavalieri

Dante e i luoghi della Divina Commedia nelle Terre di Pisa

Una passeggiata nelle Terre di Pisa, in un percorso dedicato al Sommo Poeta

Se vogliamo scoprire i luoghi di Dante nelle Terre di Pisa, dobbiamo partire proprio dalla città della Torre Pendente. La prima tappa dell'itinerario è infatti in Piazza dei Cavalieri, che, ai tempi del "ghibellin fuggiasco", si chiamava Piazza delle Sette Vie ed era il centro politico amministrativo del luogo.

Indice
  • 1.
    Pisa - Piazza dei Cavalieri
  • 2.
    Marina di Pisa - Bocca d'Arno
  • 3.
    Vicopisano - La Torre di Caprona
  • 4.
    San Miniato - La Rocca di Federico II

Pisa - Piazza dei Cavalieri

Torre della Muda o
Torre della Muda o "della Fame"

"Ahi Pisa, vituperio de le genti...". 

Il canto XXXIII dell'Inferno della Divina Commedia è ambientato nel cerchio dove si trovano i traditori come il Conte Ugolino della Gherardesca, che ricopriva importanti ruoli politici. Accusato di alto tradimento nella disfatta navale della Meloria contro Genova, fu imprigionato insieme ai suoi quattro figli nella Torre della Muda (poi chiamata "della Fame", come ricorda una lapide), che si trova appunto in Piazza dei Cavalieri. Nessuno ha mai saputo in realtà cosa sia successo, ma quando la porta della torre fu aperta dopo otto mesi, vennero trovati cinque cadaveri mangiucchiati, forse dai topi. 

Il verso “Poscia, più che ‘l dolor, potè ‘l digiuno" che chiude il racconto si presta tuttavia a diverse interpretazioni. Dante ha voluto lasciarci nel mistero: Ugolino, morto e vinto dalla fame, mangiò i corpi dei figli, o morì di fame anche lui, oltre che di dolore?

Nella Piazza dei Cavalieri, oltre la Torre citata, troviamo anche il Palazzo della Carovana, sede della Scuola Normale Superiore, fondata da Napoleone nel 1810, e la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, che conserva al suo interno alcune bandiere strappate ai Turchi nella battaglia di Lepanto (1571).

Marina di Pisa - Bocca d'Arno

Marina di Pisa - I retoni a Boccadarno
Marina di Pisa - I retoni a Boccadarno

Per la seconda tappa, ci spostiamo di 12 km, andando sulla costa, a Marina di Pisa.

Il verso "...e faccian siepe ad Arno in su la foce" si riferisce infatti alla foce del fiume (detta "Bocca d'Arno") che qui sfocia dopo il suo corso di 240 km attraverso la Toscana. Dalla foce si gode di panorami splendidi, che spaziano dal Parco Naturale di San Rossore Migliarino Massaciuccoli al Monte Pisano, fino alle Alpi Apuane. 

Oggi vi si trova la località balneare di Marina di Pisa, con il suo porto turistico, gli stabilimenti balneari e un parco avventura per bambini e ragazzi. Il lungomare è caratterizzato da edifici in stile Liberty che rimandano a inizio Novecento, quando il poeta Gabriele D'Annunzio trascorreva qui lunghi periodi in dolce compagnia dell'attrice Eleonora Duse.

Vicopisano - La Torre di Caprona

Torre di Caprona -Vicopisano
Torre di Caprona -Vicopisano

Lasciando Pisa e procedendo lungo le pendici del Monte Pisano, "per cui i Pisani veder Lucca non ponno", ecco spuntare, maestosa, su uno sperone di roccia, la Torre degli Upezzinghi, meglio conosciuta come la Rocca di Caprona, citata nel XXI canto dell’Inferno (versi 94-96):

“così vid’io già temer li fanti
ch’uscivan patteggiati di Caprona
vegendo sé tra nemici cotanti”

Dante rievoca con queste parole il vittorioso assedio dei Fiorentini nella battaglia del 1289, alla quale prese parte lo stesso poeta. I versi sono un esplicito riferimento alla paura che dopo la resa ebbero le truppe pisane scrutando il grande numero di soldati fiorentini.

La Rocca si trova tra due piccoli gioielli come Calci, sede della Certosa Monumentale e del Museo di Storia Naturale col più grande acquario di acqua dolce d'Italia, e Vicopisano, con le sue 13 case torri e la imprendibile Rocca del Brunelleschi.

San Miniato - La Rocca di Federico II

San Miniato
San Miniato

"Io son colui che tenni ambo le chiavi del Cor di Federigo...". I riferimenti a San Miniato li troviamo nel XIII Canto dell'Inferno, nella "selva dei suicidi". Dante cita l'episodio di Pier delle Vigne, consigliere e segretario dell'imperatore Federico II. Accusato ingiustamente di tradimento, fu imprigionato e accecato dentro l'attuale Rocca che domina il grazioso centro storico del borgo.

Si racconta che l'uomo si fosse suicidato sbattendo la testa contro la parete della cella o, forse, gettandosi dall'alto della Rocca stessa. L'Alighieri dette una versione condivisa a quel tempo da vari commentatori, tra cui il primo, Francesco di Bartolo, originario del paese di Buti

San Miniato si trovava nel Medioevo lungo la Via Francigena e controllava buona parte dei traffici commerciali in Toscana. Oltre a vantare oggi un sistema museale di edifici civili e religiosi che ricordano il passato di città imperiale e vescovile, è oggi presidio "slow food" e soprattutto un'eccellenza del tartufo bianco, festeggiato a novembre con una mostra mercato di tre fine settimana che prevede ogni anno un ricco programma di iniziative culturali e enogastronomiche. 

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