Questa storia si svolge tra Libbiano e San Miniato dove una donna, Gostanza, si trasferì dopo esser rimasta vedova.
In queste terre, che allora facevano parte del Granducato di Toscana, praticò principalmente le attività di levatrice e guaritrice, e divenne così brava da essere riconosciuta come una delle migliori della zona.
Chi come lei faceva questi lavori a metà fra la magia bianca e la medicina naturale non passava di certo inosservato e, forse a causa di qualche guarigione non riuscita o delle malelingue, Gostanza venne sottoposta a processo nel novembre del 1594 con l’accusa di stregoneria. Aveva 59 anni.
Durante il processo di cui abbiamo notizia grazie agli atti tuttora conservati nell'archivio vescovile di San Miniato, Gostanza da Libbiano negò la sua vicinanza al mondo della magia.
Venne sottoposta a carcerazione e a tremende torture, e alla fine, stremata, confessò. Nelle sue dichiarazioni disse di essere una strega e di aver avuto rapporti carnali con il diavolo, confermando le accuse che le erano state mosse. Parole estorte con la forza.
La vicenda arrivò fino a Firenze e l’inquisitore Dionigi di Castrocciaro prese in mano la situazione. Non credendo alle dichiarazioni fatte da Gostanza la liberò invitandola a non praticare più la sua professione di guaritrice e a cambiare paese. Da San Miniato si trasferì quindi a Chianni e da quel momento non sappiamo più nulla della sua vita.
La storia di Gostanza non fu un caso isolato: come lei tante persone furono prese di mira come nemico da combattere. Spesso si trattava di donne e uomini soli, ai margini della società.
Forse Gostanza da Libbiano deve la fortuna di essere sopravvissuta alla graduale fine della “caccia alle streghe” di quegli anni. Caccia che, con il passare del tempo, si sarebbe trasformata in ricerca di altri capri espiatori: dagli untori della peste agli asociali, dagli ebrei agli avversari politici per arrivare agli omosessuali e alle lesbiche.
Sulla vita di Gostanza da Libbiano troviamo un film con la regia di Paolo Benvenuti, presentato nel 2000 al Festival di Locarno e vincitore del Premio della Giuria e un libro dal titolo “Gostanza, la strega di San Miniato” scritto dal saggista Franco Cardini.