Con l’ingresso nel Granducato di Toscana nel 1650, per la città di Pontremoli inizia una lunga stagione di prosperità che si protrae fino all’inizio dell’800.
Così l'antico e severo borgo celebre nel medioevo per le sue torri e i suoi ponti fortificati si trasforma rapidamente in una moderna e fiorente città, dove la nuova borghesia mercantile edifica splendidi palazzi e raffinati complessi religiosi. Nel giro di pochi anni la vivacità economica e culturale, la voglia di stupire e di emergere, la presenza di artisti di fama creano un insieme straordinario: mentre le antiche chiese medievali vengono radicalmente rinnovate, le ricche famiglie di mercanti realizzano eleganti palazzi, ville lussuose e scenografici giardini.
Il barocco Pontremolese unisce elementi Toscani, Liguri e Settentrionali e si esprime soprattutto attraverso la “quadratura”, la pittura ad affresco che simula su volte e pareti elementi architettonici e sfondamenti prospettici che trasformano e dilatano all’infinito gli spazi, il tutto su una tavolozza leggerissima fatta di verdi chiari, gialli oro, rosa, violetti, azzurri. I soffitti delle sale da ballo, dei salotti, delle alcove (camere da letto signorili) si trasformano in spazi sconfinati abitati da figure mitologiche, mentre chiese e oratori si arricchiscono di ogni raffinatezza: tele, stucchi, affreschi, intagli, sculture. Protagoniste di questa stagione sono alcune botteghe di pittori che, ciascuna con la propria caratteristica specializzazione, dominano la scena artistica in città per quasi due secoli: i Natali, i Galeotti, i Contestabili.
In questo rinnovamento totale di Pontremoli si inseriscono alcuni capolavori assoluti: Villa Dosi Delfini, oggi aperta al pubblico con visite guidate organizzate da visite turistiche qualificate, è stata ispirazione e modello di numerosi palazzi del centro storico; Palazzo Dosi Magnavacca con l’imponenza del suo salone di rappresentanza e le sue curiose storie mitologiche; Palazzo Pavesi, il più imponente della città affacciato sulla Piazza del Comune e la Villa Pavesi Negri, impreziosita dal meraviglioso Giardino dei riccioli.
Da non perdere anche la raffinatissima sagrestia seicentesca della Santissima Annunziata, la Chiesa di San Francesco, la grandiosa Cattedrale di S. Maria Assunta e, dulcis in fundo, il piccolo Oratorio di Nostra Donna, gioiello di grande particolarità in questa corrente artistica.