Durante la Seconda Guerra Mondiale la Toscana è stata cornice di molti scontri e rappresaglie che hanno spesso fortemente toccato la popolazione civile. A incidere è stata probabilmente anche la presenza della Linea Gotica, la fortificazione di più di trecento chilometri che l’esercito tedesco volle costruire, dal Tirreno all’Adriatico, per impedire l’avanzata degli alleati.
Alcuni luoghi portano con sé la memoria di questa guerra e una visita può aiutare a conoscere un momento della storia che inevitabilmente ha coinvolto anche la Toscana.
Nella Media Valle del Serchio, non lontano da Lucca, si trova Borgo a Mozzano, località nota ai più per il suo Ponte del Diavolo. Non molti sanno che qui si conserva in buone condizioni un tratto della fortificazione della Linea Gotica, di cui si possono visitare bunker, camminamenti e vedette. Presso la stazione ferroviaria del paese, inoltre, è stato allestito un piccolo ma fornito museo, che raccoglie oggetti di uso quotidiano, oltre ad armi e uniformi delle truppe alleate e tedesche passate per questa zona.
Anche la Valtiberina, in maniera molto simile a Borgo a Mozzano, è stata una zona strategica per il posizionamento della linea difensiva. Nell’area di Badia Tedalda sono state realizzate, con la manodopera forzata della popolazione locale, fortificazioni fino a mille metri di altitudine. Attraverso i sentieri del Parco Storico della Linea Gotica, è possibile camminare su una terra colma di memoria, tra postazioni di artiglieria e casematte sotteranee, immersa in paesaggi di grandi suggestione.
La lunghissima Linea Gotica toccava anche gli Appennini a nord di Firenze, tanto è vero che il passo della Futa e il passo del Giogo videro insistenti attacchi e scontri tra alleati e Tedeschi. Nasce per questo a Scarperia il centro di documentazione Linea Gotica Toscana, uno spazio espositivo con oggetti ritrovati sui luoghi dei combattimenti, ma anche documenti e registrazioni video. Vengono organizzate anche escursioni sul campo di battaglia e rievocazioni, al fine di capire al meglio gli accadimenti in questo territorio.
L’abitato di Sant’Anna di Stazzema è tristemente noto per essere stato teatro di un vero e proprio massacro, l’uccisione di 560 persone a opera della furia di un reparto dell’esercito nazista. Oggi il paese promuove la memoria di questo terribile evento attraverso il parco della pace e il suo museo storico della Resistenza, ai quali si unisce il monumento-ossario, raggiungibile sulla sommità di una collina come in un doveroso pellegrinaggio.
Quello di Fosdinovo, più che un museo, è un vero e proprio racconto. Grazie alla tecnologia, una serie di videoproiezioni riporta le storie personali di sopravvissuti e di partigiani, lasciando immergere il visitatore in un viaggio nella storia. L’installazione, infatti, si snoda seguendo la successione cronologica dei fatti principali che hanno caratterizzato la guerra mondiale: un moderno sistema espositivo per una narrazione che va al di là del tempo.
Il museo si trova più precisamente a Figline di Prato, posto estremamente simbolico in quanto sfondo della fucilazione di ventinove partigiani, avvenuta proprio il giorno della liberazione del paese. Da qui, la volontà di raccogliere le testimonianze sulla resistenza al nazifascismo e sulla deportazione, in un percorso che va affrontato con tutto il tempo che serve, ma che porta senza dubbio a riflettere su questa fase della storia.