Ogni angolo di Toscana ha qualcosa di gustoso da offrire ai visitatori, a partire dall’eccellente offerta dal mondo del vino fino ad arrivare al tartufo, uno dei frutti più preziosi della terra.
La buona cucina è di casa e i prodotti genuini, unici e apprezzati in tutto il mondo, vengono celebrati anche in molti musei a loro dedicati.
La tradizione è la vera protagonista di questo viaggio in cui scopriremo sapori antichi resi preziosi dal duro lavoro di chi questa terra la abita da sempre: non solo prodotti tradizionali, quindi, ma anche mestieri del passato che raccontano la storia e la civiltà dei contadini di un tempo.
Conosciuto in ogni parte del mondo ed apprezzato anche dai palati più raffinati, il brunello è di sicuro una delle eccellenze toscane maggiormente celebrate.
Il cosiddetto “Oro di Montalcino” è il protagonista assoluto del Tempio del Brunello, un percorso immersivo ed emozionale alla scoperta del re dei vini e del territorio nel quale nasce.
L’esperienza comincia da InChiostro uno spazio in cui, attraverso una postazione con visori di realtà virtuale, è possibile immergersi completamente nel territorio della Val D'orcia.
Passando nel chiostro si scende in un ambiente ipogeo: anche qui, grazie a video e filmati, si possono scoprire i segreti che hanno reso il Brunello unico nel mondo.
Sempre nel chiostro - presso l’Enoteca Bistrot del Tempio del Brunello - è possibile condividere e concludere l’esperienza attraverso una vetrina interattiva dalla quale, dopo una serie di domande relative al proprio temperamento, il visitatore viene guidato nella scelta del Brunello più in linea con la propria personalità.
Un altro luogo imperdibile è Il Museo del Tartufo a San Giovanni d’Asso, un piccolo e caratteristico borgo situato tra le Crete senesi e la Val d’Orcia.
Il primo museo italiano dedicato a questo prezioso frutto della terra e ospitato nei suggestivi sotterranei di un antico castello, offre un percorso espositivo che si snoda tra volte e pareti che conservano ancora tracce di affreschi del primo Trecento.
Il museo utilizza forme espositive immediate per offrire al visitatore la possibilità di intraprendere un piacevole viaggio nel complesso mondo del tartufo.
La prima sezione è dedicata al “Mistero del tartufo” la seconda, “Il tartufo e i sensi”, prevede esperienze sensoriali e coinvolgenti attraverso percorsi che interessano tatto, udito e gusto fino ad arrivare ad “odorama“, una vera e propria giostra dedicata all’olfatto.
Non manca la sezione dedicata ai molteplici utilizzi del tartufo in tavola.
Nel cuore delle crete senesi Il Museo dell’Antica Grancia e dell’Olio a Serre di Rapolano documenta la storia delle grance - antiche fattorie fortificate - appartenenti fin dal XIV secolo all’Ospedale senese di Santa Maria della Scala.
Le grance furono costruite per amministrare i numerosi terreni che i fedeli lasciavano in eredità all’ospedale e per conservare il raccolto agricolo prima di trasportarlo a Siena, dove era poi usato a fini caritatevoli.
La Grancia di Serre, risalente al Duecento, era un centro di produzione agraria locale capace di assicurare parte dei beni alimentari per l’ospedale senese.
Questa molteplicità di funzioni si rispecchia nel percorso articolato del museo: qui, infatti – attraverso strumenti antichi, immagini fotografiche e documenti – si riannodano simbolicamente i fili di un lungo tratto della storia della comunità di Rapolano e Serre, ma anche di tutta la provincia senese.
Nel Museo è presente anche un’olioteca dove poter assaggiare e acquistare l’olio dei principali frantoi senesi.
A pochi chilometri di distanza, a Buonconvento, possiamo trovare il Museo della Mezzadria Senese realizzato nei suggestivi spazi seicenteschi di un antico granaio padronale per documentare e far rivivere, con un allestimento storico ed evocativo, il mondo rurale ormai scomparso che ha caratterizzato, fino agli anni Sessanta, il paesaggio e la società toscane.
Il museo propone interessanti spaccati della vita dei contadini e raccoglie diverse testimonianze sulla mezzadria attraverso foto d’epoca, oggetti originali, passi letterari, musiche, filmati e documenti d’archivio.
Per tutti gli appassionati del vino e di tutto ciò che ruota attorno al suo mondo, a Montelupo Fiorentino è possibile visitare l’Esposizione permanente sul fiasco toscano che racconta la storia del tipico contenitore in vetro a forma ovoidale rivestito di erba palustre.
La mostra si trova all'interno della torre trecentesca affacciata sul fiume Arno, nata proprio per il controllo dei traffici fluviali. All'esterno, una statua in bronzo dell'artista Piero Bertelli ricorda il lavoro delle fiascaie, le donne che rivestivano i recipienti, intrecciando con maestria i fasci di erbe essiccate.
A Rufina il nome del paese si confonde da almeno un secolo con quello del vino. La produzione ed il consumo del vino in Val di Sieve sono testimoniate fin dall'età etrusca, così come il commercio che appare documentato fin da quando erano ancora aperti i cantieri della cupola del Brunelleschi.
Il Museo della Vite e del Vino racconta la produzione vitivinicola di questo territorio e tutto il lavoro che serve per realizzare la produzione attraverso l'innovazione qualitativa e la fedeltà assoluta verso la tradizione.
Da qui la scelta del Museo di essere laboratorio di memoria e nuove esperienze, come esprime anche lo spazio di allestimento: le cantine di Villa Poggio Reale e l' Enoteca, dove i segni del passato sono affiancati alla vitalità della produzione attuale.
Spostandoci verso il Mugello- nel comune di Borgo San Lorenzo - un’abitazione colonica che esisteva probabilmente già nel Trecento, è diventata oggi un museo e, insieme, un laboratorio dove si conserva e si valorizza la memoria dell’antico mondo contadino dell’Appennino tosco-romagnolo.
Il Museo della Civiltà Contadina Casa d’Erci mette in mostra oltre duemila arnesi, oggetti e documenti che testimoniano la civiltà contadina del Mugello, caratterizzata da colture agrarie, attività boschive e produzione di carbone.
Un sentiero naturalistico-storico illustra poi le trasformazioni culturali e paesaggistiche del territorio e permette di ricostruire le fasi delle varie attività che si svolgevano nel bosco.
C'è inoltre un orto botanico in cui sono coltivate piante caratteristiche dell’Appennino.
Il Piccolo Museo dell’Olio si trova nel suggestivo borgo di Castagneto Carducci e racconta - attraverso l’esposizione di vecchie attrezzature utilizzate per la produzione dell’olio extravergine di oliva e foto d’epoca - i momenti della raccolta delle olive nel tempo. L’olivo rappresenta uno straordinario simbolo della terra fin dai tempi degli Etruschi ed è una delle piante più coltivate al mondo.
Percorrendo la costa in direzione di Grosseto ecco che troviamo il Museo della Vite e del Vino di Scansano indirizzato non soltanto all'informazione sui vini prodotti nel territorio, ma anche alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni.
Spostandoci verso l'entroterra grossetano troviamo, infine, il Museo della Vite e del Vino di Montenero d'Orcia - Castel del Piano, Monte Amiata - che racconta la cultura della vite e degli oggetti tradizionali per la viticoltura e la vinificazione.
Di particolare interesse è il “pigiauva”, un torchio risalente al 1700 in legno di quercia, utilizzato per la spremitura fino al 1910.
All’interno del museo è possibile trovare anche informazioni su due dei più importanti prodotti tipici del Monte Amiata: la castagna e l’olio extravergine di oliva.