La Toscana, terra natia di Dante Alighieri, è stata spesso protagonista dei viaggi compiuti dal Sommo Poeta prima e dopo l’esilio da Firenze. Molti dei luoghi che lo hanno visto passare o che sono ricordati nella Divina Commedia si trovano lungo il tracciato della Via Francigena: seguendone l’itinerario è possibile ripercorrere molte vicende storiche sulle tracce di Dante.
San Gimignano è una delle città dove è certa la permanenza del Sommo Poeta: è documentato il suo arrivo nel 1300 in rappresentanza della Lega Guelfa, con l’obiettivo di ottenere un’alleanza politica. La stanza del Palazzo Pubblico dove tenne la sua arringa gli è stata dedicata e si chiama oggi Sala Dante.
In tutto il centro storico è possibile trovare riferimenti alla Divina Commedia e opere che si ispirano al suo lavoro, da scoprire con un itinerario ad hoc che va dalle sale comunali alle chiese, fino al Museo della Vernaccia, unico vino in assoluto ad aver meritato una menzione nel poema dantesco.
Dalla citazione nella Commedia sappiamo che Dante deve aver ammirato le mura e le torri di Monteriggioni: un tempo molto più imponenti di adesso, lo impressionarono al punto tale da essere paragonate ai giganti incastrati intorno al pozzo delle Malebolge (Inferno, XXXI, vv.40-45).
Alcune notizie e molte voci riportano una serie di visite che Dante fece nella città di Siena. La prima e unica fonte accreditata è il Trattatello di Boccaccio, dove il poeta viene descritto come profondamente assorto nelle sue letture. Alcune fonti affermano che Dante visse e studiò a Siena per alcuni mesi, altre riportano che qui fece studiare suo figlio. Sebbene queste notizie non siano del tutto certe, è però fuori di dubbio che il Sommo frequentasse alcune personalità senesi — tra cui Cecco Angiolieri — e conoscesse molto bene luoghi e vicende della città: in tutto il centro storico sono appese delle targhe (otto in totale) che citano passi della Divina Commedia, apposte sugli edifici dove i fatti narrati sono realmente accaduti. Così, ad esempio, si possono ammirare quelle in Via della Diana, in Vicolo Beato Pier Pettinaio, in Via del Moro o al Casato di Sotto.
Lungo la Via Francigena ci sono alcuni luoghi le cui vicende vengono citate nella Divina Commedia.
In Val d'Arbia, la piramide commemorativa di Montaperti riporta i versetti 80-81 del Canto XXXII dell’Inferno, in cui Dante incontra Bocca degli Abati, traditore dei guelfi. La stessa battaglia viene citata anche nel Canto X e descritta come tanto cruenta e sanguinosa da tingere di rosso il fiume Arbia (Inferno, X, v. 85).
Legata sia a Siena che a Monteroni è Pia de’ Tolomei, a cui Dante dedica il Canto V del Purgatorio.
Le vicende di Radicofani e del suo brigante gentiluomo, Ghino di Tacco, emergono invece dal Canto VI del purgatorio, in cui il poeta riconosce Benincasa da Laterina (chiamato l’Aretino), ucciso proprio da Ghino di Tacco.
Una vicenda documentata è quella che vede Dante ospite della famiglia Malaspina nel 1306, con lo scopo di fare da mediatore tra gli stessi Malaspina e i vescovi di Luni. Non è chiaro se i luoghi in cui ha viaggiato siano quelli che incrociano il tracciato della Via Francigena, tuttavia un riferimento ai feudatari lunigianesi si trova nel Canto VIII del Purgatorio, dove Dante incontra Corrado Malaspina, che gli “predice” il viaggio nella terra dove fu potente in vita.