La parte meridionale dell’Isola del Giglio è la più selvaggia e affascinante: antiche terrazzature, ormai abbandonate, servivano per la coltivazione della vite. L’ampia baia delle Cannelle si trova proprio al limite esterno di questa zona, non lontano da Giglio Porto, ed è la più frequentata dai turisti giornalieri. Si può raggiungere in auto per mezzo di una stradina stretta ma asfaltata, oppure via mare. La baia è caratterizzata da una bella spiaggia di finissima sabbia bianca (immergendosi nell'acqua si ha la caratteristica impressione di scorgere una miriade di pagliuzze dorate), ben protetta dai venti di libeccio, ponente e maestrale in estate questa piccola baia è molto calda (e affollata).
L'insediamento turistico più importante dell’isola occupa una splendida baia incorniciata dall’imponente Faraglione, da un lato, e dalla Torre del Campese, dall’altro. Situata su un isolotto di scogli unito alla terra da un ponticello, la torre medicea, di proprietà privata, fu costruita tra il XVI e il XVII secolo come sede delle guardie di sanità.
Da antico porto romano, conserva il suo nucleo più antico intorno alla Torre del Porto, costruita nel Cinquecento come baluardo difensivo contro i pirati. Nell’attigua baia del Saraceno, a pelo d’acqua, si distinguono i resti della villa che la famiglia dei Domizi Enobarbi fece costruire a partire dal I secolo a.C. Più a nord, coperta di pini, si protende in mare una piccola penisola dominata dai resti della Torre del Lazzaretto, parte del sistema difensivo eretto dai Medici alla metà del XVI secolo.
A Giglio Porto sono stati rinvenuti i resti di una villa marittima appartenente alla famiglia dei Domizi Enobarbi, illustre famiglia senatoria che sul mare e sulle attività mercantili aveva costruito la sua ricchezza. La villa, costruita nella seconda metà del I secolo a.C., fu completamente ristrutturata nel II secolo d.C., con l’acquisizione al patrimonio imperiale dei beni appartenenti ai Domizi Enobarbi.