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Photo © Kinzica Sorrenti
Photo © Kinzica Sorrenti

La pasta della tradizione toscana

Pasta fresca tipica regionale

Cos’hanno in comune le paste ripiene e le paste fresche? L’elemento base: l’impasto di acqua e farina, con o senza uova, che nelle prime è la sfoglia e nelle seconde è il tutto. Sia le une che le altre possono essere frutto di produzioni domestiche, delle cucine dei ristoranti o di micropastifici artigianali, oltre che di tipo industriale; mentre la pasta cosiddetta secca è quasi sempre figlia di una produzione industriale.

Le paste ripiene cominciano ad essere preparate per le prime volte nelle corti rinascimentali italiane. Non sono certo nate lì, perché in Oriente c’è una forte e più antica tradizione di paste ripiene, cotte prevalentemente a vapore o sulla piastra. È tipicamente italiano invece l’uso dell’uovo nell’impasto della sfoglia: in un gran numero di forme e tipi, contiene il ripieno, che può essere a base di carne, pesce, verdure, formaggi. Storicamente le paste ripiene in Italia si sono diffuse nel Centro Nord, soprattutto nella Pianura Padana, anche se oggi mode alimentari e produzione industriale ne abbiano favorito la diffusione anche nelle regioni meridionali.

Veniamo alla nostra splendida Toscana.

La preparazione dei tortelli di patate
La preparazione dei tortelli di patate - Credit: Thomas Williams and Meagen Collins
Gli gnudi, piatto tipico toscano
Gli gnudi, piatto tipico toscano - Credit: Francesca Fantoni

I tortelli di patate del Mugello, tra Firenze e l’Appennino, sono molto conosciuti; la sfoglia di forma quadrata è riempita con patate lesse e formaggio e possono essere conditi con ragù di carne, sugo di nana, cioè l’anatra o di cacciagione.

A Grosseto e dintorni vanno molto i tortelloni alla maremmana, quadratoni ripieni di ricotta, spinaci cotti, noce moscata, un pizzico di sale e spesso di pecorino grattugiato. Mentre i tordelli lucchesi, farciti con un misto di carne macinata, mortadella, formaggio grattugiato ed erbe aromatiche, si trovano anche nella limitrofa Versilia e nei dintorni di Massa e di Carrara.

I pannicelli aretini sono anch’essi ravioloni col solito ripieno di ricotta, spinaci o bieta, formaggio grattugiato, sale e pepe, ma non vengono fatti lessare, bensì sono fatti gratinare in forno con un sugo di pomodoro o con burro, parmigiano e cannella. E poi ci sono gli gnudi, in cui non c’è la sfoglia, c’è solo il ripieno! Di spinaci, bietola o altre verdure, ricotta, formaggio grattugiato, spezie e alle volte anche uova; vengono infarinati e lessati in acqua bollente per essere poi scolati non appena vengono a galla.

Veniamo all’essenziale, cioè alla sola pasta, cominciando dalle famose pappardelle, sia nella variante più semplice a base di acqua e farina, sia nella versione all'uovo, una sorta di tagliatella larga almeno due centimetri; un piatto storico che trova la sua migliore celebrazione con ragù di carni e cacciagione. Altrettanto famosi i pici, fatti di acqua, farina, olio, sale, alle volte un po' di semolino: spaghettoni irregolari ottenuti da una sfoglia piuttosto grossa che a porzioni viene fatta rotolare e poi allungare fino ad ottenere il risultato finale; quelli all’aglione, un sugo con pomodoro e aglione appunto, un bulbo dalla forma di un grandissimo aglio, ma dal sapore più delicato, sono i più diffusi. Meno conosciuti i bringoli, spaghettoni spessi e lunghi a base di acqua e farina e un po’ di mais, tipici dell’'Aretino; e le ciriole, spaghettoni della zona tra Val di Chiana e provincia di Siena.

La ricetta dei pici di Siena
La ricetta dei pici di Siena - Credit: Dana McMahan

Passando ai formati più grandi e particolari, ecco i testaroli, crespelle piuttosto alte della Lunigiana e della limitrofa Liguria, preparate con un impasto di acqua, farina e sale, più raramente con la farina di castagne, cotte con l'extravergine o lo strutto nel testo, un attrezzo una volta in terracotta, oggi in ghisa o ferro; sono poi lessati in acqua e conditi in vario modo. A proposito di farina di castagne, eccola presente in buona percentuale, insieme a farina di grano e sale, nelle lasagne bastarde o matte, sempre della Lunigiana; e nei maccheroni di Ciaccio, di forma romboidale e leggermente più piccola: piatto tipico dell'Alta Versilia, con sfoglia spessa e ruvida che accompagna sughi robusti, come i ragù di carne e la selvaggina.

Acqua, farina e fantasia: come nasce la pasta in Toscana
Acqua, farina e fantasia: come nasce la pasta in Toscana

E per finire i mitici topini, denominazione toscanissima degli gnocchi di patate, diversi da questi solo per le dimensioni, minori, e per il piccolo buco centrale, necessario a meglio trattenere i sughi e i condimenti.

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