La Toscana è una regione dai mille sapori, capaci di ammaliare ogni turista. Tra i protagonisti della tradizione culinaria, c’è senza dubbio il tartufo, quello che i latini denominavano Tuber. Decantato da Plinio il Vecchio, Plutarco e molti altri, il tartufo è oggi un prodotto prelibato, sinonimo di speciali tecniche di cavatura, tradizioni, antichi mestieri e leggende.
Si possono distinguere diverse tipologie di tartufo in Toscana. Ogni specie matura in un determinato periodo dell’anno: in autunno si trova il tartufo bianco; in inverno il tartufo nero e il brumale; in inverno e in primavera il tartufo marzuolo; in estate e in autunno il tartufo scorzone e l’uncinato.
Per promuovere e valorizzare questo patrimonio enogastronomico è nata l’Associazione Nazionale Città del Tartufo che, anche in Toscana, conta diversi borghi associati.
Arcidosso è un delizioso borgo del Monte Amiata con una cultura enogastronomica antica che affonda le radici già nel tardo Medioevo. Orti, vigneti, oliveti, frutteti: il territorio è sempre stato ricco di prodotti di qualità che, oggi, attirano un flusso considerevoli di turisti e curiosi. In autunno, Arcidosso diventa il paradiso per gli amanti dei frutti del bosco, come le castagne, i funghi e i tartufi.
Il territorio di Capolona, nell’Aretino, grazie al suo caratteristico ambiente fatto di foreste e alberete, rappresenta uno dei riferimenti provinciali più importanti e vasti per il tartufo Marzuolo (o bianchetto), per lo scorzone e seppur in minima parte, per il tartufo bianco. Il terzo fine settimana di marzo, viene organizzata una speciale manifestazione rivolta ad esperti e semplici appassionati: “Filiera del Tartufo Marzuolo”.
A Castell’Azzara, un’altra località dell’Amiata, la ricerca del tartufo è storia, passione, tradizione. Anche qui, ogni anno, non mancano le feste e le sagre dedicate alle varie tipologie di Tuber, con dimostrazioni dal vivo e spiegazioni dei tartufai.
Montaione, adagiato su una collina nel cuore della campagna Toscana in provincia di Firenze, è circondato dal paesaggio della Valdelsa, percorso da vigneti, oliveti e filari di cipressi. Nei suoi boschi proviene nasce il tartufo bianco, apprezzatissimo dai consumatori più esigenti.
A questo prodotto è dedicata anche la Tartufesta, una tipica manifestazione che si tiene ogni anno a ottobre.
Della Valdelsa è anche Montespertoli, un territorio noto già al tempo degli Etruschi. Gli amanti della buona cucina possono percorrere la sinuosa Strada del vino di Montespertoli e fermarsi di tanto in tanto per degustare un calice. Tra vino, olio e artigianato, d’autunno e in primavera sulle tavole non può mancare il tartufo, spesso protagonista delle feste paesane.
Appartiene alla provincia di Pisa Palaia, un piccolo centro della campagna toscana che fa da cornice perfetta al tartufo. Il clima, l’ambiente e le caratteristiche del terreno sono l’habitat ideale per la nascita del Tuber. Grazie a una recente collaborazione con l’Università di Pisa, è nata anche una Carta di Identità dedicata a questo prodotto che aiuta i ricercatori nella fase di identificazione della qualità.
Il borgo delle Crete Senesi di San Giovanni d’Asso, addirittura, vanta il primo museo italiano dedicato al Tartufo: un’esposizione che approfondisce la caratteristiche del prodotto ma anche la sua storia e la sua lavorazione.
Tra le ricette tipiche del territorio, si ricordano la stracciatella in brodo con tartufo bianco delle Crete Senesi e il lombo di cinta senese tartufato.
Situato lungo la Via Francigena, nel cuore delle colline pisane, il borgo di San Miniato è un luogo ideale per una sosta all’insegna del gusto. Qui, tra antiche architetture, da cui spicca la Rocca, si può gustare nel periodo autunnale il tartufo. Il tartufo bianco delle colline sanminiatesi è il Tuber Magnatum Pico, ‘Cibo dei Re’, regolato da un severo disciplinare che popola le tavole dei migliori ristoranti.
Info: cittadeltartufo.com