Attraversiamo Roccastrada seguendo una risorsa importantissima, ovvero l'acqua. Un percorso che fa scoprire questo borgo medievale e la sua bellezza toccando lavatoi, fonti, fontane e dighe. Un luogo dove ancora si sente un'atmosfera sospesa nel tempo.
Citata nel catasto Leopoldino che risale presumibilmente al 1800. Realizzata in pietra è stata per decenni il lavatoio pubblico del paese.
Apparteneva all'Abbazia di Giugnano, Chiesa di San Quirico, è composta da un arco antico e una vasca in trachite (XVII sec).
Sorge sui resti della ex fonte Il Canalone, andata distrutta, è stata realizzata in trachite dagli artisti che ogni anno giungono a Roccastrada per l'Itinerario della Pietra.
Si trova lungo il corso del bacino del Farma, sulla strada chiamata “delle ferriere”, è raggiungibile seguendo il percorso trekking della Farma.
Il Mulino è stato costruito intorno alla metà del XIII secolo ed è molto ben conservato. I lavatoi di Roccatederighi sono stati restaurati e risalgono ai primi del 900. Nel centro del paese di Montemassi si trova un'antica cisterna che forniva l'acqua all'intera comunità. Molti sono i palazzi che al proprio interno mantengono una cisterna privata (usanza frequente in passato).
Dalla strada provinciale che da Giuncarico sale a Ribolla, in prossimità del fiume Bruna si possono vedere, coperti per una buona parte da vegetazione di rovo, gli imponenti ruderi (123 metri in riva sinistra nel Comune di Roccastrada e 60 metri in riva destra nel Comune di Gavorrano) della diga Muracci sul Bruna, il più antico sbarramento completo a traversa muraria di un fiume. I “Muracci”, sono stati chiamati così dalla consuetudine popolare. Sono i resti quattrocenteschi di un'antica peschiera ideata nel 1462 dalla Repubblica di Siena, progettata nel 1468 e terminata nel 1481. Undici anni dopo, nel 1492, la peschiera si ruppe in seguito a grandi inondazioni procurando enormi danni alle campagne circostanti. Le acque del fiume Bruna in antichità venivano usate prevalentemente per l'allevamento ittico.