Tra le architetture del tempo, meritano una citazione la Parrocchiale di S. Leopoldo e la Fonderia di ghisa, a Follonica (già centro siderurgico del granducato), dove Carlo Reishammer sperimentò l'impiego delle ghisa e del ferro nell'architettura e nelle componenti ornamentali.
Nel campo della scultura, segnaliamo alcune statue di granduchi, evidentemente ispirate da intenti encomiastici. È il caso del Monumento al granduca Pietro Leopoldo, al centro della Piazza Martiri a Pisa, eseguita da Luigi Pampaloni, mentre l'apparato ornamentale dei bassorilievi è di Emilio Santarelli e Temistocle Guerrazzi.
A Livorno, sulla Piazza della Repubblica, dominano la Statua di Leopoldo II, realizzata da Emilio Santarelli, e quella di Ferdinando III, alla quale attese Francesco Pozzi. Tra gli scultori, Lorenzo Bartolini si pone diversamente rispetto ai suoi contemporanei, sintetizzando schemi rinascimentali e aspetti più propriamente naturalistici e romantici, mentre l'artista senese Giovanni Dupré, si distinse nell'esecuzione di monumenti e ritratti ispirati al classicismo ed al realismo
La pittura a cavallo del XVIII e del XIX secolo è ispirata da concetti accademistici, rifacendosi spesso a sperimentazioni di provenienza extraregionale (Davidisti e Puristi). Tra i pittori romantici ricordiamo Giuseppe Bezzuoli e Stefano Ussi, la cui produzione prelude già alla scuola verista.