Vino, olio e grano erano i tre prodotti alimentari alla base della dieta degli Etruschi e anche una parte importante della loro attività commerciale. Abili agricoltori seppero utilizzare la loro strumentazione all'avanguardia per l'epoca e ricavare dalla terra non solo i prodotti che servivano al fabbisogno giornaliero ma anche da poter esportare e commercializzare. Un impiego organizzato e sistematico di risorse che gli permise di sfruttare il fertile territorio e di soddisfare i piaceri della tavola, divenendo anche dei cuochi provetti che offrivano le pietanze più prelibate a ospiti esigenti. In Toscana è possibile ricalcare orme etrusche che conducono alla scoperta dei loro usi e costumi culinari; tre sono i diversi itinerari per esplorare il bellissimo territorio toscano, tra la campagna più suggestiva e borghi millenari, e approfondire la conoscenza dell'antico e affascinante popolo etrusco grazie ai numerosi musei e aree archeologiche che si intercettano lungo i percorsi.
Il cosiddetto nettare degli dei, è stato un prezioso tesoro anche per gli etruschi che producevano in gran quantità e commerciavano in tutto il Mediterraneo. Undici sono le tappe che tra reperti archeologici e tradizioni millenarie vi faranno scoprire il culto del vino oggi come allora. Partendo da Barberino Tavarnelle, le porte del Chianti, proseguendo verso la aldichiana con Cortona dove ha sede uno dei maggiori musei etruschi, il MAEC, Torrita di Siena e Montepulciano, dove nasce il famoso Vino Nobile. L'itinerario continua in Val d’Orcia; a San Quirico d’Orcia e Castiglione d’Orcia, borghi ricchi di bellezze naturalistiche e storiche, basterà passeggiare per le vie per respirarne le antiche origini e degustarne le tipicità. Tra Pitigliano e Scansano, due tappe di rilievo vitivinicolo e archeologico da non perdere, si passa dalle Vie Cave, spettacolari percorsi scavati nel tufo, tra muschi e licheni, realizzati dagli etruschi migliaia di anni fa. Nel grossetano, l'area archeologica di Roselle e i siti e ritrovamenti etruschi a Gavorrano fanno da preludio al termine dell’itinerario, che si concluderà con la visita a Civitella Paganico e a una piccola tomba etrusca recentemente trovata.
In Etruria l’olio veniva ampiamente utilizzato a tavola ma anche in altri ambiti: in quello religioso, per accendere le lampade nei santuari, nelle illuminazioni di case ed edifici pubblici e privati, in campo medico, come antidolorifico, e in quello estetico, per profumare pelle e capelli. Sono numerosissimi i contenitori per essenze profumate a base d’olio ritrovati ed esposti nei musei che si trovano nei borghi toscani in particolare tra la Valdichiana senese e aretina. Partendo dalla già citata Cortona, fino ad arrivare a Sarteano, non è difficile cogliere l’anima del passato e scoprire ad ogni angolo la presenza etrusca. Le dodici tappe che compongono questo itinerario, accompagnano in un viaggio peculiare tra i ritrovamenti, le tradizioni e le curiosità nella cultura agroalimentare degli etruschi e nell’uso dell’olio nei vari aspetti della vita quotidiana grazie ai pezzi unici conservati nei vari musei, tra cui il museo civico archeologico di Castiglion Fiorentino, la collezione archeologica "Giancarlo Pallavicini" di Trequanda, il museo nazionale etrusco di Chiusi e il museo civico archeologico di Sarteano. Gli ulivi circondano i paesi e sovrastano le colline, componendo il tipico paesaggio della Toscana insieme ai vigneti, allora come oggi.
Il grano, ma anche il farro e l’orzo venivano già coltivati dagli etruschi che sapevano sfruttare la fertilità della terra e l’andamento delle acque. In quello che fu il cuore dell’Etruria, i luoghi dove si avverte la presenza etrusca si rincorrono: ad Asciano, tra i paesaggi lunari delle Crete senesi dove si trova la necropoli di Poggio Pinci, a Monteroni d’Arbia dove c’è la suggestiva necropoli nel bosco a Castello di Grotti, mentre Murlo ospita l'Antiquarium Poggio Civitate con numerosi reperti provenienti da una residenza principesca di VII-VI sec. a. C. Il viaggio, nei luoghi dove i nostri antenati lavoravano la terra, prosegue a San Quirico d’Orcia e a Castiglione d’Orcia: tra queste colline Patrimonio Unesco le acque termali ci guidano in atmosfere magiche grazie alle vasche e alle sorgenti di Bagno Vignoni conosciute per le loro proprietà terapeutiche e salutari. Le stesse emozioni si provano ammirando le sorgenti di Bagni San Filippo, e con gli scorci sulle bianche e imponenti formazioni calcaree. Il museo archeologico e d'arte della Maremma di Grosseto e l’area archeologica di Roselle sono tappe fondamentali del viaggio, insieme al museo civico archeologico e all'area archeologica nazionale di Vetulonia, per visite e passeggiate indimenticabili.