Viaggio nel tempo: 4 caffè storici in Toscana

Il Caffè dell’Ussero nasce nel 1775 a Pisa ed è il terzo caffè più antico d'Italia. Si trova in uno dei più bei palazzi dei lungarni pisani, Palazzo Agostini e, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, fu uno dei luoghi in cui presero avvio le idee illuministe e risorgimentali italiane. 
Il Caffè, nel tempo, ha assunto diversi nomi come quello di  “Caffè dell’Unione”, perché ospitò le riunioni del primo Congresso Italiano degli Scienziati nel 1839: ancora oggi, sulle pareti, è possibile rivivere i ricordi dei suoi illustri frequentatori, come il poeta Giosuè Carducci o Giuseppe Mazzini.

Ricco di fascino grazie allo stile liberty, il Caffè Poliziano a Montepulciano, si trova proprio nel cuore di questo incantevole borgo rinascimentale.
L’insegna esterna, i soffitti, gli stucchi, le grandi vetrate, le porte e le finestre sono ancora originali e mantengono intatto l’antico fascino, anche grazie ad un meticoloso restauro all’inizio del Novecento.
Meta imperdibile per molti turisti, nel tempo ha incantato personalità come Pirandello e Fellini.

Stile liberty, soffitti affrescati, boiserie, archi e un maestoso banco accolgono i clienti nello storico Caffè Gilli a Firenze.
Situato a due passi dalla magnifica Piazza del Duomo, è il caffè più antico di Firenze infatti, è stato aperto nel 1733 con il nome di Bottega dei Pani dolci nella prestigiosa Via dei Calzaiuoli.
È il 1917 quando Gilli si sposta in Piazza della Repubblica, dove si trova ancora oggi.
Negli anni è stato l’elegante caffè dei pittori come Ardengo Soffici, dei letterati come Marinetti e di molti altri artisti.

Un vero e proprio gioiello liberty, il Caffè Fiaschetteria Italiana si trova nel cuore di Montalcino ed è stato creato da Ferruccio Biondi Santi, il padre del Brunello. 
Polo enologico e culturale dei produttori locali e meta di turisti da tutto il mondo, è un luogo rimasto identico nel tempo: bancone, vetrine, divani in velluto rosso, specchi e tavolini in marmo giallo sono gli stessi che si potevano ammirare a fine Ottocento.