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Itinerari bike

L’anello del monte Amiata - Gravel

La circumnavigazione dell’antico vulcano in bici gravel
di  Amiata

Da lontano è evidente l’origine vulcanica del Monte Amiata, che si staglia, ampio e solitario su un territorio senza altre cime in grado di reggere il confronto. Un’isola, insomma, che sorge tra la maremma e la dorsale appenninica.

E cosa c’è di più bello del fare il periplo di un’isola, per vederla da tutti i suoi lati? Partiremo quindi per questa escursione, ma senza bisogno di patente nautica o di barca a vela; una bici gravel sarà più che sufficiente.

Il percorso arriva a quasi 180 km sfiorando i 4000 m di dislivello e non si può quindi programmare in un’unica giornata. Bisogna quindi prevedere almeno tre giorni, a seconda del livello di allenamento (o delle batterie), oltre a, magari, un’ulteriore giornata per la scalata della vetta (1738 m slm), imprescindibile se si vuol dire di aver conosciuto il Monte.

L’itinerario è basato su quello gemello creato per le bici da strada in cui sono state inserite, dove possibile, le varianti su strada bianca. Ci sono diverse possibilità di spezzare l’itinerario e molto dipende dal punto di partenza. In questo caso partiamo da Abbadia San Salvatore e possiamo quindi consigliare, come punti tappa, Santa Fiora e Seggiano, a distanze compatibili per una divisione in tre giornate.

Si parte quindi da Abbadia San Salvatore, uno dei centri più turistici e noti territorio e che deve il nome all’antica abbazia costruita in epoca longobarda. Ci dirigiamo verso Piancastagnaio, a sud, prendendo una variante sterrata che ci farà subito immergere nel verde dei boschi che coprono le pendici dell’Amiata. Circa cinque chilometri ed eccoci sotto la rocca del borgo.

La discesa diventa ripida sino al fondovalle; all’altezza di una zona industriale svoltiamo a destra per una serie di digressioni su sterrati e strade minori che ci faranno rientrare sul percorso stradale oltre Castell’Azzara.

Qui svoltiamo a sinistra e poi teniamo la destra, seguendo le indicazioni per Piancastagnaio e non per Santa Fiora, che raggiungeremo comunque dopo 13 km tenendo la sinistra al bivio successivo. Poco dopo Santa Fiora la strada riprende a salire per poi scendere nuovamente in direzione di Roccalbegna.

Non arriveremo al paese perché poco prima (circa 11 km dopo aver lascito Santa Fiora) prenderemo a destra lungo uno sterrato che ci porterà verso il Monte Labbro, per andare a conoscere la roccaforte dei giurisdavidici di David Lazzaretti, una setta religiosa considerata sovversiva e soppressa con la forza nel 1878. La strada arriva sino a 1110 m, “cima Coppi” di tutto il tour (la vetta del Monte Labbro e a 1190 m).

Iniziamo una lunga discesa che ci porterà ad Arcidosso, a Castel del Piano e infine a Seggiano, possibile secondo punto tappa del nostro anello.

Ripartendo da Seggiano ci stacchiamo ancora dall’anello su strada per una digressione su viabilità minore e strade bianche che ci porterà nuovamente nella natura lungo le pendici dell’Amiata. Scavalchiamo il fiume Orcia e prendiamo a destra per affrontare le ultime due salite. La prima ci porterà a Radicofani, sormontato dalla fortezza di Ghino di Tacco, famoso brigante della metà del Duecento. L’ultimo tratto scende sino al fondovalle del Paglia per poi risalire sul versante opposto, toccare quota 915 m e infine chiudere l’anello ad Abbadia San Salvatore.

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