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Itinerari
3 giorni per scoprire tutti i sapori di Prato

Da Carmignano a Vaiano e Vernio: un tour nel gusto e nelle tradizioni della Toscana

La Toscana è una regione ricca di produzioni autoctone e accanto a quelle più famose e rinomate ci sono moltissimi prodotti poco conosciuti che vale la pena di scoprire o riscoprire. 

Nell'area di Prato sono numerose le trattorie, le osterie e le taverne in cui si possono gustare specialità enogastronomiche. Da Carmignano a Vaiano: ogni località propone i vini locali e i piatti della tradizione. Si va dalla classica pappa al pomodoro alle pappardelle all’anatra e al papero per passare al peposo, alla Mortadella di Prato IGP e agli zuccherini di Vernio: un vero e proprio viaggio enogastronomico nei sapori di Prato.

1.

In tre giorni cercheremo di vedere il più possibile di questo territorio della provincia di Prato, perciò il nostro viaggio inizia di prima mattina dal centro di Carmignano.

Entriamo all’interno della propositura dei Santi Michele e Francesco: se siamo fortunati potremo ammirare la bellissima Visitazione del Pontormo, un capolavoro del primo manierismo fiorentino. Spesso l’opera viene concessa in prestito a musei e istituzioni internazionali, perciò è meglio informarsi prima del viaggio.

Usciti dalla chiesa, ci immergiamo nella storia della Villa Medicea di Artimino, chiamata anche La Ferdinanda o Villa dei cento camini. La villa merita assolutamente una visita. Costruita per desiderio del Granduca Ferdinando I de' Medici che si era innamorato del Montalbano, serviva come residenza estiva della famiglia. Per assecondare la sua passione per la caccia, venne creato anche il grande Barco Reale, un enorme bandita che circondava appunto la villa.

Dopo tanta arte e cultura, ci concediamo un pranzo rilassante a base di prodotti tipici del territorio. E Carmignano ne ha da vendere! I fichi secchi sono il fiore all’occhiello della cucina locale, un prodotto invernale che viene consumato prevalentemente in occasione delle festività natalizie.

Il territorio di Carmignano produce vini squisiti. Assaggeremo la DOC Barco Reale e la DOCG Carmignano, ma anche il Vinsanto DOC Occhio di Pernice, da abbinare agli amaretti. Gli amaretti di Carmignano sono un’altra eccellenza da non perdere: sono dei dolcetti dal colore ambrato e dal sapore di mandorla, realizzati seguendo una ricetta dell’Ottocento.

Terminiamo la giornata con una bella passeggiata nei pressi della rocca di Carmignano per godere del panorama sulle colline circostanti. D’estate qui viene organizzata la manifestazione Calici di Stelle che propone degustazioni di vino e specialità locali sotto il cielo d’agosto.

In tre giorni cercheremo di vedere il più possibile di questo territorio della provincia di Prato, perciò il nostro viaggio inizia di prima mattina dal centro di Carmignano.

Entriamo all’interno della propositura dei Santi Michele e Francesco: se siamo fortunati potremo ammirare la bellissima Visitazione del Pontormo, un capolavoro del primo manierismo fiorentino. Spesso l’opera viene concessa in prestito a musei e istituzioni internazionali, perciò è meglio informarsi prima del viaggio.

Usciti dalla chiesa, ci immergiamo nella storia della Villa Medicea di Artimino, chiamata anche La Ferdinanda o Villa dei cento camini. La villa merita assolutamente una visita. Costruita per desiderio del Granduca Ferdinando I de' Medici che si era innamorato del Montalbano, serviva come residenza estiva della famiglia. Per assecondare la sua passione per la caccia, venne creato anche il grande Barco Reale, un enorme bandita che circondava appunto la villa.

Dopo tanta arte e cultura, ci concediamo un pranzo rilassante a base di prodotti tipici del territorio. E Carmignano ne ha da vendere! I fichi secchi sono il fiore all’occhiello della cucina locale, un prodotto invernale che viene consumato prevalentemente in occasione delle festività natalizie.

Il territorio di Carmignano produce vini squisiti. Assaggeremo la DOC Barco Reale e la DOCG Carmignano, ma anche il Vinsanto DOC Occhio di Pernice, da abbinare agli amaretti. Gli amaretti di Carmignano sono un’altra eccellenza da non perdere: sono dei dolcetti dal colore ambrato e dal sapore di mandorla, realizzati seguendo una ricetta dell’Ottocento.

Terminiamo la giornata con una bella passeggiata nei pressi della rocca di Carmignano per godere del panorama sulle colline circostanti. D’estate qui viene organizzata la manifestazione Calici di Stelle che propone degustazioni di vino e specialità locali sotto il cielo d’agosto.

2.

Prato non ha bisogno di presentazioni. Ci limitiamo a selezionare alcune attrazioni divenute ormai il simbolo della città.

Prato è considerata un punto di riferimento importante per l’arte contemporanea anche grazie al Centro Pecci. Ci dirigiamo qui per una visita tra le installazioni artistiche e le opere più famose del settore. La collezione include infatti oltre mille opere, prevalentemente sculture, installazioni e ambienti, dipinti e opere video, realizzati tra gli anni Cinquanta del Novecento e i giorni nostri. Di particolare rilievo risultano lavori di vari esponenti dell'Arte Povera e della Transavanguardia italiana e internazionale, così come di artisti dell'ex URSS e della fotografia d'artista.

Anche Prato, in quanto a prodotti enogastronomici, non scherza. La mortadella di Prato IGP, ad esempio, è ben diversa da quella classica. Già dal colore, di un rosa più acceso, si capisce quanto sia speciale. Tra gli ingredienti, infatti, c’è anche l’alchermes e il suo profumo speziato è inconfondibile. Prepariamoci un panino con la bozza pratese, un antico pane della tradizione contadina ideale per cucinare zuppe e ribollita. Voglia di dolce? Nessun problema. Spostiamoci nel centro storico di Prato per gustare in pasticceria le leggendarie Pesche:  due piccole semisfere ambrate unite dalla crema pasticciera e inzuppate nell’alchermes. Un consiglio. Terminiamo la pausa pranzo con un bicchierino di Vermouth bianco di Prato, documentato in città già dal Settecento.

Una passeggiata tra i negozi e le botteghe del centro è obbligatoria. Rimarremo a bocca aperta davanti al Duomo e al pulpito, costruito da Michelozzo e decorato da Donatello.

Prato non ha bisogno di presentazioni. Ci limitiamo a selezionare alcune attrazioni divenute ormai il simbolo della città.

Prato è considerata un punto di riferimento importante per l’arte contemporanea anche grazie al Centro Pecci. Ci dirigiamo qui per una visita tra le installazioni artistiche e le opere più famose del settore. La collezione include infatti oltre mille opere, prevalentemente sculture, installazioni e ambienti, dipinti e opere video, realizzati tra gli anni Cinquanta del Novecento e i giorni nostri. Di particolare rilievo risultano lavori di vari esponenti dell'Arte Povera e della Transavanguardia italiana e internazionale, così come di artisti dell'ex URSS e della fotografia d'artista.

Anche Prato, in quanto a prodotti enogastronomici, non scherza. La mortadella di Prato IGP, ad esempio, è ben diversa da quella classica. Già dal colore, di un rosa più acceso, si capisce quanto sia speciale. Tra gli ingredienti, infatti, c’è anche l’alchermes e il suo profumo speziato è inconfondibile. Prepariamoci un panino con la bozza pratese, un antico pane della tradizione contadina ideale per cucinare zuppe e ribollita. Voglia di dolce? Nessun problema. Spostiamoci nel centro storico di Prato per gustare in pasticceria le leggendarie Pesche:  due piccole semisfere ambrate unite dalla crema pasticciera e inzuppate nell’alchermes. Un consiglio. Terminiamo la pausa pranzo con un bicchierino di Vermouth bianco di Prato, documentato in città già dal Settecento.

Una passeggiata tra i negozi e le botteghe del centro è obbligatoria. Rimarremo a bocca aperta davanti al Duomo e al pulpito, costruito da Michelozzo e decorato da Donatello.

3.

Interrompiamo la nostra gita culturale e dedichiamoci allo sport all’aria aperta! Bastano un paio di scarpe da trekking, acqua e voglia di avventura. Intraprendiamo uno degli itinerari possibili all’interno dell’Area Naturale Protetta Alta Carigiola e Monte delle Scalette che si estende tra i comuni di Cantagallo e Vernio. L'area, attraversata dalla rete sentieristica CAI, è caratterizzata dalla presenza di folte foreste di querce caducifoglie, carpino nero, orniello, castagno, faggio. 

Riprendiamoci dalle fatiche in qualche osteria di Vernio per gustare i suoi mitici tortelli con un ripieno di patate bollite e formaggio, meglio se conditi con sugo di carne. Ma la vera specialità della zona è lo zuccherino di Vernio, un biscotto all’anice. Nella Valle del Bisenzio venivano preparati in occasione delle feste nuziali; infatti la forma tradizionale a ciambellina ricorda la fede nuziale.

Nel pomeriggio, dopo la visita a scelta tra Villa Buonamici a San Gaudenzio (la stessa in cui soggiornava frequentemente anche Galileo Galilei) e Villa Mulinaccio nel territorio di Vaiano, ci regaliamo l’ultima merenda a base di Sassi della Calvana. Questo biscotto ricorda la forma e le varianti di colore dei sassi dei Monti della Calvana.

Interrompiamo la nostra gita culturale e dedichiamoci allo sport all’aria aperta! Bastano un paio di scarpe da trekking, acqua e voglia di avventura. Intraprendiamo uno degli itinerari possibili all’interno dell’Area Naturale Protetta Alta Carigiola e Monte delle Scalette che si estende tra i comuni di Cantagallo e Vernio. L'area, attraversata dalla rete sentieristica CAI, è caratterizzata dalla presenza di folte foreste di querce caducifoglie, carpino nero, orniello, castagno, faggio. 

Riprendiamoci dalle fatiche in qualche osteria di Vernio per gustare i suoi mitici tortelli con un ripieno di patate bollite e formaggio, meglio se conditi con sugo di carne. Ma la vera specialità della zona è lo zuccherino di Vernio, un biscotto all’anice. Nella Valle del Bisenzio venivano preparati in occasione delle feste nuziali; infatti la forma tradizionale a ciambellina ricorda la fede nuziale.

Nel pomeriggio, dopo la visita a scelta tra Villa Buonamici a San Gaudenzio (la stessa in cui soggiornava frequentemente anche Galileo Galilei) e Villa Mulinaccio nel territorio di Vaiano, ci regaliamo l’ultima merenda a base di Sassi della Calvana. Questo biscotto ricorda la forma e le varianti di colore dei sassi dei Monti della Calvana.

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