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Itinerari
Amiata Gran Tour: 7 giorni a piedi sul Monte Amiata

Riserve naturali, borghi medievali, l'antica Faggeta e la croce monumentale

by  Amiata

Vivere 7 giorni respirando i profumi della natura, tra arte, sapori genuini e spiritualità, in uno dei territori più suggestivi della Toscana: l’antica montagna sacra dell’Amiata. Venerata da Etruschi e Romani, l’Amiata è un piccolo paradiso di biodiversità, ideale per chi ama immergersi in lunghe escursioni nella natura alla riscoperta di se stessi.

Seguiteci in un viaggio a piedi lungo un percorso ad anello di 130 chilometri in 7 tappe, fino a raggiungere la Croce sulla vetta del Monte.

Attenzione: il seguente itinerario richiede un minimo di preparazione atletica.

1.

Il nostro viaggio a piedi alla scoperta dell’Amiata parte da Abbadia San Salvatore e dalla splendida Abbazia medievale, meta ogni anno di pellegrini che salgono dalla Via Francigena. Qui nell’800, sostò Carlo Magno, quando il suo esercito, colpito dalla peste, fu curato dai monaci con un'erba medicinale.  

Usciamo dal borgo attraverso le viuzze del centro storico e imbocchiamo la strada vecchia, immergendoci tra i secolari castagni dell’Amiata, per raggiungere il vicino borgo di Piancastagnaio. Famoso per il centro storico, con le 4 contrade e per la splendida Rocca Aldobrandesca, il borgo domina la valle. La salita sulla torre della Rocca regala un panorama eccezionale, insieme alla sensazione di sentirsi sentinelle contro il vento. 

Lasciamo Piancastagnaio ed entriamo nella Riserva naturale del Pigelleto e di Monte Penna che si estende per oltre mille ettari. Oltre ad avvistamenti di animali selvatici, come volpi, cinghiali, daini e scoiattoli, i boschi della Riserva ci consentono di ammirare anche molte specie di piante, come l’Abete bianco denominato Pigello, e ci accompagnano fino a Castell’Azzara, ultima tappa della giornata. 

Il centro storico di questo borgo è un vero e proprio libro di racconti del monte Amiata per alcune delle leggende più interessanti della montagna, preludio al meritato riposo in uno dei tanti agriturismi che lo circondando. 

25 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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Il nostro viaggio a piedi alla scoperta dell’Amiata parte da Abbadia San Salvatore e dalla splendida Abbazia medievale, meta ogni anno di pellegrini che salgono dalla Via Francigena. Qui nell’800, sostò Carlo Magno, quando il suo esercito, colpito dalla peste, fu curato dai monaci con un'erba medicinale.  

Usciamo dal borgo attraverso le viuzze del centro storico e imbocchiamo la strada vecchia, immergendoci tra i secolari castagni dell’Amiata, per raggiungere il vicino borgo di Piancastagnaio. Famoso per il centro storico, con le 4 contrade e per la splendida Rocca Aldobrandesca, il borgo domina la valle. La salita sulla torre della Rocca regala un panorama eccezionale, insieme alla sensazione di sentirsi sentinelle contro il vento. 

Lasciamo Piancastagnaio ed entriamo nella Riserva naturale del Pigelleto e di Monte Penna che si estende per oltre mille ettari. Oltre ad avvistamenti di animali selvatici, come volpi, cinghiali, daini e scoiattoli, i boschi della Riserva ci consentono di ammirare anche molte specie di piante, come l’Abete bianco denominato Pigello, e ci accompagnano fino a Castell’Azzara, ultima tappa della giornata. 

Il centro storico di questo borgo è un vero e proprio libro di racconti del monte Amiata per alcune delle leggende più interessanti della montagna, preludio al meritato riposo in uno dei tanti agriturismi che lo circondando. 

  • straighten
    Lunghezza tappa
    25 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -1181
  • trending_up
    Dislivello in salita
    1153
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2.

La seconda tappa inizia con l'esplorazione guidata della Grotta del Sassocolato, appena fuori Castell’Azzara: questa suggestiva cavità naturale è un tesoro nazionale che prende il nome dalle millenarie stalattiti e stalagmiti e ospita una nutrita colonia di pipistrelli di ben 12 specie diverse.

Risaliti in superficie, ci incamminiamo verso il Convento della Selva, una suggestiva chiesetta in mezzo ad un bosco di abeti dove sono conservate opere d'arte tra le quali una terracotta robbiana e il teschio che una leggenda vuole appartenesse addirittura ad un drago. 

A poca distanza ecco Santa Fiora, uno dei borghi piu' belli d’Italia: il suo fascino medievale desta stupore ad ogni angolo, con le piccole piazze e le strade acciottolate. Qui l’acqua è protagonista assoluta, con le sorgenti del Fiora che si riversano nella splendida Peschiera, parco-giardino di idilliaca bellezza. Da non perdere anche la visita alle Robbiane, nella Pieve delle sante Flora e Lucilla, e al cinquecentesco Palazzo Sforza Cesarini affacciato. 

22 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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La seconda tappa inizia con l'esplorazione guidata della Grotta del Sassocolato, appena fuori Castell’Azzara: questa suggestiva cavità naturale è un tesoro nazionale che prende il nome dalle millenarie stalattiti e stalagmiti e ospita una nutrita colonia di pipistrelli di ben 12 specie diverse.

Risaliti in superficie, ci incamminiamo verso il Convento della Selva, una suggestiva chiesetta in mezzo ad un bosco di abeti dove sono conservate opere d'arte tra le quali una terracotta robbiana e il teschio che una leggenda vuole appartenesse addirittura ad un drago. 

A poca distanza ecco Santa Fiora, uno dei borghi piu' belli d’Italia: il suo fascino medievale desta stupore ad ogni angolo, con le piccole piazze e le strade acciottolate. Qui l’acqua è protagonista assoluta, con le sorgenti del Fiora che si riversano nella splendida Peschiera, parco-giardino di idilliaca bellezza. Da non perdere anche la visita alle Robbiane, nella Pieve delle sante Flora e Lucilla, e al cinquecentesco Palazzo Sforza Cesarini affacciato. 

  • straighten
    Lunghezza tappa
    22 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -939
  • trending_up
    Dislivello in salita
    833
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3.

La terza tappa del viaggio è dedicata alla scoperta della natura.

Partiamo da Santa Fiora per attraversare pascoli di alpaca, fino a raggiungere la centrale geotermica di Bagnore 4. Da qui ci avventuriamo nella splendida Riserva naturale del Pescinello, tra alberi monumentali, giganteschi aceri e tigli centenari, oltre a cornioli e agrifogli, nati come per magia tra le pietraie di rocce calcaree o solitari in mezzo ai pascoli, in un paesaggio da fiaba. 

Raggiungiamo quindi il borgo di Roccalbegna, da sempre confine e passaggio tra la montagna e la pianura. A vegliare su questo delizioso borgo medievale è il Sasso, l’imponente roccia sulla cui cima sono ancora visibili i resti dell’antica Rocca Aldobrandesca e da dove si gode una vista mozzafiato sull’intera valle dell’Albegna. Più recente invece il Cassero senese, oggi trasformato in un delizioso giardino dove riposare le stanche membra.

La giornata potrà dirsi conclusa solo dopo una merenda a base di formaggi locali, birra artigianale e il tradizionale biscotto salato di Roccalbegna.

14 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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La terza tappa del viaggio è dedicata alla scoperta della natura.

Partiamo da Santa Fiora per attraversare pascoli di alpaca, fino a raggiungere la centrale geotermica di Bagnore 4. Da qui ci avventuriamo nella splendida Riserva naturale del Pescinello, tra alberi monumentali, giganteschi aceri e tigli centenari, oltre a cornioli e agrifogli, nati come per magia tra le pietraie di rocce calcaree o solitari in mezzo ai pascoli, in un paesaggio da fiaba. 

Raggiungiamo quindi il borgo di Roccalbegna, da sempre confine e passaggio tra la montagna e la pianura. A vegliare su questo delizioso borgo medievale è il Sasso, l’imponente roccia sulla cui cima sono ancora visibili i resti dell’antica Rocca Aldobrandesca e da dove si gode una vista mozzafiato sull’intera valle dell’Albegna. Più recente invece il Cassero senese, oggi trasformato in un delizioso giardino dove riposare le stanche membra.

La giornata potrà dirsi conclusa solo dopo una merenda a base di formaggi locali, birra artigianale e il tradizionale biscotto salato di Roccalbegna.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    14 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -721
  • trending_up
    Dislivello in salita
    552
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4.

Una vera e propria tappa mistica alla scoperta di uno dei luoghi più panoramici del viaggio, la Riserva Naturale del Monte Labbro.

Dall’alto dei 1193 m. della vetta del Monte, con il brullo paesaggio lunare, qui alla suggestione dell’occhio si unisce quella più intima dell’anima, che ha reso questo un luogo di culto fin dall’età del bronzo, teatro delle vicende della comunità Giurisdavidica di Davide Lazzaretti, il “profeta dell’Amiata”, fino a alla comunità Zdog Chen di fede buddista, che ne occupa oggi le pendici settentrionali. Dalla sommità delle rovine della Torre Giurisdavidica, lo sguardo si perde tra i rilievi dell’Appennino e la costa, fino alle isole del Parco dell’Arcipelago Toscano.

Scendendo verso il borgo di Arcidosso, noto per la splendida Fortezza Aldobrandesca, uno dei castelli medievali più antichi e meglio conservati dell’Amiata, proseguiremo verso Castel del Piano, città ricca di storia con i suoi palazzi e le sue chiese. 

Per raggiungerla seguiamo la settecentesca strada Leopoldina che passa per la deliziosa Pieve di Lamula, il principale centro religioso dell’Amiata occidentale tra il IX e l’XI secolo e oggi luogo ideale per romantici matrimoni.

20 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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Una vera e propria tappa mistica alla scoperta di uno dei luoghi più panoramici del viaggio, la Riserva Naturale del Monte Labbro.

Dall’alto dei 1193 m. della vetta del Monte, con il brullo paesaggio lunare, qui alla suggestione dell’occhio si unisce quella più intima dell’anima, che ha reso questo un luogo di culto fin dall’età del bronzo, teatro delle vicende della comunità Giurisdavidica di Davide Lazzaretti, il “profeta dell’Amiata”, fino a alla comunità Zdog Chen di fede buddista, che ne occupa oggi le pendici settentrionali. Dalla sommità delle rovine della Torre Giurisdavidica, lo sguardo si perde tra i rilievi dell’Appennino e la costa, fino alle isole del Parco dell’Arcipelago Toscano.

Scendendo verso il borgo di Arcidosso, noto per la splendida Fortezza Aldobrandesca, uno dei castelli medievali più antichi e meglio conservati dell’Amiata, proseguiremo verso Castel del Piano, città ricca di storia con i suoi palazzi e le sue chiese. 

Per raggiungerla seguiamo la settecentesca strada Leopoldina che passa per la deliziosa Pieve di Lamula, il principale centro religioso dell’Amiata occidentale tra il IX e l’XI secolo e oggi luogo ideale per romantici matrimoni.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    20 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_up
    Dislivello in salita
    -743
  • height
    Dislivello complessivo
    839
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5.

Partiamo al mattino presto per raggiungere le rovine del Monastero di San Bernardino, successore di Francesco d'Assisi, attraversando un paesaggio collinare con viste uniche, circondati da vigneti e da alcuni degli ulivi più antichi della regione.

Da qui arriviamo al borgo collinare di Seggiano, famoso per l’olio extravergine ricavato dall’olivastra seggianese. Imperdibile la visita al Museo diffuso dell’olio, con lo splendido Olivo del Cisternone, l’esemplare più grande di olivo al mondo coltivato con tecnologia aeroponica.

A Seggiano potremo dedicarci anche alla scoperta dell’arte contemporanea con una rilassante passeggiata nel Giardino di Daniel Spoerri, luogo dove arte e natura convivono armoniosamente grazie alle 113 installazioni di diversi artisti. 

15 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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Partiamo al mattino presto per raggiungere le rovine del Monastero di San Bernardino, successore di Francesco d'Assisi, attraversando un paesaggio collinare con viste uniche, circondati da vigneti e da alcuni degli ulivi più antichi della regione.

Da qui arriviamo al borgo collinare di Seggiano, famoso per l’olio extravergine ricavato dall’olivastra seggianese. Imperdibile la visita al Museo diffuso dell’olio, con lo splendido Olivo del Cisternone, l’esemplare più grande di olivo al mondo coltivato con tecnologia aeroponica.

A Seggiano potremo dedicarci anche alla scoperta dell’arte contemporanea con una rilassante passeggiata nel Giardino di Daniel Spoerri, luogo dove arte e natura convivono armoniosamente grazie alle 113 installazioni di diversi artisti. 

  • straighten
    Lunghezza tappa
    15 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -778
  • trending_up
    Dislivello in salita
    577
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6.

È la tappa che ci porterà a raggiungere finalmente la vetta dell’Amiata. 

Da Seggiano partiamo per un percorso di 18 chilometri di pura bellezza, prima attraverso castagni e poi avventurandoci nella splendida Faggeta. Qui, seguendo sentieri segnati, potremo rilassare la mente a contatto con la natura e rigenerare il corpo, prima di raggiungere la Croce Monumentale, simbolo dell’Amiata, eretta in occasione dell’Anno Santo del 1900.

Sedetevi ai piedi della croce, assaporando la soddisfazione di avere espugnato la vetta della montagna, e lasciatevi cullare dalla vista dell’infinito orizzonte. Durante le belle giornate, riuscirete ad abbracciare con lo sguardo anche la costa toscana fino al mare.

Ad attenderci per il meritato riposo è un lauto pasto a base di prodotti tipici amiatini in uno dei rifugi.

18 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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È la tappa che ci porterà a raggiungere finalmente la vetta dell’Amiata. 

Da Seggiano partiamo per un percorso di 18 chilometri di pura bellezza, prima attraverso castagni e poi avventurandoci nella splendida Faggeta. Qui, seguendo sentieri segnati, potremo rilassare la mente a contatto con la natura e rigenerare il corpo, prima di raggiungere la Croce Monumentale, simbolo dell’Amiata, eretta in occasione dell’Anno Santo del 1900.

Sedetevi ai piedi della croce, assaporando la soddisfazione di avere espugnato la vetta della montagna, e lasciatevi cullare dalla vista dell’infinito orizzonte. Durante le belle giornate, riuscirete ad abbracciare con lo sguardo anche la costa toscana fino al mare.

Ad attenderci per il meritato riposo è un lauto pasto a base di prodotti tipici amiatini in uno dei rifugi.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    18 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -398
  • trending_up
    Dislivello in salita
    1659
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7.

La sveglia suona presto nei rifugi di montagna e ci prepariamo così a partire per l’ultima discesa che ci riporterà ad Abbadia San Salvatore.

Godetevi il cammino attraverso l’antica Faggeta, un vero e proprio Forest bathing. Fermatevi ad ammirare il Sasso di Dante, un’immensa roccia il cui profilo ricorda il celebre poeta fiorentino e la Grotta dell’Arciere, visitabile solo su richiesta. Scendendo verso Abbadia non può mancare una tappa all’Orto Botanico del Monte Amiata: qui sono raccolte numerose specie autoctone di piante da tutto il territorio.

Appena fuori il borgo amiatino, incontriamo l’antico villaggio minerario di Abbadia: qui, i forni e i magazzini sono stati trasformati in un moderno e tecnologico Museo Minerario. La visita a questo importante sito, che tra ottocento e novecento contribuì enormemente allo sviluppo sociale dell’Amiata, conclude il nostro grand tour a piedi alla scoperta dell’Amiata.

10 Km
Difficoltà: 
Impegnativa
schedule
Durata: 
1 giorno
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La sveglia suona presto nei rifugi di montagna e ci prepariamo così a partire per l’ultima discesa che ci riporterà ad Abbadia San Salvatore.

Godetevi il cammino attraverso l’antica Faggeta, un vero e proprio Forest bathing. Fermatevi ad ammirare il Sasso di Dante, un’immensa roccia il cui profilo ricorda il celebre poeta fiorentino e la Grotta dell’Arciere, visitabile solo su richiesta. Scendendo verso Abbadia non può mancare una tappa all’Orto Botanico del Monte Amiata: qui sono raccolte numerose specie autoctone di piante da tutto il territorio.

Appena fuori il borgo amiatino, incontriamo l’antico villaggio minerario di Abbadia: qui, i forni e i magazzini sono stati trasformati in un moderno e tecnologico Museo Minerario. La visita a questo importante sito, che tra ottocento e novecento contribuì enormemente allo sviluppo sociale dell’Amiata, conclude il nostro grand tour a piedi alla scoperta dell’Amiata.

  • straighten
    Lunghezza tappa
    10 Km
  • Difficoltà
    Impegnativa
  • schedule
    Durata
    1 giorno
  • trending_down
    Dislivello in discesa
    -983
  • trending_up
    Dislivello in salita
    95
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