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Itinerari
Da Anghiari a Sansepolcro: in cammino nei luoghi della battaglia

Un itinerario alla scoperta della Battaglia di Anghiari, resa celebre da Leonardo da Vinci

Il 29 giugno 1440, Anghiari, splendido borgo della Valtiberina toscana, fu teatro di una celebre battaglia tra milanesi e fiorentini: per scolpire nella memoria il ricordo della vittoria della Repubblica di Firenze, venne commissionato a Leonardo da Vinci un grande dipinto da collocare nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Questo piacevole percorso tra arte, storia e paesaggi nel verde è l’occasione per conoscere l’evento storico e artistico dell’opera pittorica perduta e scoprire, raggiungendoli a piedi o in bicicletta, quei luoghi che sono stati teatro di scontro della celebre battaglia.

1.

L’itinerario inizia dal centro storico di Anghiari, dove non si può prescindere dal visitare il Museo della Battaglia, che ha sede nel Palazzo del Marzocco. Senza tralasciare interessanti reperti archeologici e testimonianze della storia locale, la protagonista dell’esposizione è proprio la battaglia, raccontata sotto il punto di vista storico-militare e da quello artistico. Immagini, bozzetti e ricostruzioni multimediali offrono una panoramica completa sul combattimento avvenuto ai piedi delle mura.

Esplorate le viuzze, le chiese e le torri di uno dei borghi più belli d’Italia, si lascia Anghiari uscendo dalla Porta Sant’Angelo, preparandosi a una camminata tranquilla di circa un’ora per raggiungere la Maestà della Vittoria, il luogo esatto in cui la lega guidata dai fiorentini sconfisse, nel giugno 1440, i milanesi di Filippo Maria Visconti.

L’itinerario inizia dal centro storico di Anghiari, dove non si può prescindere dal visitare il Museo della Battaglia, che ha sede nel Palazzo del Marzocco. Senza tralasciare interessanti reperti archeologici e testimonianze della storia locale, la protagonista dell’esposizione è proprio la battaglia, raccontata sotto il punto di vista storico-militare e da quello artistico. Immagini, bozzetti e ricostruzioni multimediali offrono una panoramica completa sul combattimento avvenuto ai piedi delle mura.

Esplorate le viuzze, le chiese e le torri di uno dei borghi più belli d’Italia, si lascia Anghiari uscendo dalla Porta Sant’Angelo, preparandosi a una camminata tranquilla di circa un’ora per raggiungere la Maestà della Vittoria, il luogo esatto in cui la lega guidata dai fiorentini sconfisse, nel giugno 1440, i milanesi di Filippo Maria Visconti.

2.

Seguendo la stradina sotto le mura, ci si immette nel famoso stradone rettilineo che, costruito a fine Trecento, ancora collega Anghiari con Sansepolcro. Arrivati in pianura, dove le storiche coltivazioni di tabacco producono ancora la materia prima per i sigari toscani, con occhio attento si può scorgere l’antica chiesa bizantina di Santo Stefano, insieme a tracce della centuriazione romana.

Poco più avanti, si incontra uno degli antichi mulini (oggi non più funzionante) costruiti sulla Reglia, fosso che fu così importante per l’esito della battaglia. Costeggiandolo, circondati da campi coltivati e qua e là da filari di vite maritata, si raggiunge la Maestà di Santa Maria. Si tratta di una piccola cappella, costruita nel 1441 a ricordo della vittoria: oggi è il punto di partenza di una folle corsa a piedi fino al centro storico, chiamata appunto il Palio della Vittoria, che si corre il 29 giugno di ogni anno.

Seguendo la stradina sotto le mura, ci si immette nel famoso stradone rettilineo che, costruito a fine Trecento, ancora collega Anghiari con Sansepolcro. Arrivati in pianura, dove le storiche coltivazioni di tabacco producono ancora la materia prima per i sigari toscani, con occhio attento si può scorgere l’antica chiesa bizantina di Santo Stefano, insieme a tracce della centuriazione romana.

Poco più avanti, si incontra uno degli antichi mulini (oggi non più funzionante) costruiti sulla Reglia, fosso che fu così importante per l’esito della battaglia. Costeggiandolo, circondati da campi coltivati e qua e là da filari di vite maritata, si raggiunge la Maestà di Santa Maria. Si tratta di una piccola cappella, costruita nel 1441 a ricordo della vittoria: oggi è il punto di partenza di una folle corsa a piedi fino al centro storico, chiamata appunto il Palio della Vittoria, che si corre il 29 giugno di ogni anno.

3.

Il percorso per i camminatori più esperti o per i ciclisti continua su strade bianche verso Sansepolcro, il luogo di partenza dei soldati milanesi, costeggiando il fiume Tevere, che qui, appena nato, è rigoglioso, pulito e vivo.

La città, che ha vissuto uno splendido periodo nel Rinascimento, è legata al nome di un altro grande artista toscano, Piero della Francesca, di cui alcune opere, come il trittico della Misericordia e la Resurrezione, si possono osservare al Museo Civico. Nel borgo si possono visitare anche la casa del pittore e il Duomo, che conserva un particolare crocifisso ligneo. A questo punto, non resta che incamminarsi di nuovo verso Anghiari, carichi di nuove conoscenze e appagati da una passeggiata nella storia.

 

Per maggiori informazioni sulle esperienze nei luoghi della battaglia contattare il Museo della Battaglia di Anghiari, che ringraziamo per aver contribuito all'articolo.

Il percorso per i camminatori più esperti o per i ciclisti continua su strade bianche verso Sansepolcro, il luogo di partenza dei soldati milanesi, costeggiando il fiume Tevere, che qui, appena nato, è rigoglioso, pulito e vivo.

La città, che ha vissuto uno splendido periodo nel Rinascimento, è legata al nome di un altro grande artista toscano, Piero della Francesca, di cui alcune opere, come il trittico della Misericordia e la Resurrezione, si possono osservare al Museo Civico. Nel borgo si possono visitare anche la casa del pittore e il Duomo, che conserva un particolare crocifisso ligneo. A questo punto, non resta che incamminarsi di nuovo verso Anghiari, carichi di nuove conoscenze e appagati da una passeggiata nella storia.

 

Per maggiori informazioni sulle esperienze nei luoghi della battaglia contattare il Museo della Battaglia di Anghiari, che ringraziamo per aver contribuito all'articolo.

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