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Itinerari
Da Talamone a Vulci alla scoperta degli Etruschi

Un percorso in riva al mare per scoprire i segni indelebili lasciati dall'antica civiltà

Per conoscere la storia bisogna mettersi in viaggio. A piedi, in auto o in bicicletta: basta scegliere l’itinerario giusto e partire. Gli appassionati di antichi Etruschi possono ad esempio andare alla scoperta della fascia costiera meridionale della Maremma.

In questa zona, sono stati ritrovati importanti reperti archeologici relativi alla civiltà etrusca.

Il percorso che proponiamo si sviluppa dal paese di Talamone fino a Orbetello e Ansedonia, per andare poi a immettersi nella Maremma laziale per visitare la città di Vulci.

1.

Il viaggio ha inizio presso il paese di Talamone, che sorge su di un promontorio roccioso, al confine meridionale del parco naturale della Maremma, in posizione dominante su tutto il tratto di costa che arriva al Monte Argentario. Antica e fiorente città già in epoca etrusca, vide combattere nel 225 a.C. sul suo territorio una decisiva battaglia tra romani e celti diretti verso Roma. Sin dalle epoche più remote è conosciuta dagli etruschi come Tlamun, dai latini come Talamo, e ancor prima, dai greci, come Telamòn.

Il viaggio ha inizio presso il paese di Talamone, che sorge su di un promontorio roccioso, al confine meridionale del parco naturale della Maremma, in posizione dominante su tutto il tratto di costa che arriva al Monte Argentario. Antica e fiorente città già in epoca etrusca, vide combattere nel 225 a.C. sul suo territorio una decisiva battaglia tra romani e celti diretti verso Roma. Sin dalle epoche più remote è conosciuta dagli etruschi come Tlamun, dai latini come Talamo, e ancor prima, dai greci, come Telamòn.

2.

L’itinerario continua alla volta di Orbetello, il cui territorio è estremamente variegato; la zona umida lagunare è delimitata verso il mare da due tomboli, la Feniglia e la Giannella, caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea. La zona è stata frequentata sin dal periodo etrusco e assunse particolare importanza durante la dominazione di Roma, che vi fondò la colonia di Cosa, nei pressi di Ansedonia.

Il museo archeologico di Orbetello, ospitato nella polveriera Guzman, ospita le ricche testimonianze dell’area con reperti di particolare pregio provenienti da corredi delle necropoli etrusche localizzate sull’istmo e da Talamone.

L’itinerario continua alla volta di Orbetello, il cui territorio è estremamente variegato; la zona umida lagunare è delimitata verso il mare da due tomboli, la Feniglia e la Giannella, caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea. La zona è stata frequentata sin dal periodo etrusco e assunse particolare importanza durante la dominazione di Roma, che vi fondò la colonia di Cosa, nei pressi di Ansedonia.

Il museo archeologico di Orbetello, ospitato nella polveriera Guzman, ospita le ricche testimonianze dell’area con reperti di particolare pregio provenienti da corredi delle necropoli etrusche localizzate sull’istmo e da Talamone.

3.

Tra i siti archeologici da visitare nei dintorni di Ansedonia, ricordiamo quello di Cosa, antica città di origine etrusca, abbandonata nel XIV secolo. Si conservano resti delle mura ciclopiche, del foro romano e del tempio di Giove. Poco distante si trova la villa Settefinestre, risalente al I secolo a.C., anche se modificata nel XV secolo.
Le mura di Cosa, costruite nel corso del III secolo a.C., vennero restaurate dai conti Aldobrandeschi nel XI secolo, per poi essere nuovamente abbandonate. La cinta muraria è stata riportata agli antichi splendori da un lungo restauro terminato alla fine del XX secolo.

Nello stesso territorio, si trova anche la Tagliata Etrusca, una notevole opera di ingegneria risalente al periodo etrusco-romano. Si tratta di un canale tagliato nella roccia lungo la costa a sud-est del promontorio, ideato per evitare l'insabbiamento dell'antico porto creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del non lontano Lago di Burano.

Infine, si può andare a conoscere lo Spacco della Regina, grande spaccatura del promontorio sovrastante che si sviluppa lungo alcuni cunicoli scavati artificialmente.

Tra i siti archeologici da visitare nei dintorni di Ansedonia, ricordiamo quello di Cosa, antica città di origine etrusca, abbandonata nel XIV secolo. Si conservano resti delle mura ciclopiche, del foro romano e del tempio di Giove. Poco distante si trova la villa Settefinestre, risalente al I secolo a.C., anche se modificata nel XV secolo.
Le mura di Cosa, costruite nel corso del III secolo a.C., vennero restaurate dai conti Aldobrandeschi nel XI secolo, per poi essere nuovamente abbandonate. La cinta muraria è stata riportata agli antichi splendori da un lungo restauro terminato alla fine del XX secolo.

Nello stesso territorio, si trova anche la Tagliata Etrusca, una notevole opera di ingegneria risalente al periodo etrusco-romano. Si tratta di un canale tagliato nella roccia lungo la costa a sud-est del promontorio, ideato per evitare l'insabbiamento dell'antico porto creando un sistema di contro-correnti provenienti dal mare e dal canale emissario del non lontano Lago di Burano.

Infine, si può andare a conoscere lo Spacco della Regina, grande spaccatura del promontorio sovrastante che si sviluppa lungo alcuni cunicoli scavati artificialmente.

4.

L’itinerario prosegue oltre i confini della Toscana, verso Vulci, antica città etrusca, che si trova su una piattaforma calcarea lungo la riva destra del Fiora. Fu una delle più grandi città-stato dell'Etruria, con un forte sviluppo marinaro e commerciale con Grecia e Oriente, come testimoniano i sontuosi corredi funebri ritrovati nelle necropoli adiacenti, oggi sparsi nei musei di tutto il mondo.

L’itinerario prosegue oltre i confini della Toscana, verso Vulci, antica città etrusca, che si trova su una piattaforma calcarea lungo la riva destra del Fiora. Fu una delle più grandi città-stato dell'Etruria, con un forte sviluppo marinaro e commerciale con Grecia e Oriente, come testimoniano i sontuosi corredi funebri ritrovati nelle necropoli adiacenti, oggi sparsi nei musei di tutto il mondo.

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