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Itinerari
Escursione dal Poggio Fornacelle alla cala del Mar Morto

Un lungo itinerario fra spiagge e macchia mediterranea dell'Argentario

Affacciato sulle limpide acque del Mar Tirreno, il Promontorio dell’Argentario si erge con il suo massiccio profilo alle spalle della Laguna di Orbetello. Anticamente, questo luogo di impervie alture era un’isola staccata dal resto della Toscana, nel corso dei secoli però, il sollevamento dei tomboli della Feniglia e della Giannella trasformarono l’Argentario in un promontorio collegato alla terraferma; tra i due cordoni, la Laguna di Orbetello, uno degli ecosistemi lagunari più importanti del Centro Italia.

Solo due abitati colorano le coste dell’Argentario con le proprie casette: Porto Santo Stefano, borgo di tradizione marinara e capoluogo comunale di Monte Argentario, e Porto Ercole, antico borgo etrusco che occupa la porzione meridionale della costa.

Porto Santo Stefano, dominato dalla elegante Fortezza Spagnola eretta tra il XVI e il XVII secolo, fu frequentato già dall’epoca romana. Dopo un florido periodo di sviluppo nel 1500, il borgo venne pesantemente danneggiato nel corso della Seconda Guerra Mondiale dai bombardamenti degli alleati: è per questo motivo che il centro risulta di costruzione recente. Porto Santo Stefano non è soltanto turismo estivo e passeggiate sul lungomare: dal centro città si può partire per una delle tante calette che impreziosiscono il promontorio, sempre diverse nelle forme, dal sabbioso tombolo della Giannella alle rocciose Cala del Gesso e Cala Grande.

Le tracce del passato sono invece ancora ben visibili a Porto Ercole, inserito nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia. Dopo lo sviluppo del porto – avvenuto in epoca romana – il piccolo paese si strinse in una rocca fortificata durante il medioevo, per poi passare sotto la Repubblica di Siena nel XV secolo. La strategicità del piccolo porto è testimoniata dalle numerose fortificazioni che costellano l’area, dal cinquecentesco Forte Filippo al Forte Santa Caterina, costruito duecento anni dopo, fino alla mastodontica Rocca medievale ingrandita durante il periodo senese. Come la Giannella si adagia di fronte a Porto Santo Stefano, è il tombolo della Feniglia a lambire Porto Ercole, con il suo fitto bosco di pini. Suggestivo vedere i daini a passeggio, sotto le fronde, a due passi dalla spiaggia.

Partiamo quindi per un’escursione tra le alture dell’Argentario, dal Poggio Fornacelle alla cala del “Mar Morto”, partendo da verdi crinali per tuffarci nelle acque più cristalline che circondano il promontorio.

1.

Iniziamo il nostro percorso dalla salita di San Pietro, a circa 5 chilometri dal centro di Porto Santo Stefano, dove si trova il cimitero comunale. Prendiamo una traccia sulla sinistra che sale su fondo sterrato. Al primo bivio si prende a destra, lungo una strada che consente una splendida vista sull’isola di Giannutri, in lontananza. Si aggirano il Poggio Pinzo, sulla destra, e il Poggio Vongher sulla sinistra. Proseguendo per altri due chilometri si incrocia un sentiero in discesa da prendere a destra, fino al punto in cui troveremo il Trivio dell’Olmo, nostra prima tappa.

Iniziamo il nostro percorso dalla salita di San Pietro, a circa 5 chilometri dal centro di Porto Santo Stefano, dove si trova il cimitero comunale. Prendiamo una traccia sulla sinistra che sale su fondo sterrato. Al primo bivio si prende a destra, lungo una strada che consente una splendida vista sull’isola di Giannutri, in lontananza. Si aggirano il Poggio Pinzo, sulla destra, e il Poggio Vongher sulla sinistra. Proseguendo per altri due chilometri si incrocia un sentiero in discesa da prendere a destra, fino al punto in cui troveremo il Trivio dell’Olmo, nostra prima tappa.

2.

Seguendo le indicazioni per lo Sguazzatoio. Arriviamo nei pressi dell’omonima fonte, dove troveremo anche un’edicola votiva dedicata alla Madonna. Si prosegue ancora per altri due chilometri tra graziosi saliscendi che scorrono tra la vegetazione arbustiva tipica di questa parte del Monte. Arriviamo infine a Fonte del Romito, un luogo che gode di un microclima ideale: tiepido d’inverno e fresco d’estate. Ideale per trovare ristoro durante le giornate più calde. Riprendendo il cammino, si segue un viottolo che immette su strada in cemento tra imponenti alberi da frutto. Teniamo la destra scendendo fino alla Villa del Muflone e procediamo ancora sulla destra. Siamo ormai in vista delle Cannelle: sulla spiaggia omonima svetta l’antica torre spagnola, sul lato sinistro della baia. Con i suoi ciottoli e la sua sabbia finissima, la spiaggia delle Cannelle è una meta privilegiata per i surfisti.

Seguendo le indicazioni per lo Sguazzatoio. Arriviamo nei pressi dell’omonima fonte, dove troveremo anche un’edicola votiva dedicata alla Madonna. Si prosegue ancora per altri due chilometri tra graziosi saliscendi che scorrono tra la vegetazione arbustiva tipica di questa parte del Monte. Arriviamo infine a Fonte del Romito, un luogo che gode di un microclima ideale: tiepido d’inverno e fresco d’estate. Ideale per trovare ristoro durante le giornate più calde. Riprendendo il cammino, si segue un viottolo che immette su strada in cemento tra imponenti alberi da frutto. Teniamo la destra scendendo fino alla Villa del Muflone e procediamo ancora sulla destra. Siamo ormai in vista delle Cannelle: sulla spiaggia omonima svetta l’antica torre spagnola, sul lato sinistro della baia. Con i suoi ciottoli e la sua sabbia finissima, la spiaggia delle Cannelle è una meta privilegiata per i surfisti.

3.

Dalle Cannelle procediamo verso ovest, sempre su una stradina asfaltata che ci conduce al Mar Morto, una delle calette più selvagge dell’Argentario. Il suo nome deriva da una suggestiva barriera di scogli che crea delle piccole piscine naturali, dove l’acqua è sempre calma. Immergendosi nelle acque cristalline si potranno ammirare i fondali più affascinanti del promontorio, abitati da un grande numero di pesci. Dopo aver esplorato tutti gli anfratti del Mar Morto, si ritorna indietro sulla strada che sovrasta le Cannelle e si prosegue lungo il Fosso del Morto su traccia in salita. Si continua, tenendosi sulla sinistra il Poggio Paladino, reimmettendosi sul sentiero che abbiamo imboccato all’inizio a poche centinaia di metri dal Trivio dell’Olmo. Da qui seguiamo il percorso in senso contrario e torniamo al punto d’inizio.

Dalle Cannelle procediamo verso ovest, sempre su una stradina asfaltata che ci conduce al Mar Morto, una delle calette più selvagge dell’Argentario. Il suo nome deriva da una suggestiva barriera di scogli che crea delle piccole piscine naturali, dove l’acqua è sempre calma. Immergendosi nelle acque cristalline si potranno ammirare i fondali più affascinanti del promontorio, abitati da un grande numero di pesci. Dopo aver esplorato tutti gli anfratti del Mar Morto, si ritorna indietro sulla strada che sovrasta le Cannelle e si prosegue lungo il Fosso del Morto su traccia in salita. Si continua, tenendosi sulla sinistra il Poggio Paladino, reimmettendosi sul sentiero che abbiamo imboccato all’inizio a poche centinaia di metri dal Trivio dell’Olmo. Da qui seguiamo il percorso in senso contrario e torniamo al punto d’inizio.

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