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Itinerari
Esplorando Prato sulle tracce dei Lippi

Un itinerario per scoprire il nucleo più ricco e importante di opere di fra’ Filippo Lippi e del figlio Filippino

Prato è una tappa fondamentale per tutti quelli che amano e desiderano capire da vicino il Rinascimento: la città, infatti, nel ‘400 ebbe un ruolo determinante nella storia dell’arte poiché, intorno alla fabbrica del Duomo, presero forma opere memorabili.
Prato inoltre è la città che conserva il nucleo più ricco e importante di opere di fra’ Filippo Lippi, uno dei maggiori maestri del periodo, artista prediletto dai Medici.
L’uso audace e sapiente del colore, la straordinaria bellezza dei volti e delle figure, la capacità di trasmettere emozioni fecero di Filippo un eccezionale narratore di storie e il precursore dei grandi maestri dell'arte del Cinquecento.

Preziose sono anche le testimonianze del figlio Filippino, come lui celebre pittore, nato dalla scandalosa relazione che il frate ebbe con la monaca Lucrezia Buti.
Filippino si formò fin da giovanissimo nella bottega del padre, alla sua morte passò sotto la tutela di Fra Diamante ed ebbe come maestro Sandro Botticelli, che a sua volta era stato allievo del padre Filippo.

1.

La ricca serie di dipinti su tavola e i bellissimi affreschi della cattedrale consentono un coinvolgente percorso nell’arte di Filippo Lippi.
Al suo interno, la Cattedrale di Santo Stefano conserva l’importante ciclo pittorico “Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista”, affrescato dal pittore tra il 1452 e il 1465, allora al culmine della propria carriera.

Sulla parete sinistra della cappella maggiore troviamo la storia di Santo Stefano, patrono di Prato.
Assolutamente da vedere la scena in cui Stefano si congeda dal vescovo Giuliano per iniziare a predicare e quella con le Esequie dopo il ritrovamento del corpo di Stefano, dove si riconosce a destra la figura di papa Pio II affiancato da due frati: il più anziano, a destra, è un probabile autoritratto del Lippi.

Sulla parete opposta, dedicata a San Giovanni Battista, sull'omogeneo fondale roccioso, si trova il gruppo con San Giovannino che lascia i genitori, mentre la scena inferiore presenta il Convito di Erode, dove si svolgono la danza di Salomè, la decapitazione del Battista e una luminosa Salomè che presenta alla madre Erodiade la testa di Giovanni.

La ricca serie di dipinti su tavola e i bellissimi affreschi della cattedrale consentono un coinvolgente percorso nell’arte di Filippo Lippi.
Al suo interno, la Cattedrale di Santo Stefano conserva l’importante ciclo pittorico “Storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista”, affrescato dal pittore tra il 1452 e il 1465, allora al culmine della propria carriera.

Sulla parete sinistra della cappella maggiore troviamo la storia di Santo Stefano, patrono di Prato.
Assolutamente da vedere la scena in cui Stefano si congeda dal vescovo Giuliano per iniziare a predicare e quella con le Esequie dopo il ritrovamento del corpo di Stefano, dove si riconosce a destra la figura di papa Pio II affiancato da due frati: il più anziano, a destra, è un probabile autoritratto del Lippi.

Sulla parete opposta, dedicata a San Giovanni Battista, sull'omogeneo fondale roccioso, si trova il gruppo con San Giovannino che lascia i genitori, mentre la scena inferiore presenta il Convito di Erode, dove si svolgono la danza di Salomè, la decapitazione del Battista e una luminosa Salomè che presenta alla madre Erodiade la testa di Giovanni.

2.

A sinistra della Cattedrale si trova il Museo dell’Opera del Duomo, sorto nel 1967 e ampliato nel 1976 per ospitare opere provenienti dall’intera diocesi (fra cui anche i prestigiosi rilievi del pulpito di Donatello).
La Sala del Rinascimento ospita il capolavoro di Filippo Lippi: la pala con le Esequie di San Girolamo, commissionata dall’anziano proposto Geminiano Inghirami intorno al 1453.
La sensibile resa delle reazioni emotive dei personaggi con forme morbide ed intessute di luce è una delle particolarità più entusiasmanti dell’opera.

A sinistra della Cattedrale si trova il Museo dell’Opera del Duomo, sorto nel 1967 e ampliato nel 1976 per ospitare opere provenienti dall’intera diocesi (fra cui anche i prestigiosi rilievi del pulpito di Donatello).
La Sala del Rinascimento ospita il capolavoro di Filippo Lippi: la pala con le Esequie di San Girolamo, commissionata dall’anziano proposto Geminiano Inghirami intorno al 1453.
La sensibile resa delle reazioni emotive dei personaggi con forme morbide ed intessute di luce è una delle particolarità più entusiasmanti dell’opera.

3.

Filippo rimase a Prato fino al 1467, lasciando il segno anche in altre opere, come le tre splendide pale della collezione del Museo di Palazzo Pretorio: la Madonna del Ceppo - realizzata per Palazzo Datini - la Madonna della Cintola - dipinta per il Monastero di Santa Margherita - dove conobbe Lucrezia Buti - e la Natività realizzata per il Convento di San Domenico

Di Filippino sono conservati a Palazzo Pretorio il Tabernacolo del Mercatale - celebrato nei secoli per la straordinaria dolcezza e la particolare modulazione della luce - la Madonna col bambino - un'opera di rara intensità e di velata tristezza - ed infine il piccolo Cristo Crocifisso acquistato nel 2010 dal comune a un'asta a New York: un prezioso documento della maturità di Filippino.

Filippo rimase a Prato fino al 1467, lasciando il segno anche in altre opere, come le tre splendide pale della collezione del Museo di Palazzo Pretorio: la Madonna del Ceppo - realizzata per Palazzo Datini - la Madonna della Cintola - dipinta per il Monastero di Santa Margherita - dove conobbe Lucrezia Buti - e la Natività realizzata per il Convento di San Domenico

Di Filippino sono conservati a Palazzo Pretorio il Tabernacolo del Mercatale - celebrato nei secoli per la straordinaria dolcezza e la particolare modulazione della luce - la Madonna col bambino - un'opera di rara intensità e di velata tristezza - ed infine il piccolo Cristo Crocifisso acquistato nel 2010 dal comune a un'asta a New York: un prezioso documento della maturità di Filippino.

4.

La Chiesa dello Spirito Santo, in un primo tempo dedicata alla Santissima Annunziata e edificata dai Padri Serviti intorno alla metà del XIV secolo - insieme al monastero contiguo - fu più volte rimaneggiata fra il XVI e il XVII secolo.
Il convento venne soppresso alla fine del Settecento, mentre alla chiesa venne data l'attuale dedicazione e fu arricchita con opere importanti.

L'interno, a navata unica, conserva pregevoli dipinti tra cui la Presentazione al tempio di Filippo Lippi.

La Chiesa dello Spirito Santo, in un primo tempo dedicata alla Santissima Annunziata e edificata dai Padri Serviti intorno alla metà del XIV secolo - insieme al monastero contiguo - fu più volte rimaneggiata fra il XVI e il XVII secolo.
Il convento venne soppresso alla fine del Settecento, mentre alla chiesa venne data l'attuale dedicazione e fu arricchita con opere importanti.

L'interno, a navata unica, conserva pregevoli dipinti tra cui la Presentazione al tempio di Filippo Lippi.

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