Un itinerario alla scoperta di Scansano, Saturnia, Sovana e Pitigliano
Scansano, Saturnia, Sovana, Pitigliano e non solo. Cosa hanno in comune queste meravigliose e affascinanti località della bassa Toscana? Sono state le culla della civiltà etrusca, la stessa che, ancora oggi, continua a sorprendere i viaggiatori.
Borghi arroccati e costruiti nel tufo, misteriose strade con finalità spirituali, tradizioni e usanze antiche: questo territorio pullula di storia. Curiosi e appassionati possono seguire questo itinerario tra le colline della Maremma, che interessa piccoli centri, vigneti e reperti archeologici.
La prima tappa dell’itinerario è Scansano, dove si produce l’omonimo vino rosso del Morellino. Non a caso, qui si trova anche il Museo della Vite e del Vino, dedicato alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni del territorio.
Da vedere è il Museo Archeologico che delinea la storia della presenza umana nella Valle dell'Albegna attraverso i materiali e i dati restituiti dalle ricerche archeologiche degli ultimi trent'anni.
Il percorso parte dalla preistoria per giungere alle più consistenti testimonianze dell'età etrusca: gli abitati arcaici e il centro fortificato di Ghiaccio Forte di età ellenistica. Il percorso prosegue con l’età romana: sono presentate alcune ricostruzioni e immagini della villa che sorge nei pressi del podere Aia Nova.
La prima tappa dell’itinerario è Scansano, dove si produce l’omonimo vino rosso del Morellino. Non a caso, qui si trova anche il Museo della Vite e del Vino, dedicato alla valorizzazione della cultura e delle tradizioni del territorio.
Da vedere è il Museo Archeologico che delinea la storia della presenza umana nella Valle dell'Albegna attraverso i materiali e i dati restituiti dalle ricerche archeologiche degli ultimi trent'anni.
Il percorso parte dalla preistoria per giungere alle più consistenti testimonianze dell'età etrusca: gli abitati arcaici e il centro fortificato di Ghiaccio Forte di età ellenistica. Il percorso prosegue con l’età romana: sono presentate alcune ricostruzioni e immagini della villa che sorge nei pressi del podere Aia Nova.
Il viaggio prosegue alla volta di Saturnia, un territorio che ha portato alla luce reperti dell’età del bronzo e insediamenti etruschi. Dell'originaria cinta muraria, rimane solo la meridionale Porta Romana, con rivestimento in pietra ed apertura ad arco a tutto sesto, proprio nel punto di passaggio dell'antica Via Clodia; si può tuttavia ammirare ciò che resta di due delle altre porte, la Porta Fiorentina e la Porta di Fonte Buia.
Il museo, recentemente riallestito, accoglie nei locali di un complesso scolastico in disuso la collezione archeologica della famiglia Ciacci, con interessanti reperti di età etrusca.
Saturnia è anche conosciuta per le sue acque sulfuree, che sgorgano alla temperatura di 37,5° C, facendone una prestigiosa località termale.
Il viaggio prosegue alla volta di Saturnia, un territorio che ha portato alla luce reperti dell’età del bronzo e insediamenti etruschi. Dell'originaria cinta muraria, rimane solo la meridionale Porta Romana, con rivestimento in pietra ed apertura ad arco a tutto sesto, proprio nel punto di passaggio dell'antica Via Clodia; si può tuttavia ammirare ciò che resta di due delle altre porte, la Porta Fiorentina e la Porta di Fonte Buia.
Il museo, recentemente riallestito, accoglie nei locali di un complesso scolastico in disuso la collezione archeologica della famiglia Ciacci, con interessanti reperti di età etrusca.
Saturnia è anche conosciuta per le sue acque sulfuree, che sgorgano alla temperatura di 37,5° C, facendone una prestigiosa località termale.
Si continua per Sovana, suggestivo borgo dall’atmosfera ferma nel tempo, un raro gioiello di urbanistica medievale. Fu anche un fiorente centro etrusco. Di questo periodo, è la Necropoli Etrusca con la sua tomba Ildebranda a forma di tempio greco. Fu successivamente importante città romana, divenendo nei primi secoli del cristianesimo sede vescovile. Tipiche sono le necropoli con tombe rupestri monumentali tra le quali si ricordano le tombe Pola, del Tifone, della Sirena e la tomba dei Demoni alati.
In Piazza del Pretorio il Museo di San Mamiliano custodisce un piccolo vaso contenente 498 monete d’oro, solidi aurei, rinvenuto alla profondità di oltre due metri rispetto all’attuale pavimento.
Si continua per Sovana, suggestivo borgo dall’atmosfera ferma nel tempo, un raro gioiello di urbanistica medievale. Fu anche un fiorente centro etrusco. Di questo periodo, è la Necropoli Etrusca con la sua tomba Ildebranda a forma di tempio greco. Fu successivamente importante città romana, divenendo nei primi secoli del cristianesimo sede vescovile. Tipiche sono le necropoli con tombe rupestri monumentali tra le quali si ricordano le tombe Pola, del Tifone, della Sirena e la tomba dei Demoni alati.
In Piazza del Pretorio il Museo di San Mamiliano custodisce un piccolo vaso contenente 498 monete d’oro, solidi aurei, rinvenuto alla profondità di oltre due metri rispetto all’attuale pavimento.
La quarta tappa del viaggio è Sorano, dove si trova il Parco “Città del Tufo”, un paesaggio rimasto praticamente intatto caratterizzato dalle forme pittoresche dei rilievi tufacei divisi da profonde vallate di vegetazione. Il Parco comprende la necropoli etrusca di Sovana e gli insediamenti rupestri di San Rocco e di Vitozza.
La quarta tappa del viaggio è Sorano, dove si trova il Parco “Città del Tufo”, un paesaggio rimasto praticamente intatto caratterizzato dalle forme pittoresche dei rilievi tufacei divisi da profonde vallate di vegetazione. Il Parco comprende la necropoli etrusca di Sovana e gli insediamenti rupestri di San Rocco e di Vitozza.
Pitigliano è situato su un promontorio tufaceo di suggestiva bellezza, delimitato da valli verdissime percorse dai fiumi Lente e Meleta.
La sua caratteristica principale è data dal contrasto tra il suo impianto etrusco romano e l’aspetto generale urbanistico medievale, in cui appaiono monumenti rinascimentali e tardo rinascimentali. Domina il paese l’acquedotto mediceo, e spicca tra le belle costruzioni il palazzo della famiglia Orsini, di fondazione trecentesca, ma più volte rimaneggiato, oggi sede del Museo Diocesano e del Museo Civico Archeologico. Una passeggiata nelle vie del centro storico conduce necessariamente al duomo dalla bella facciata barocca e dal possente campanile. Nella zona dove un tempo era il ghetto si visitano i resti della sinagoga e il Museo Ebraico.
Le vie Cave, nei dintorni di Pitigliano, sono sentieri scavati nel tufo, con pareti spesso alte anche venti metri, alcune lunghe circa un chilometro, dalla larghezza di circa due o tre metri, in alcuni tratti chiuse in alto dalle fronde degli alberi che formano una verde ed ombrosa galleria. Sul fondo sono evidenti i segni degli zoccoli degli asini che per secoli vi hanno transitato, quali mezzi di trasporto che accompagnavano gli uomini a lavorare la campagna.
Pitigliano è situato su un promontorio tufaceo di suggestiva bellezza, delimitato da valli verdissime percorse dai fiumi Lente e Meleta.
La sua caratteristica principale è data dal contrasto tra il suo impianto etrusco romano e l’aspetto generale urbanistico medievale, in cui appaiono monumenti rinascimentali e tardo rinascimentali. Domina il paese l’acquedotto mediceo, e spicca tra le belle costruzioni il palazzo della famiglia Orsini, di fondazione trecentesca, ma più volte rimaneggiato, oggi sede del Museo Diocesano e del Museo Civico Archeologico. Una passeggiata nelle vie del centro storico conduce necessariamente al duomo dalla bella facciata barocca e dal possente campanile. Nella zona dove un tempo era il ghetto si visitano i resti della sinagoga e il Museo Ebraico.
Le vie Cave, nei dintorni di Pitigliano, sono sentieri scavati nel tufo, con pareti spesso alte anche venti metri, alcune lunghe circa un chilometro, dalla larghezza di circa due o tre metri, in alcuni tratti chiuse in alto dalle fronde degli alberi che formano una verde ed ombrosa galleria. Sul fondo sono evidenti i segni degli zoccoli degli asini che per secoli vi hanno transitato, quali mezzi di trasporto che accompagnavano gli uomini a lavorare la campagna.
Se non siete ancora stanchi, potete concedervi un'ulteriore tappa: Manciano, borgo arroccato su un colle e difeso da solide mura. La posizione eccellente per gli avvistamenti, rivela la grande importanza strategica che la città ebbe come osservatorio e punto di vedetta. Tra gli innumerevoli piccoli centri prevalgono, per importanza, quelli testimoniati dalle necropoli di Marsiliana e Pian di Palma. La città doveva avere raggiunto un alto grado di sviluppo e intesseva stretti rapporti con gli altri centri etruschi (Vulci, Roselle, Vetulonia).
Da vedere è il museo di Manciano con i suoi rinvenimenti neolitici, dell'Età del Rame e del Bronzo.