Un viaggio a piedi per scoprire i panorami più selvaggi dell'Isola di Capraia
Il mondo migliore di scoprire Capraia è avventurarsi a piedi per un’escursione tra la natura selvaggia e rocciosa dell'isola, l’unica dell’Arcipelago Toscano ad essere di origine vulcanica, percorrendo le antiche vie che la attraversano.
In particolare, da non perdere è il sentiero che corre lungo la costa di Capraia e permette di ammirare nuovi e spettacolari scorci della Cala di Porto Vecchio, di Monte Capo, della Cala della Mortola e della Punta della Teglia. Si tratta dell’unico percorso che consente di raggiungere a piedi la Torre delle Barbici, risalente al 1699.
Arrivati a destinazione, si può tornare al punto di partenza ripercorrendo al contrario il sentiero (in totale sono 5 km circa a/r); oppure, nella stagione estiva, ci si può fare venire a prendere "via mare" con una barca taxi.
Il tragitto inizia nei pressi degli edifici dell’Ex Carcere di Porto Vecchio, sopra l'omonima cala, poi sale e scende lungo la costa ma si tiene abbastanza in alto per cui non risulta molto faticoso.
Il sentiero si interseca con quello che raggiunge Monte Capo, che parte dalla strada per Punta del Dattero e poi prosegue attraversando i due vadi che scorrono verso la Cala della Mortola.
Il tragitto inizia nei pressi degli edifici dell’Ex Carcere di Porto Vecchio, sopra l'omonima cala, poi sale e scende lungo la costa ma si tiene abbastanza in alto per cui non risulta molto faticoso.
Il sentiero si interseca con quello che raggiunge Monte Capo, che parte dalla strada per Punta del Dattero e poi prosegue attraversando i due vadi che scorrono verso la Cala della Mortola.
Il tratto più a picco sul mare conduce sopra le cosiddette frane del Neri. Qui le onde passano dal colore verde chiaro della Mortola al blu più profondo degli scogli delle Formiche.
Dopo un tratto di fitta vegetazione, appare finalmente l'affascinante e precaria Torre delle Barbici, una maestosa testimonianza di epoche passate, segnate da assalti, corsari e occupazioni.
La zona è frequentata dai mufloni e c’è anche una rumorosa colonia di gabbiani reali mediterranei.
Dalla torre è possibile raggiungere il mare (tramite un sentiero non segnato) per fare il bagno poco sotto. Alla Teglia (o "Teja"), durante la primavera, fioriscono il giglio di mare illirico e l’asfodelo.
Il tratto più a picco sul mare conduce sopra le cosiddette frane del Neri. Qui le onde passano dal colore verde chiaro della Mortola al blu più profondo degli scogli delle Formiche.
Dopo un tratto di fitta vegetazione, appare finalmente l'affascinante e precaria Torre delle Barbici, una maestosa testimonianza di epoche passate, segnate da assalti, corsari e occupazioni.
La zona è frequentata dai mufloni e c’è anche una rumorosa colonia di gabbiani reali mediterranei.
Dalla torre è possibile raggiungere il mare (tramite un sentiero non segnato) per fare il bagno poco sotto. Alla Teglia (o "Teja"), durante la primavera, fioriscono il giglio di mare illirico e l’asfodelo.