Un percorso trekking alla scoperta di chiese e paesaggi della Valdambra
La Valdambra, nell’Aretino, è una terra ricca di storia e leggende. Sono numerosi i castelli e i ruderi che un tempo appartenevano a conti e nobili. Molti di questi sono visitabili ancora oggi e sono un patrimonio di inestimabile valore per la Toscana.
Se amate camminare e scoprire queste meraviglie con lentezza, potete intraprendere un itinerario ad anello nei dintorni di Badia a Ruoti, nel comune di Bucine.
L’itinerario ha inizio a Badia a Ruoti ed è anche l’occasione per visitare la chiesa abbaziale che conserva notevoli affreschi quattrocenteschi e una pala posta sopra l’altare. Colori intensi e luminosi rappresentano la vergine Maria incoronata in un cerchio di angeli e alcuni santi. Sulla lunetta soprastante, invece, è rappresentata un’annunciazione. L’opera, realizzata dal raffinato artista Neri di Bicci, è stata commissionata da un abate camaldolese nel 1471 e rispecchia uno stile semplice e all’antica.
La badia di San Pietro a Roti, inoltre, fondata intorno all’anno 1000, era uno dei principali monasteri dell’ordine camaldolese.
Si scende la strada principale del paese, ci si immette nel sentiero CAI 125 e si inizia il percorso ad anello. Con una breve salita, si apre la vista sull’alta Valdambra. Una volta al coperto del bosco, dopo il podere Raggiolo, si continua a salire a destra per una mulattiera acciottolata.
Superata la casa del Conte, si scorgono in basso l’abitato di Ambra e l’inconfondibile profilo del Castello di Cennina.
Si giunge al borgo di Sogna, dove merita sostare per fare un giro per le viuzze del castello di proprietà degli Ubertini. Delle sue fortificazioni ci sono rimaste poche tracce, devastate come furono nella prima metà del XV secolo nel corso di quella lunghissima guerra tra Siena e Firenze. Il cammino prosegue lungo una strada bianca che collega Sogna al castello di Rapale, presso il quale sono stati ritrovati numerosi reperti etruschi e romani. Dopo aver camminato tra le vecchie fortificazioni, il percorso si fa più sassoso e sconnesso.
Il bosco lascia il posto a vasti campi coltivati in questa piana fertile creata nel corso dei secoli dalle acque dell’Ambra. Ci si imbatte anche nel piccolo borgo di Pietraviva, che ancora oggi conserva l’impianto architettonico dell’età medievale.
Dopo una breve salita, ci si ritrova al crocevia d’inizio e di fine dell’itinerario. Una gigantesca farnia merita una deviazione di qualche centinaio di metri. Sono due secoli che si trova lì, in compagnia di altri alberi alti e massicci.
Questo itinerario fa parte della guida Il Diario del Viandante, del comune di Bucine. Sul sito ufficiale potete trovare i dettagli dei percorsi, informazioni utili e le mappe da scaricare.