Un percorso che attraversa alcune delle principali città etrusche, per conoscere la storia di questo antico popolo
La Valdichiana è una delle zone toscane in cui sono stati ritrovati i maggiori reperti della civiltà etrusca. Con partenza da Arezzo, questo itinerario propone un salto nel passato per conoscere le usanze di questo popolo ancora per certi aspetti misterioso.
Si parte da Arezzo, una delle principali città etrusche, e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la Chimera, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, e l'ampia necropoli di Poggio del Sole, formatasi nel VI secolo a.C. ed utilizzata fino all'età romana.
Il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate”, situato all’interno dell’ex monastero dei Monaci Olivetani di San Bernardo, conserva testimonianze archeologiche che dimostrano l’importanza del centro di Arezzo e del territorio nel periodo etrusco.
Si parte da Arezzo, una delle principali città etrusche, e molto probabilmente sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la Chimera, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, e l'ampia necropoli di Poggio del Sole, formatasi nel VI secolo a.C. ed utilizzata fino all'età romana.
Il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate”, situato all’interno dell’ex monastero dei Monaci Olivetani di San Bernardo, conserva testimonianze archeologiche che dimostrano l’importanza del centro di Arezzo e del territorio nel periodo etrusco.
Dopo la visita di Arezzo, ci spostiamo a Cortona, importante lucumonia etrusca tra il VIII e il VII secolo a.C. Furono costruite proprio dagli Etruschi nel IV secolo a.C. le imponenti mura che circondano la città per circa tre chilometri, le tombe nobiliari "a melone" sparse nei dintorni della città e il monumentale altare funerario adornato da sfingi, esempio unico in Italia. A Cortona è stata ritrovata anche la Tabula Cortonensis, una lamina bronzea con una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca. Il Palazzo Pretorio, fin dal 1728 sede dell’Accademia Etrusca, ospita il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona), che espone una ricchissima collezione di reperti della civiltà etrusca.
Dopo la visita di Arezzo, ci spostiamo a Cortona, importante lucumonia etrusca tra il VIII e il VII secolo a.C. Furono costruite proprio dagli Etruschi nel IV secolo a.C. le imponenti mura che circondano la città per circa tre chilometri, le tombe nobiliari "a melone" sparse nei dintorni della città e il monumentale altare funerario adornato da sfingi, esempio unico in Italia. A Cortona è stata ritrovata anche la Tabula Cortonensis, una lamina bronzea con una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca. Il Palazzo Pretorio, fin dal 1728 sede dell’Accademia Etrusca, ospita il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona), che espone una ricchissima collezione di reperti della civiltà etrusca.
Scendendo verso sud si trova Chianciano Terme, le cui proprietà benefiche delle sue acque termali erano già apprezzate da Etruschi e Romani, che avevano occupato stabilmente la zona edificando un importante centro abitato. Il Museo Etrusco della città conserva importanti reperti del territorio legati alle sepolture: canopi, ceramiche, corredi tombali, oltre ai resti del frontone in terracotta del Tempio dei Fucoli, raffigurante scene mitologiche. Il Museo ha due sezioni particolarmente significative, una dedicata alla “donna etrusca” e l’altra al “banchetto etrusco”.
Scendendo verso sud si trova Chianciano Terme, le cui proprietà benefiche delle sue acque termali erano già apprezzate da Etruschi e Romani, che avevano occupato stabilmente la zona edificando un importante centro abitato. Il Museo Etrusco della città conserva importanti reperti del territorio legati alle sepolture: canopi, ceramiche, corredi tombali, oltre ai resti del frontone in terracotta del Tempio dei Fucoli, raffigurante scene mitologiche. Il Museo ha due sezioni particolarmente significative, una dedicata alla “donna etrusca” e l’altra al “banchetto etrusco”.
Non lontano da Chianciano, troviamo un'altra città di origini molto antiche. Le tracce di un passato etrusco sono quelle che più hanno segnato il territorio intorno a Sarteano, dal IX al I secolo a.C. Le necropoli di maggior rilievo di quel periodo sono quella della Palazzina, posta lungo una delle vie Cupe, ovvero i tracciati viari che conducevano verso Chiusi, e la necropoli delle Pianacce. Quest'ultima ha riservato negli anni una serie di straordinarie scoperte, oltre ad essere ubicata in una zona di grande suggestione paesaggistica con uno splendido affaccio sulla Valdichiana. Qui si può visitare l'eccezionale Tomba della quadriga infernale, con pitture uniche e dai colori vivacissimi della seconda metà del IV secolo a.C. in cui è raffigurato un demone dai capelli rossi alla guida di un carro trainato da due leoni e due grifi, probabilmente Charun – il Caronte etrusco - nella sua unica raffigurazione come auriga nello svolgimento del suo compito di accompagnatore delle anime verso l'Ade. Accanto alla tomba della Quadriga Infernale, numerosi altri ipogei, databili tra la fine del VI e il I secolo a.C., mostrano una necropoli occupata da famiglie aristocratiche di un certo rango, così come di grande interesse è la struttura teatriforme collegata a tre di questi ipogei e adibita ai rituali funerari. Questo sito di straordinario interesse, visitabile, è solo una delle numerose realtà archeologiche del territorio. Tutte le tracce di questo intenso e vitale passato, dai canopi orientalizzanti, ai buccheri, alle ceramiche figurate sia etrusche che attiche, le straordinarie statue-cinerarie di pietra fetida, fino ai reperti Romani sono esposti nel Museo civico archeologico di Sarteano.
Non lontano da Chianciano, troviamo un'altra città di origini molto antiche. Le tracce di un passato etrusco sono quelle che più hanno segnato il territorio intorno a Sarteano, dal IX al I secolo a.C. Le necropoli di maggior rilievo di quel periodo sono quella della Palazzina, posta lungo una delle vie Cupe, ovvero i tracciati viari che conducevano verso Chiusi, e la necropoli delle Pianacce. Quest'ultima ha riservato negli anni una serie di straordinarie scoperte, oltre ad essere ubicata in una zona di grande suggestione paesaggistica con uno splendido affaccio sulla Valdichiana. Qui si può visitare l'eccezionale Tomba della quadriga infernale, con pitture uniche e dai colori vivacissimi della seconda metà del IV secolo a.C. in cui è raffigurato un demone dai capelli rossi alla guida di un carro trainato da due leoni e due grifi, probabilmente Charun – il Caronte etrusco - nella sua unica raffigurazione come auriga nello svolgimento del suo compito di accompagnatore delle anime verso l'Ade. Accanto alla tomba della Quadriga Infernale, numerosi altri ipogei, databili tra la fine del VI e il I secolo a.C., mostrano una necropoli occupata da famiglie aristocratiche di un certo rango, così come di grande interesse è la struttura teatriforme collegata a tre di questi ipogei e adibita ai rituali funerari. Questo sito di straordinario interesse, visitabile, è solo una delle numerose realtà archeologiche del territorio. Tutte le tracce di questo intenso e vitale passato, dai canopi orientalizzanti, ai buccheri, alle ceramiche figurate sia etrusche che attiche, le straordinarie statue-cinerarie di pietra fetida, fino ai reperti Romani sono esposti nel Museo civico archeologico di Sarteano.
Chiusi, a pochi chilometri da Sarteano e di Chianciano, è considerata dalle fonti storiche latine una delle più antiche città etrusche. La ricchezza di Chiusi, (in etrusco Clevsin), era soprattutto legata alla fertilità del suolo di natura alluvionale ed alla sua posizione strategica lungo un’importantissima arteria commerciale. All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi sono esposti in gran parte reperti etruschi, secondo un criterio di tipo cronologico e tematico, cercando, dove possibile di ricostruire gli antichi contesti. Tra i reperti qui conservati si segnalano le produzioni locali (canopi, vasi di bucchero, sculture funerarie in pietra fetida o in terracotta) e ceramiche provenienti dall’Attica (insieme ad imitazioni etrusche). Il Museo ospita anche reperti di origine romana fino ad arrivare a produzioni di epoca longobarda.
Dal Museo Archeologico Nazionale è possibile concordare la visita alle Tombe etrusche nei pressi del Lago di Chiusi: Tomba del Leone con soffitti intagliati a lacunari e parte dell’originaria decorazione pittorica; Tomba della Pellegrina appartenuta alla famiglia dei Sentinates (visitabili tutti i giorni); la famosa Tomba della Scimmia, scoperta nel 1846 da A. François. Da non perdere anche una visita al Labirinto di Porsenna, un affascinante percorso sotterraneo nei meandri dell’acquedotto etrusco.
Chiusi, a pochi chilometri da Sarteano e di Chianciano, è considerata dalle fonti storiche latine una delle più antiche città etrusche. La ricchezza di Chiusi, (in etrusco Clevsin), era soprattutto legata alla fertilità del suolo di natura alluvionale ed alla sua posizione strategica lungo un’importantissima arteria commerciale. All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi sono esposti in gran parte reperti etruschi, secondo un criterio di tipo cronologico e tematico, cercando, dove possibile di ricostruire gli antichi contesti. Tra i reperti qui conservati si segnalano le produzioni locali (canopi, vasi di bucchero, sculture funerarie in pietra fetida o in terracotta) e ceramiche provenienti dall’Attica (insieme ad imitazioni etrusche). Il Museo ospita anche reperti di origine romana fino ad arrivare a produzioni di epoca longobarda.
Dal Museo Archeologico Nazionale è possibile concordare la visita alle Tombe etrusche nei pressi del Lago di Chiusi: Tomba del Leone con soffitti intagliati a lacunari e parte dell’originaria decorazione pittorica; Tomba della Pellegrina appartenuta alla famiglia dei Sentinates (visitabili tutti i giorni); la famosa Tomba della Scimmia, scoperta nel 1846 da A. François. Da non perdere anche una visita al Labirinto di Porsenna, un affascinante percorso sotterraneo nei meandri dell’acquedotto etrusco.