Nelle grandi foreste della Toscana, alla scoperta della montagna e dei suoi paesaggi
Le Riserve Naturali Regionali dell’Appennino Aretino rappresentano una preziosa chiave di lettura dei mutamenti passati e di quelli oggi in atto sul nostro pianeta. In queste riserve naturali sono presenti paesaggi geologicamente molto diversificati, ognuno con la sua storia di milioni di anni: si passa dalle ofioliti, le rocce magmatiche dall’aspetto ruvido della Riserva Naturale Regionale dei Monti Rognosi, alle candide pareti calcaree del Sasso di Simone costituite da fossili di organismi marini. Anche le vaste foreste hanno storie affascinanti da raccontare: l’uomo in passato ha sfruttato intensamente i boschi per ricavarne legno e ne ha eliminato ampie porzioni per far posto ad aree coltivabili e pascoli.
L’itinerario ad anello di circa 160 Km connette le 5 Riserve Naturali Regionali in provincia di Arezzo: i Monti Rognosi, l’Alta Valle del Tevere-Monte Nero, il Bosco di Montalto, il Sasso di Simone e l’Alpe della Luna. L'itinerario prevede collegamenti con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e le Riserve Naturali Statali di Fungaia, Poggio Rosso, Formole e Zuccaia.
Un percorso da scoprire a piedi e in mountain bike, tenendo presente che il tracciato in bicicletta non sempre coincide con quello a piedi.
Partendo dalla stazione ferroviaria di Sansepolcro raggiungiamo la campagna lungo il corso del Tevere. Costeggiamo le zone umide e i boschi ripariali dell’ANPIL Golena del Tevere e proseguiamo attraverso i paesaggi campestri della piana che fu teatro della Battaglia di Anghiari. Dopo una breve deviazione verso Bagnolo arriviamo all’ingresso nella Riserva Naturale Regionale dei Monti Rognosi. Il percorso nella Riserva ci porta ad attraversare ambienti molto particolari dominati dalle ofiolite, rocce magmatiche dall’aspetto ruvido e solido, con una colorazione verde scuro che ricorda la pelle dei rettili. Proseguendo intersechiamo il sentiero natura che conduce al Santuario della Madonna delle Selva, punto di arrivo della tappa dove sarà possibile dormire e mangiare.
Partendo dalla stazione ferroviaria di Sansepolcro raggiungiamo la campagna lungo il corso del Tevere. Costeggiamo le zone umide e i boschi ripariali dell’ANPIL Golena del Tevere e proseguiamo attraverso i paesaggi campestri della piana che fu teatro della Battaglia di Anghiari. Dopo una breve deviazione verso Bagnolo arriviamo all’ingresso nella Riserva Naturale Regionale dei Monti Rognosi. Il percorso nella Riserva ci porta ad attraversare ambienti molto particolari dominati dalle ofiolite, rocce magmatiche dall’aspetto ruvido e solido, con una colorazione verde scuro che ricorda la pelle dei rettili. Proseguendo intersechiamo il sentiero natura che conduce al Santuario della Madonna delle Selva, punto di arrivo della tappa dove sarà possibile dormire e mangiare.
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Lunghezza tappa24 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata6 ore
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Dislivello in discesa770 m
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Dislivello in salita1073 m
La tappa ha inizio sul sentiero che ci conduce sul Torrente Singerna, affluente destro del Fiume Tevere. Proseguendo arriviamo a lambire la Riserva Naturale Statale Fungaia, poco dopo, sulla nostra destra in direzione nord, troviamo la Riserva Naturale Statale Poggio Rosso e infine la Riserva Naturale Statale Formole, un’area importante per l’allevamento e la diffusione del Cavallo Avelignese, razza particolarmente antica. Superate le Riserve Naturali Statali raggiungiamo la Località Cà Pigolotti e da qui in meno di 2 km arriviamo a Caprese Michelangelo, paese natale di Michelangelo Buonarroti.
La tappa ha inizio sul sentiero che ci conduce sul Torrente Singerna, affluente destro del Fiume Tevere. Proseguendo arriviamo a lambire la Riserva Naturale Statale Fungaia, poco dopo, sulla nostra destra in direzione nord, troviamo la Riserva Naturale Statale Poggio Rosso e infine la Riserva Naturale Statale Formole, un’area importante per l’allevamento e la diffusione del Cavallo Avelignese, razza particolarmente antica. Superate le Riserve Naturali Statali raggiungiamo la Località Cà Pigolotti e da qui in meno di 2 km arriviamo a Caprese Michelangelo, paese natale di Michelangelo Buonarroti.
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Lunghezza tappa15 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata3,5 ore
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Dislivello in discesa550 m
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Dislivello in salita600 m
Lasciato il borgo di Caprese Michelangelo, e superate le frazioni di Lama e Fragaiolo, arriviamo ad una strada di bosco che sale sul Monte Foresto, al centro dell’Alpe di Catenaia (CAI 20A). Ci troveremo a camminare in mezzo a dei magnifici castagneti da frutto (Castanea sativa), mentre salendo di quota entreremo in ambiente di faggeta (Fagus sylvatica) fino alla sommità del poggio di Montarcoppio, dove sorge l’Eremo della Casella. Il sentiero prosegue poi lungo il crinale in direzione di Chiusi della Verna, offrendo stupende vedute panoramiche fino al Santuario della Verna.
La Verna è estremamente interessante per il suo patrimonio boschivo, poiché è qui presente una foresta appenninica monumentale. Prendendo il sentiero CAI 53, che parte proprio dal Monastero, si accede alla rete sentieristica che attraversa il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e Campigna.
Lasciato il borgo di Caprese Michelangelo, e superate le frazioni di Lama e Fragaiolo, arriviamo ad una strada di bosco che sale sul Monte Foresto, al centro dell’Alpe di Catenaia (CAI 20A). Ci troveremo a camminare in mezzo a dei magnifici castagneti da frutto (Castanea sativa), mentre salendo di quota entreremo in ambiente di faggeta (Fagus sylvatica) fino alla sommità del poggio di Montarcoppio, dove sorge l’Eremo della Casella. Il sentiero prosegue poi lungo il crinale in direzione di Chiusi della Verna, offrendo stupende vedute panoramiche fino al Santuario della Verna.
La Verna è estremamente interessante per il suo patrimonio boschivo, poiché è qui presente una foresta appenninica monumentale. Prendendo il sentiero CAI 53, che parte proprio dal Monastero, si accede alla rete sentieristica che attraversa il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e Campigna.
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Lunghezza tappa18 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata6 ore
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Dislivello in discesa844 m
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Dislivello in salita1372 m
Partendo dal Santuario della Verna raggiungiamo la Croce alla Calla (CAI 50 e 55), a 1140 m slm, dove lasciamo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Il sentiero sale nel bosco di conifere fino raggiungere la prateria sulla vetta del Monte Calvano, a 1250 m slm. attraversa poi il Passo delle Pratelle (1075 m slm) e arriva al Passo delle Gualanciole (1040 m slm), dal quale si accede alla Riserva Naturale Regionale dell’Alta Valle del Tevere - Monte Nero. Il sentiero ci conduce alla struttura ricettiva del Rifugio Le Gualanciole, dove sono presenti l’Agriturismo Le Gualanciole e il centro visite della Riserva Naturale Regionale. La riserva ospita alcune specie considerate a rischio di estinzione in Toscana come la dafne alpina (Daphne alpina) e il cardo dell’Alpe della Luna (Cirsium alpis-lunae), mentre fra le piante rare ricordiamo due specie esteticamente accattivanti: l’orchidea Himantoglossum hircinum e la spigarola d’Italia (Melampyrum italicum).
Nei pascoli nell’area del Passo delle Gualanciole si possono osservare uccelli tipici delle praterie come la tottavilla (Lullula arborea), mentre nei boschi con abete bianco (Abies alba) si trova l’elusivo rampichino alpestre (Certhia familiaris). Dal Rifugio Gualanciole proseguiamo il percorso e scendiamo a sud fino alle frazioni di Mogginano (CAI 12), Ville Roti e Valdazze, nelle quali è possibile pernottare.
Partendo dal Santuario della Verna raggiungiamo la Croce alla Calla (CAI 50 e 55), a 1140 m slm, dove lasciamo il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Il sentiero sale nel bosco di conifere fino raggiungere la prateria sulla vetta del Monte Calvano, a 1250 m slm. attraversa poi il Passo delle Pratelle (1075 m slm) e arriva al Passo delle Gualanciole (1040 m slm), dal quale si accede alla Riserva Naturale Regionale dell’Alta Valle del Tevere - Monte Nero. Il sentiero ci conduce alla struttura ricettiva del Rifugio Le Gualanciole, dove sono presenti l’Agriturismo Le Gualanciole e il centro visite della Riserva Naturale Regionale. La riserva ospita alcune specie considerate a rischio di estinzione in Toscana come la dafne alpina (Daphne alpina) e il cardo dell’Alpe della Luna (Cirsium alpis-lunae), mentre fra le piante rare ricordiamo due specie esteticamente accattivanti: l’orchidea Himantoglossum hircinum e la spigarola d’Italia (Melampyrum italicum).
Nei pascoli nell’area del Passo delle Gualanciole si possono osservare uccelli tipici delle praterie come la tottavilla (Lullula arborea), mentre nei boschi con abete bianco (Abies alba) si trova l’elusivo rampichino alpestre (Certhia familiaris). Dal Rifugio Gualanciole proseguiamo il percorso e scendiamo a sud fino alle frazioni di Mogginano (CAI 12), Ville Roti e Valdazze, nelle quali è possibile pernottare.
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Lunghezza tappa22 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata7 ore
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Dislivello in discesa1400 m
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Dislivello in salita1200 m
Ripartendo da Valdazze raggiungiamo la località Camerelle (lungo il CAI 00 e il cammino di Francesco) a due passi dalla Riserva Naturale Regionale Bosco di Montalto sul sentiero CAI 2 (Via Cerbaiolo). La riserva protegge l’intero versante settentrionale del Monte Montalto ricoperto da boschi che si sono conservati fino ad oggi grazie proprio alla morfologia accidentata del rilievo. Sono presenti due habitat di interesse comunitario prioritario “foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion” e “faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex”.
Proseguendo raggiungiamo il Passo di Viamaggio e il Sasso di Cocchiola (CAI 3), luogo di grande importanza storica per la presenza di numerose postazioni della Linea Gotica. La tappa si conclude a Badia Tedalda dove sono presenti varie strutture per vitto e alloggio.
Ripartendo da Valdazze raggiungiamo la località Camerelle (lungo il CAI 00 e il cammino di Francesco) a due passi dalla Riserva Naturale Regionale Bosco di Montalto sul sentiero CAI 2 (Via Cerbaiolo). La riserva protegge l’intero versante settentrionale del Monte Montalto ricoperto da boschi che si sono conservati fino ad oggi grazie proprio alla morfologia accidentata del rilievo. Sono presenti due habitat di interesse comunitario prioritario “foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion” e “faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex”.
Proseguendo raggiungiamo il Passo di Viamaggio e il Sasso di Cocchiola (CAI 3), luogo di grande importanza storica per la presenza di numerose postazioni della Linea Gotica. La tappa si conclude a Badia Tedalda dove sono presenti varie strutture per vitto e alloggio.
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Lunghezza tappa15 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata4 ore
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Dislivello in discesa800 m
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Dislivello in salita600 m
Partendo da Badia Tedalda procediamo passando dal Castello in direzione di Palazzi, fino ad arrivare a Colcellalto, un piccolo borgo medievale della Val Marecchia. In corrispondenza del Passo Pretella lo attraversiamo e ci ritroviamo dentro la Riserva Naturale Regionale del Sasso di Simone (CAI 61). Il percorso continua fino a raggiungere il rifugio Casa dal Re (CAI 61B e 61C), con un’area di sosta immersa in un querceto, qui è possibile pernottare e raggiungere il Sasso di Simone attraverso un Sentiero Natura. Andando verso il Sasso troviamo la particolare Formazione delle Argilliti varicolori che risale a 110 - 50 milioni di anni fa.
Sopra questa formazione si trova la placca calcarea del Sasso di Simone, le cui rocce si sono sedimentate in un bacino marino poco profondo e si sono sollevate durante la formazione dell’Appennino, attorno ai 15-20 milioni di anni fa.
Partendo da Badia Tedalda procediamo passando dal Castello in direzione di Palazzi, fino ad arrivare a Colcellalto, un piccolo borgo medievale della Val Marecchia. In corrispondenza del Passo Pretella lo attraversiamo e ci ritroviamo dentro la Riserva Naturale Regionale del Sasso di Simone (CAI 61). Il percorso continua fino a raggiungere il rifugio Casa dal Re (CAI 61B e 61C), con un’area di sosta immersa in un querceto, qui è possibile pernottare e raggiungere il Sasso di Simone attraverso un Sentiero Natura. Andando verso il Sasso troviamo la particolare Formazione delle Argilliti varicolori che risale a 110 - 50 milioni di anni fa.
Sopra questa formazione si trova la placca calcarea del Sasso di Simone, le cui rocce si sono sedimentate in un bacino marino poco profondo e si sono sollevate durante la formazione dell’Appennino, attorno ai 15-20 milioni di anni fa.
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Lunghezza tappa19 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata7 ore
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Dislivello in discesa1000 m
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Dislivello in salita750 m
Lasciamo Sestino e attraversiamo il fiume Foglia procedendo in direzione del Monte Serra di Battiroli (CAI 5). Troveremo lungo il tragitto il Parco Faunistico di Ranco Spinoso, dove vivono numerosi daini (Dama dama), cervi (Cervus elaphus) e mufloni (Ovis orientalis). Proseguendo raggiungiamo i punti panoramici di Monte Bello e del Sasso Aguzzo, dai quali ammirare le vallate sottostanti e le vette dell’Alpe della Luna. Nei pressi del Poggio di Monterano accediamo alla Riserva Naturale Regionale dell’Alpe della Luna dove troveremo le caratteristiche stratificazioni della Formazione Marnoso-Arenacea: una maestosa parete rocciosa conosciuta come Ripa della Luna.
I boschi del territorio hanno subito forti pressioni antropiche dal medioevo fino a pochi decenni fa, in quanto venivano utilizzati per la produzione di carbone e legna da ardere. L’isolamento di alcune aree ha permesso di mantenere intatte nei secoli ampie porzioni di bosco che oggi vantano numerosi alberi monumentali.
Nei pressi del Monte Maggiore scendiamo nella faggeta fino ad arrivare al Rifugio La Spinella dove si conclude la tappa (CAI 6 e CAI 8).
Lasciamo Sestino e attraversiamo il fiume Foglia procedendo in direzione del Monte Serra di Battiroli (CAI 5). Troveremo lungo il tragitto il Parco Faunistico di Ranco Spinoso, dove vivono numerosi daini (Dama dama), cervi (Cervus elaphus) e mufloni (Ovis orientalis). Proseguendo raggiungiamo i punti panoramici di Monte Bello e del Sasso Aguzzo, dai quali ammirare le vallate sottostanti e le vette dell’Alpe della Luna. Nei pressi del Poggio di Monterano accediamo alla Riserva Naturale Regionale dell’Alpe della Luna dove troveremo le caratteristiche stratificazioni della Formazione Marnoso-Arenacea: una maestosa parete rocciosa conosciuta come Ripa della Luna.
I boschi del territorio hanno subito forti pressioni antropiche dal medioevo fino a pochi decenni fa, in quanto venivano utilizzati per la produzione di carbone e legna da ardere. L’isolamento di alcune aree ha permesso di mantenere intatte nei secoli ampie porzioni di bosco che oggi vantano numerosi alberi monumentali.
Nei pressi del Monte Maggiore scendiamo nella faggeta fino ad arrivare al Rifugio La Spinella dove si conclude la tappa (CAI 6 e CAI 8).
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Lunghezza tappa22 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata8 ore
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Dislivello in discesa1200 m
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Dislivello in salita1700 m
Dal Rifugio La Spinella procediamo lungo la via forestale. Arriviamo a Germagnano dove è possibile percorrere un Sentiero Natura. Oltrepassata la località Germagnano, usciamo dalla Riserva Naturale Regionale Alpe della Luna nei pressi di Montagna. L’itinerario ci conduce fino all’Eremo di Montecasale, edificato nel XII secolo sui resti di un’antica fortezza. In origine l’eremo apparteneva ai monaci Camaldolesi, che lo utilizzarono come ospizio dei pellegrini e centro di assistenza per i malati. Dall’eremo si prosegue seguendo un sentiero in bosco che scende verso la valle del Torrente Afra, al termine del quale ci riconnettiamo alla viabilità minore fino al centro abitato di Sansepolcro dove si chiude il nostro anello in prossimità della stazione ferroviaria.
Dal Rifugio La Spinella procediamo lungo la via forestale. Arriviamo a Germagnano dove è possibile percorrere un Sentiero Natura. Oltrepassata la località Germagnano, usciamo dalla Riserva Naturale Regionale Alpe della Luna nei pressi di Montagna. L’itinerario ci conduce fino all’Eremo di Montecasale, edificato nel XII secolo sui resti di un’antica fortezza. In origine l’eremo apparteneva ai monaci Camaldolesi, che lo utilizzarono come ospizio dei pellegrini e centro di assistenza per i malati. Dall’eremo si prosegue seguendo un sentiero in bosco che scende verso la valle del Torrente Afra, al termine del quale ci riconnettiamo alla viabilità minore fino al centro abitato di Sansepolcro dove si chiude il nostro anello in prossimità della stazione ferroviaria.
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Lunghezza tappa19 km
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DifficoltàEscursionistico
- schedule
Durata5 ore
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Dislivello in discesa1510 m
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Dislivello in salita800 m
Per ulteriori informazioni su "Itinerario Naturalistico Toscano - I percorsi di riserva in riserva" si rimanda alla pagina di Regione Toscana dove è possibile acquisire ulteriori informazioni su tutta la rete di itinerari tematici di collegamento tra le riserve naturali regionali nonchè scaricare tutte le informazioni su tappe e tracce degli itinerari percorribili anche in MTB.