A piedi tra le riserve naturali della Toscana settentrionale, dalla costa tirrenica fino alle zone interne
Le Riserve Naturali Regionali della Toscana custodiscono ambienti unici dove vivono piante rare, estinte altrove e numerose specie di fauna tra cui tantissimi uccelli che vi sostano o nidificano.
L’itinerario Naturalistico toscano: le colline, ci porta dalla costa tirrenica fino alle zone interne, attraverso i dolci rilievi alla scoperta delle aree protette centro-settentrionali: dal Monte Serra alla Riserva di Monterufoli Caselli, passando dal Bosco di Tanali, il Lago di Sibolla, il Padule di Fucecchio e la Foresta di Berignone.
Un itinerario da scoprire anche in mountain bike, tenendo presente che il tracciato in bicicletta non sempre coincide con quello a piedi.
L'itinerario inizia a Pisa, in Piazza dei Miracoli, e prosegue lungo il “Sentiero di Matilde” che coincide in questo tratto con l’antica Via degli Acquedotti, un percorso che collega Pisa e Lucca e che corre lungo i due acquedotti che portavano acqua alle città: l’Acquedotto Nottolini e l’Acquedotto Mediceo. Fine della prima tappa presso Asciano Pisano, ai piedi dei Monti Pisani, prima di iniziare la salita sul Monte Serra.
Chi vuole visitare il Parco di Migliarino San Rossore dalla Torre di Pisa può scendere a sud da Piazza dei Miracoli lungo il Viale delle Cascine. Un deviazione di circa due ore che ci porta alla scoperta di un mosaico di ambienti molto diversi tra loro: dune di sabbia, pinete, acquitrini e boschi rigogliosi.
L'itinerario inizia a Pisa, in Piazza dei Miracoli, e prosegue lungo il “Sentiero di Matilde” che coincide in questo tratto con l’antica Via degli Acquedotti, un percorso che collega Pisa e Lucca e che corre lungo i due acquedotti che portavano acqua alle città: l’Acquedotto Nottolini e l’Acquedotto Mediceo. Fine della prima tappa presso Asciano Pisano, ai piedi dei Monti Pisani, prima di iniziare la salita sul Monte Serra.
Chi vuole visitare il Parco di Migliarino San Rossore dalla Torre di Pisa può scendere a sud da Piazza dei Miracoli lungo il Viale delle Cascine. Un deviazione di circa due ore che ci porta alla scoperta di un mosaico di ambienti molto diversi tra loro: dune di sabbia, pinete, acquitrini e boschi rigogliosi.
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Lunghezza tappa17 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata4 ore
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Dislivello in discesa94 m
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Dislivello in salita92 m
Camminando lungo il sentiero CAI 121, da Asciano arriviamo “al Cisternone”, una struttura del 1696 costruita per l'approvvigionamento delle acque sorgive, e da qui, passando dal Mirteto seguiamo il percorso CAI 00 (Passo della Conserva). Proseguendo lungo il crinale arriviamo a Prato al Giovo e successivamente alla Riserva Naturale Regionale del Monte Serra di Sotto. Qui si possono osservare specie vegetali rare (chiamate anche specie relitte) come la pianta carnivora Rosolida (Drosera rotundifolia) e gli sfagni (muschi).
In queste zone umide possiamo trovare anfibi come la rana agile (Rana dalmatina) e il tritone crestato italiano (Triturus carnifex), uccelli come la tottavilla (Lullula arborea) e il passero solitario (Monticola solitarius), mentre fra i mammiferi ricordiamo il topo quercino (Eliomys quercinus) e il moscardino (Muscardinus avellanarius).
L’itinerario prosegue poi in direzione di Buti seguendo il CAI 148A e CAI 148.
Camminando lungo il sentiero CAI 121, da Asciano arriviamo “al Cisternone”, una struttura del 1696 costruita per l'approvvigionamento delle acque sorgive, e da qui, passando dal Mirteto seguiamo il percorso CAI 00 (Passo della Conserva). Proseguendo lungo il crinale arriviamo a Prato al Giovo e successivamente alla Riserva Naturale Regionale del Monte Serra di Sotto. Qui si possono osservare specie vegetali rare (chiamate anche specie relitte) come la pianta carnivora Rosolida (Drosera rotundifolia) e gli sfagni (muschi).
In queste zone umide possiamo trovare anfibi come la rana agile (Rana dalmatina) e il tritone crestato italiano (Triturus carnifex), uccelli come la tottavilla (Lullula arborea) e il passero solitario (Monticola solitarius), mentre fra i mammiferi ricordiamo il topo quercino (Eliomys quercinus) e il moscardino (Muscardinus avellanarius).
L’itinerario prosegue poi in direzione di Buti seguendo il CAI 148A e CAI 148.
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Lunghezza tappa19,5 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata7 ore
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Dislivello in discesa1515 m
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Dislivello in salita1456 m
Da Buti il sentiero CAI 140 e CAI 144 conduce fino a Caccialupi, proprio alle porte della Riserva Naturale Regionale Bosco di Tanali. Qui è possibile osservare specie relitte come la felce florida (Osmunda regalis), la più grande felce italiana. Convivono anche numerose piante rare acquatiche e palustri come la pianta carnivora acquatica Utricularia australis. La Riserva Naturale Regionale Bosco di Tanali è inoltre luogo importante di sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli come il pendolino (Remiz pendulinus), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e l’usignolo di fiume (Cettia cetti).
Seguendo la via asfaltata che corre in mezzo alle campagne raggiungiamo Orentano o, in alternativa, possiamo prendere il sentiero che si collega con la Riserva Naturale Statale di Montefalcone, la più importante area naturale del comprensorio delle Cerbaie.
Da Buti il sentiero CAI 140 e CAI 144 conduce fino a Caccialupi, proprio alle porte della Riserva Naturale Regionale Bosco di Tanali. Qui è possibile osservare specie relitte come la felce florida (Osmunda regalis), la più grande felce italiana. Convivono anche numerose piante rare acquatiche e palustri come la pianta carnivora acquatica Utricularia australis. La Riserva Naturale Regionale Bosco di Tanali è inoltre luogo importante di sosta e di nidificazione per numerose specie di uccelli come il pendolino (Remiz pendulinus), la cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e l’usignolo di fiume (Cettia cetti).
Seguendo la via asfaltata che corre in mezzo alle campagne raggiungiamo Orentano o, in alternativa, possiamo prendere il sentiero che si collega con la Riserva Naturale Statale di Montefalcone, la più importante area naturale del comprensorio delle Cerbaie.
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Lunghezza tappa19 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata6 ore
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Dislivello in discesa1367 m
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Dislivello in salita813 m
Da Orentano seguiamo il tratto 200 dei sentieri delle Colline delle Cerbaie e arriviamo a Villa Campanile, da qui percorrendo il tracciato della Via Francigena giungiamo ad Altopascio e poi alla Riserva Naturale Regionale Lago di Sibolla, una zona umida di importanza internazionale che ospita oggi una delle più importanti colonie di aironi della Toscana.
Nella Riserva ci sono estesi canneti e “aggallati” dove vivono relitti glaciali come gli sfagni e le piante carnivore. Usciti dall’area protetta si prosegue lungo l’argine fino ad arrivare in prossimità del Padule di Fucecchio, fine della tappa.
Da Orentano seguiamo il tratto 200 dei sentieri delle Colline delle Cerbaie e arriviamo a Villa Campanile, da qui percorrendo il tracciato della Via Francigena giungiamo ad Altopascio e poi alla Riserva Naturale Regionale Lago di Sibolla, una zona umida di importanza internazionale che ospita oggi una delle più importanti colonie di aironi della Toscana.
Nella Riserva ci sono estesi canneti e “aggallati” dove vivono relitti glaciali come gli sfagni e le piante carnivore. Usciti dall’area protetta si prosegue lungo l’argine fino ad arrivare in prossimità del Padule di Fucecchio, fine della tappa.
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Lunghezza tappa20 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata5 ore
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Dislivello in discesa331 m
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Dislivello in salita345 m
Siamo in prossimità della Riserva Naturale Regionale Padule di Fucecchio, zona umida di importanza internazionale e l’area più importante della Toscana per il numero di uccelli acquatici che vi svernano. Fra questi ricordiamo l’airone rosso (Ardea purpurea), il falco di palude (Circus aeruginosus) e il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), il fenicottero maggiore (Phoenicopterus roseus) e la cicogna bianca (Ciconia ciconia).
L’itinerario prosegue fino a raggiungere l’argine del Canale maggiore (Usciana) che ci porta a Ponte a Cappiano e a Fucecchio. Proseguendo lungo la Via Francigena arriviamo a San Miniato Alto dove termina la tappa.
Siamo in prossimità della Riserva Naturale Regionale Padule di Fucecchio, zona umida di importanza internazionale e l’area più importante della Toscana per il numero di uccelli acquatici che vi svernano. Fra questi ricordiamo l’airone rosso (Ardea purpurea), il falco di palude (Circus aeruginosus) e il cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), il fenicottero maggiore (Phoenicopterus roseus) e la cicogna bianca (Ciconia ciconia).
L’itinerario prosegue fino a raggiungere l’argine del Canale maggiore (Usciana) che ci porta a Ponte a Cappiano e a Fucecchio. Proseguendo lungo la Via Francigena arriviamo a San Miniato Alto dove termina la tappa.
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Lunghezza tappa21 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata6 ore
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Dislivello in discesa713 m
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Dislivello in salita756 m
Questo tratto dell’itinerario coincide con la Tappa 30 della Via Francigena. Dal centro storico di San Miniato, dopo un'ora di cammino su asfalto, si imbocca un percorso lungo una strada bianca panoramica che attraversa le colline “plioceniche” della Valdelsa fra sabbie fossili, borghi antichi e paesaggi mozzafiato nella Toscana di mezzo.
Meritevole la sosta presso la maestosa Quercia di Pilerno nei pressi dell'omonimo laghetto, magari lasciando un pensiero nella “pentola/diario” posta ai suoi piedi.
Questo tratto dell’itinerario coincide con la Tappa 30 della Via Francigena. Dal centro storico di San Miniato, dopo un'ora di cammino su asfalto, si imbocca un percorso lungo una strada bianca panoramica che attraversa le colline “plioceniche” della Valdelsa fra sabbie fossili, borghi antichi e paesaggi mozzafiato nella Toscana di mezzo.
Meritevole la sosta presso la maestosa Quercia di Pilerno nei pressi dell'omonimo laghetto, magari lasciando un pensiero nella “pentola/diario” posta ai suoi piedi.
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Lunghezza tappa24 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata7 ore
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Dislivello in discesa650 m
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Dislivello in salita942 m
Questo tratto coincide con la tappa 31 della Via Francigena, che termina nello splendido borgo a San Gimignano. Da Gambassi Terme, arriviamo al centro storico del paese e da qui verso l’aperta campagna in un percorso su strada bianca che scorre fra vigneti e boschi. Lungo il tragitto si trova sulla destra l’indicazione per il percorso “dei Bollori” che, deviando di un paio di chilometri dall’itinerario, porta alla scoperta delle sorgenti ipotermali e dello scenografico geyser.
La via sterrata ci porta verso Luiano di Sotto e valicato il Ponte della Madonna entriamo nelle terre di San Gimignano.
Questo tratto coincide con la tappa 31 della Via Francigena, che termina nello splendido borgo a San Gimignano. Da Gambassi Terme, arriviamo al centro storico del paese e da qui verso l’aperta campagna in un percorso su strada bianca che scorre fra vigneti e boschi. Lungo il tragitto si trova sulla destra l’indicazione per il percorso “dei Bollori” che, deviando di un paio di chilometri dall’itinerario, porta alla scoperta delle sorgenti ipotermali e dello scenografico geyser.
La via sterrata ci porta verso Luiano di Sotto e valicato il Ponte della Madonna entriamo nelle terre di San Gimignano.
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Lunghezza tappa13 km
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DifficoltàTuristico
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Durata4 ore
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Dislivello in discesa450 m
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Dislivello in salita417 m
Da San Gimignano proseguiamo in direzione di San Donato per accedere poi alla Riserva Naturale Regionale di Castelvecchio, dove sorgono le suggestive rovine della roccaforte medievale.
Questa riserva è un’area di notevole importanza per la conservazione della biodiversità della Toscana centrale. In alcune zone si verifica il fenomeno dell’inversione termica che permette l’esistenza a bassa quota di faggi (Fagus sylvatica), aceri montani (Acer pseudoplatanus) e tassi (Taxus baccata). Qui si possono trovare anche piante rare come Ononis natrix, il cui nome rimanda alle bisce d'acqua (Natrix spp.) in quanto anticamente si riteneva che questa pianta potesse tenere lontani i serpenti.
Dall’accesso della Riserva Naturale Regionale di Castelvecchio in prossimità di San Donato proseguiamo lungo la via di bosco fino al Caggio fino al bivio per le rovine di Castelvecchio e arriviamo quindi ad Ulignano, alle porte della Riserva Naturale Regionale di Montenero dove termina la tappa.
Da San Gimignano proseguiamo in direzione di San Donato per accedere poi alla Riserva Naturale Regionale di Castelvecchio, dove sorgono le suggestive rovine della roccaforte medievale.
Questa riserva è un’area di notevole importanza per la conservazione della biodiversità della Toscana centrale. In alcune zone si verifica il fenomeno dell’inversione termica che permette l’esistenza a bassa quota di faggi (Fagus sylvatica), aceri montani (Acer pseudoplatanus) e tassi (Taxus baccata). Qui si possono trovare anche piante rare come Ononis natrix, il cui nome rimanda alle bisce d'acqua (Natrix spp.) in quanto anticamente si riteneva che questa pianta potesse tenere lontani i serpenti.
Dall’accesso della Riserva Naturale Regionale di Castelvecchio in prossimità di San Donato proseguiamo lungo la via di bosco fino al Caggio fino al bivio per le rovine di Castelvecchio e arriviamo quindi ad Ulignano, alle porte della Riserva Naturale Regionale di Montenero dove termina la tappa.
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Lunghezza tappa20 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata6 ore
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Dislivello in discesa848 m
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Dislivello in salita1082 m
Da Ulignano entriamo nella Riserva Naturale Regionale Montenero: un’isola verde incastonata all’interno delle aree agricole presenti sulle colline circostanti. Ambienti peculiari della Riserva Naturale Regionale sono i boschi sui ripidi versanti del Montenero e le forre scavate dall’azione erosiva del torrente Strolla.
Quest’ultimo ha creato un paesaggio naturale molto suggestivo con bellissime cascate, dove è possibile osservare anfibi come la rana appenninica (Rana italica), una specie presente esclusivamente in Italia. Nei boschi sono presenti numerose specie di piccoli uccelli come il rampichino (Certhia brachydactyla) e il fiorrancino (Regulus ignicapilla). Percorriamo la parte sud dell’anello di Montenero “Nelle gole del torrente Strolla, tra boschi e antiche pievi” e riprendiamo la strada passando da Prato d’Era lungo una panoramica strada verso Volterra, dove termina la nostra tappa.
Da Ulignano entriamo nella Riserva Naturale Regionale Montenero: un’isola verde incastonata all’interno delle aree agricole presenti sulle colline circostanti. Ambienti peculiari della Riserva Naturale Regionale sono i boschi sui ripidi versanti del Montenero e le forre scavate dall’azione erosiva del torrente Strolla.
Quest’ultimo ha creato un paesaggio naturale molto suggestivo con bellissime cascate, dove è possibile osservare anfibi come la rana appenninica (Rana italica), una specie presente esclusivamente in Italia. Nei boschi sono presenti numerose specie di piccoli uccelli come il rampichino (Certhia brachydactyla) e il fiorrancino (Regulus ignicapilla). Percorriamo la parte sud dell’anello di Montenero “Nelle gole del torrente Strolla, tra boschi e antiche pievi” e riprendiamo la strada passando da Prato d’Era lungo una panoramica strada verso Volterra, dove termina la nostra tappa.
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Lunghezza tappa9 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata3 ore
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Dislivello in discesa1109 m
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Dislivello in salita863 m
Da Volterra proseguiamo per Mazzolla lungo la via Etrusca ed entriamo nella Riserva Naturale Regionale Foresta di Berignone (Anello di Berignona). Qui scorrono tratti dei torrenti Fosci, Sellate e Pavone, ma soprattutto una porzione del Fiume Cecina, inserito in uno dei luoghi più iconici e suggestivi: il Masso delle Fanciulle. L’alternanza di aree boschive, di macchia e fluviali rende la Riserva Naturale Regionale un luogo di interesse per numerose specie di uccelli come il rigogolo (Oriolus oriolus) e il piccolo martin pescatore (Alcedo atthis).
Arriviamo quindi al Capannone e da qui dal Torrente Sellate fino ad attraversare il Fiume Cecina e risalire a Pomarance utilizzando la strada delle Macie dove si conclude la tappa.
Da Volterra proseguiamo per Mazzolla lungo la via Etrusca ed entriamo nella Riserva Naturale Regionale Foresta di Berignone (Anello di Berignona). Qui scorrono tratti dei torrenti Fosci, Sellate e Pavone, ma soprattutto una porzione del Fiume Cecina, inserito in uno dei luoghi più iconici e suggestivi: il Masso delle Fanciulle. L’alternanza di aree boschive, di macchia e fluviali rende la Riserva Naturale Regionale un luogo di interesse per numerose specie di uccelli come il rigogolo (Oriolus oriolus) e il piccolo martin pescatore (Alcedo atthis).
Arriviamo quindi al Capannone e da qui dal Torrente Sellate fino ad attraversare il Fiume Cecina e risalire a Pomarance utilizzando la strada delle Macie dove si conclude la tappa.
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Lunghezza tappa25 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
- schedule
Durata7 ore
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Dislivello in discesa972 m
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Dislivello in salita939 m
Da Pomarance prendiamo la SP47 di Micciano, fino al bivio per Libbiano e da qui la Via Comunale di Libbiano che ci conduce all’omonimo paese. Degno di nota dal punto di vista ambientale è il torrente Trossa che attraversiamo a metà del nostro percorso, vicino al quale è possibile osservare salici (Salix purpurea) e rare orchidee. Giunti a Libbiano siamo oramai alle porte dei boschi della Riserva Naturale Regionale Monterufoli-Caselli che possiamo osservare dalla panoramica terrazza del paese.
Da Pomarance prendiamo la SP47 di Micciano, fino al bivio per Libbiano e da qui la Via Comunale di Libbiano che ci conduce all’omonimo paese. Degno di nota dal punto di vista ambientale è il torrente Trossa che attraversiamo a metà del nostro percorso, vicino al quale è possibile osservare salici (Salix purpurea) e rare orchidee. Giunti a Libbiano siamo oramai alle porte dei boschi della Riserva Naturale Regionale Monterufoli-Caselli che possiamo osservare dalla panoramica terrazza del paese.
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Lunghezza tappa13 km
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DifficoltàEscursionistico
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Durata4 ore
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Dislivello in discesa370 m
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Dislivello in salita464 m
Da Libbiano entriamo nella Riserva Naturale Regionale di Monterufoli Caselli una delle zone più selvagge della Toscana a causa dell’estensione (circa 4.800 ettari) della sua copertura forestale pressoché continua.
La Riserva Naturale Regionale risulta anche di elevata importanza conservazionistica per numerose specie faunistiche. Fra le specie di uccelli ne troviamo la sterpazzolina (Sylvia cantillans), la magnanina (Sylvia undata) e lo zigolo. Lungo i numerosi torrenti che solcano la Riserva Naturale Regionale, oltre al merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), sono presenti la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata) e la rana appenninica (Rana italica). L’animale simbolo di questo territorio è però il “cavallino di Monterufoli”, una razza equina autoctona che è attualmente oggetto di operazioni di conservazione e valorizzazione.
Da Querceto raggiugiamo la Stazione del treno di Ponteginori, dopo aver percorso la Sp 47 per ritornare in treno a Cecina e poi a Pisa dove si chiude questo nostro ideale anello.
Da Libbiano entriamo nella Riserva Naturale Regionale di Monterufoli Caselli una delle zone più selvagge della Toscana a causa dell’estensione (circa 4.800 ettari) della sua copertura forestale pressoché continua.
La Riserva Naturale Regionale risulta anche di elevata importanza conservazionistica per numerose specie faunistiche. Fra le specie di uccelli ne troviamo la sterpazzolina (Sylvia cantillans), la magnanina (Sylvia undata) e lo zigolo. Lungo i numerosi torrenti che solcano la Riserva Naturale Regionale, oltre al merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), sono presenti la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata) e la rana appenninica (Rana italica). L’animale simbolo di questo territorio è però il “cavallino di Monterufoli”, una razza equina autoctona che è attualmente oggetto di operazioni di conservazione e valorizzazione.
Da Querceto raggiugiamo la Stazione del treno di Ponteginori, dopo aver percorso la Sp 47 per ritornare in treno a Cecina e poi a Pisa dove si chiude questo nostro ideale anello.
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Lunghezza tappa24 km
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DifficoltàEscursionisti esperti
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Durata7 ore
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Dislivello in discesa1208 m
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Dislivello in salita818 m
Per ulteriori informazioni su "Itinerario Naturalistico Toscano - I percorsi di riserva in riserva" si rimanda alla pagina di Regione Toscana dove è possibile acquisire ulteriori informazioni su tutta la rete di itinerari tematici di collegamento tra le riserve naturali regionali nonchè scaricare tutte le informazioni su tappe e tracce degli itinerari percorribili anche in MTB.