Un viaggio nella città del Giglio alla scoperta di Santa Croce e della Badia Fiorentina
Grande complesso monastico situato nel cuore di Firenze, per secoli la Badia Fiorentina ha condiviso la storia, il lavoro e la vita della città. L’abbazia era parte della comunità cittadina: molte botteghe sorsero nei dintorni in risposta e in collaborazione con le esigenze e le attività dei monaci.
Secondo la tradizione l’imperatore Corrado II donò a difesa del monastero la torre (1038) che fu successivamente (1282) il primo luogo di riunione dei Priori delle Arti (visibile da via Dante Alighieri). Nel 1284 l’intero complesso fu ristrutturato, nell’ambito del grandioso progetto di ampliamento della città e di ridefinizione dei luoghi civici, da Arnolfo di Cambio. Di questo nuovo edificio gotico le parti più visibili sono l’abside e il caratteristico campanile che svetta sul serrato scorcio degli edifici. Nel ‘400 furono acquisite delle case confinanti e venne realizzato il Chiostro degli Aranci; successivamente fu costruito l’atrio. Qui si può ammirare l'Apparizione della Madonna a San Bernardo (Filippino Lippi, 1482-86).
Grande complesso monastico situato nel cuore di Firenze, per secoli la Badia Fiorentina ha condiviso la storia, il lavoro e la vita della città. L’abbazia era parte della comunità cittadina: molte botteghe sorsero nei dintorni in risposta e in collaborazione con le esigenze e le attività dei monaci.
Secondo la tradizione l’imperatore Corrado II donò a difesa del monastero la torre (1038) che fu successivamente (1282) il primo luogo di riunione dei Priori delle Arti (visibile da via Dante Alighieri). Nel 1284 l’intero complesso fu ristrutturato, nell’ambito del grandioso progetto di ampliamento della città e di ridefinizione dei luoghi civici, da Arnolfo di Cambio. Di questo nuovo edificio gotico le parti più visibili sono l’abside e il caratteristico campanile che svetta sul serrato scorcio degli edifici. Nel ‘400 furono acquisite delle case confinanti e venne realizzato il Chiostro degli Aranci; successivamente fu costruito l’atrio. Qui si può ammirare l'Apparizione della Madonna a San Bernardo (Filippino Lippi, 1482-86).
L’edificazione della basilica di Santa Croce, con pianta a T (tau, simbolo della croce preferito da San Francesco), con capriate in legno a vista, fu finanziata dal comune e dalle ricche famiglie fiorentine che si legarono ai francescani. Si tratta della chiesa francescana più grande al mondo e la piazza antistante ne è la sua necessaria estensione: la missione dei francescani è la testimonianza e la predicazione; la piazza rappresenta l’accoglienza a tutti coloro che “hanno orecchi per intendere”.
Nella cappella Bardi, Giotto comunica con straordinaria forza narrativa il carisma francescano nella sintesi della vita del Santo, mentre il crocifisso ligneo di Donatello rappresenta l’immedesimazione tra Dio e l’uomo.
L’edificazione della basilica di Santa Croce, con pianta a T (tau, simbolo della croce preferito da San Francesco), con capriate in legno a vista, fu finanziata dal comune e dalle ricche famiglie fiorentine che si legarono ai francescani. Si tratta della chiesa francescana più grande al mondo e la piazza antistante ne è la sua necessaria estensione: la missione dei francescani è la testimonianza e la predicazione; la piazza rappresenta l’accoglienza a tutti coloro che “hanno orecchi per intendere”.
Nella cappella Bardi, Giotto comunica con straordinaria forza narrativa il carisma francescano nella sintesi della vita del Santo, mentre il crocifisso ligneo di Donatello rappresenta l’immedesimazione tra Dio e l’uomo.
In due particolari elementi sull’esterno di Palazzo Vecchio, progettato da Arnolfo di Cambio come sede dei Priori (1298) e divenuto Palazzo della Signoria (XV secolo), si manifestò la sensibilità religiosa dei fiorentini che si riconoscevano nel governo repubblicano: furono inseriti sul frontone gotico sopra la porta, dopo la seconda cacciata dei Medici, il monogramma raggiato di Cristo e, su proposta del gonfaloniere Niccolò Capponi, la scritta di ispirazione savonaroliana "Iesus Cristus rex fiorentini popoli".
In due particolari elementi sull’esterno di Palazzo Vecchio, progettato da Arnolfo di Cambio come sede dei Priori (1298) e divenuto Palazzo della Signoria (XV secolo), si manifestò la sensibilità religiosa dei fiorentini che si riconoscevano nel governo repubblicano: furono inseriti sul frontone gotico sopra la porta, dopo la seconda cacciata dei Medici, il monogramma raggiato di Cristo e, su proposta del gonfaloniere Niccolò Capponi, la scritta di ispirazione savonaroliana "Iesus Cristus rex fiorentini popoli".
La storia di questo edificio costituisce una testimonianza di come le istanze del cristianesimo si siano intrecciate con la storia civile della città, in un rapporto osmotico di reciproco scambio. La sua funzione iniziale era di loggia per il mercato delle granaglie ma, con l’affermarsi della devozione di una immagine mariana, diventa un edificio religioso.
Fu probabilmente per questo motivo che, nel 1336, l’Arte della Seta, cui era stata affidata la fabbrica, decise di trasformarlo nel simbolo della potenza delle Arti, con la realizzazione di dodici tabernacoli addossati ai pilastri con le statue dei loro santi protettori.
Sopra ad ogni tabernacolo sono raffigurati gli stemmi delle Arti realizzati ad affresco o in terracotta policroma invetriata: i primi sono ormai quasi illeggibili, i secondo sono ancora ben visibili e di maggior pregio. Le statue inserite nei tabernacoli sono copie.
La storia di questo edificio costituisce una testimonianza di come le istanze del cristianesimo si siano intrecciate con la storia civile della città, in un rapporto osmotico di reciproco scambio. La sua funzione iniziale era di loggia per il mercato delle granaglie ma, con l’affermarsi della devozione di una immagine mariana, diventa un edificio religioso.
Fu probabilmente per questo motivo che, nel 1336, l’Arte della Seta, cui era stata affidata la fabbrica, decise di trasformarlo nel simbolo della potenza delle Arti, con la realizzazione di dodici tabernacoli addossati ai pilastri con le statue dei loro santi protettori.
Sopra ad ogni tabernacolo sono raffigurati gli stemmi delle Arti realizzati ad affresco o in terracotta policroma invetriata: i primi sono ormai quasi illeggibili, i secondo sono ancora ben visibili e di maggior pregio. Le statue inserite nei tabernacoli sono copie.