Itinerario tra storia, arte e spiritualità
Un itinerario alla scoperta di una Firenze estremamente suggestiva: la Firenze in cui Dante Alighieri visse dalla nascita all'esilio.
Siamo fra la seconda metà del Duecento e i primi del Trecento, periodo in cui Firenze – città di artisti del calibro di Cimabue, Arnolfo di Cambio e Giotto - visse profonde trasformazioni in tutti i campi, dall'arte alla religione, dall'economia alla politica. Trasformazioni che ne segnarono indelebilmente l’identità.
Il percorso inizia da una delle più importanti chiese di Firenze: la Basilica di Santa Maria Novella.
Iniziato nel 1279, questo edificio dalla splendida facciata in marmo bianco e verde, testimonia la vivace attività dell’Ordine Domenicano nella Firenze di Dante. Il Poeta qui frequentò il celebre Studium, uno dei più importanti centri in Europa per l'insegnamento della filosofia e teologia ed ebbe modo di vedere all'interno della basilica il rivoluzionario crocifisso ligneo di Giotto (tuttora visibile nella navata centrale) e la Madonna Rucellai di Duccio di Boninsegna (tavola attualmente conservata agli Uffizi).
Nell'annesso museo, fra gli splendidi affreschi trecenteschi del Cappellone degli Spagnoli emerge un interessante ritratto di Dante fra i suoi contemporanei.
Il percorso inizia da una delle più importanti chiese di Firenze: la Basilica di Santa Maria Novella.
Iniziato nel 1279, questo edificio dalla splendida facciata in marmo bianco e verde, testimonia la vivace attività dell’Ordine Domenicano nella Firenze di Dante. Il Poeta qui frequentò il celebre Studium, uno dei più importanti centri in Europa per l'insegnamento della filosofia e teologia ed ebbe modo di vedere all'interno della basilica il rivoluzionario crocifisso ligneo di Giotto (tuttora visibile nella navata centrale) e la Madonna Rucellai di Duccio di Boninsegna (tavola attualmente conservata agli Uffizi).
Nell'annesso museo, fra gli splendidi affreschi trecenteschi del Cappellone degli Spagnoli emerge un interessante ritratto di Dante fra i suoi contemporanei.
Da Santa Maria Novella, attraversate Via delle Belle Donne e Via de' Tornabuoni per raggiungere la Basilica di Santa Trinita. La chiesa, dall'interno gotico e dall'originaria controfacciata dell’undicesimo secolo, è testimonianza dei profondi cambiamenti storici e culturali che caratterizzarono il tredicesimo secolo. Sede di importanti incontri politici tra le contrastanti fazioni dei Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, fu anche il luogo in cui venne deliberata la condanna all'esilio di Dante.
Molte le opere d’arte che abbellivano il suo interno in quell'epoca, fra le quali la Maestà di Cimabue, attualmente agli Uffizi. Mentre una scena degli affreschi quattrocenteschi del Ghirlandaio (Cappella Sassetti, transetto destro), raffiguranti la vita di San Francesco d’Assisi, offre a chi la sta guardando la possibilità di farsi un'idea di come fosse la vita nell'area di Santa Trinita, chiesa inclusa, nei primi anni del Duecento.
Da Santa Maria Novella, attraversate Via delle Belle Donne e Via de' Tornabuoni per raggiungere la Basilica di Santa Trinita. La chiesa, dall'interno gotico e dall'originaria controfacciata dell’undicesimo secolo, è testimonianza dei profondi cambiamenti storici e culturali che caratterizzarono il tredicesimo secolo. Sede di importanti incontri politici tra le contrastanti fazioni dei Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, fu anche il luogo in cui venne deliberata la condanna all'esilio di Dante.
Molte le opere d’arte che abbellivano il suo interno in quell'epoca, fra le quali la Maestà di Cimabue, attualmente agli Uffizi. Mentre una scena degli affreschi quattrocenteschi del Ghirlandaio (Cappella Sassetti, transetto destro), raffiguranti la vita di San Francesco d’Assisi, offre a chi la sta guardando la possibilità di farsi un'idea di come fosse la vita nell'area di Santa Trinita, chiesa inclusa, nei primi anni del Duecento.
A due passi da Piazza Santa Trinita, si erge la chiesetta dei Santi Apostoli. Il piccolo edificio romanico, fondato alla metà dell’undicesimo secolo, conserva l’originaria facciata disadorna e, all'interno, archi a tutto sesto con soffitto ligneo, tipici dell’epoca. Un edificio che sembra riportarci ai tempi del sommo Poeta e la cui atmosfera rarefatta sembra aver ispirato la visione dantesca del cosiddetto Limbo, la cui natura fu oggetto di vivaci dibattiti nel tredicesimo secolo, descritta nella Divina Commedia.
La chiesa, infatti, si erge in Piazza del Limbo, in origine il cimitero dei bambini morti prima di essere battezzati, che si ritenevano vivessero nell'aldilà in questo luogo intermedio.
A due passi da Piazza Santa Trinita, si erge la chiesetta dei Santi Apostoli. Il piccolo edificio romanico, fondato alla metà dell’undicesimo secolo, conserva l’originaria facciata disadorna e, all'interno, archi a tutto sesto con soffitto ligneo, tipici dell’epoca. Un edificio che sembra riportarci ai tempi del sommo Poeta e la cui atmosfera rarefatta sembra aver ispirato la visione dantesca del cosiddetto Limbo, la cui natura fu oggetto di vivaci dibattiti nel tredicesimo secolo, descritta nella Divina Commedia.
La chiesa, infatti, si erge in Piazza del Limbo, in origine il cimitero dei bambini morti prima di essere battezzati, che si ritenevano vivessero nell'aldilà in questo luogo intermedio.
Raggiungete la quarta tappa passando per borgo Santi Apostoli ed entrando in Piazza della Signoria dove è inevitabile alzare lo sguardo verso il magnifico Palazzo Vecchio. Eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, fu il cuore politico della città ed è tuttora sede dell’amministrazione comunale. Benché Dante non ebbe modo di vedere terminata la prima fase costruttiva –avviata nel 1299 su disegno di Arnolfo di Cambio e conclusa nel 1315 - è un luogo imprescindibile per comprendere la storia politica di Firenze che, in un modo e nell'altro, influenzò vita e ideologie del Poeta.
All'interno del percorso museale (che annovera anche un’opera di Michelangelo nel monumentale Salone de’ cinquecento) si trova la maschera funebre di Dante.
Recentemente è stata aperta al pubblico la Torre di Arnolfo che offre uno strepitoso panorama della città e l’area archeologica con i resti del teatro romano.
Raggiungete la quarta tappa passando per borgo Santi Apostoli ed entrando in Piazza della Signoria dove è inevitabile alzare lo sguardo verso il magnifico Palazzo Vecchio. Eretto tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo per ospitare i Priori delle Arti e il Gonfaloniere di Giustizia, fu il cuore politico della città ed è tuttora sede dell’amministrazione comunale. Benché Dante non ebbe modo di vedere terminata la prima fase costruttiva –avviata nel 1299 su disegno di Arnolfo di Cambio e conclusa nel 1315 - è un luogo imprescindibile per comprendere la storia politica di Firenze che, in un modo e nell'altro, influenzò vita e ideologie del Poeta.
All'interno del percorso museale (che annovera anche un’opera di Michelangelo nel monumentale Salone de’ cinquecento) si trova la maschera funebre di Dante.
Recentemente è stata aperta al pubblico la Torre di Arnolfo che offre uno strepitoso panorama della città e l’area archeologica con i resti del teatro romano.
Da Piazza della Signoria, svoltate in via dei Calzaiuoli, sulla sinistra troverete la Chiesa e Museo di Orsanmichele. Singolare è la storia di questo edificio che si colloca fra l’architettura civile e religiosa: l'originaria chiesetta di San Michele in Orto (IX secolo), fu sostituita intorno al 1280 dal mercato del grano costruito da Arnolfo di Cambio e successivamente ritrasformato in chiesa. L’ immagine della Vergine Maria (sostituita dalla Madonna col Bambino di Bernardo Daddi), collocata su un pilastro della loggia, divenne oggetto di culto devozionale all'epoca di Dante. I devoti si radunavano intorno ad essa intonando canti religiosi; una scena simile a quella che Dante immagina nella Divina Commedia e che vede un gruppo di anime riunirsi per cantare una lode.
Percorrendo il perimetro della chiesa, potrete raggiungere il Palazzo dell’Arte della Lana dove ha sede la Società Dantesca Italiana, nata nel 1888 con lo scopo di promuovere la conoscenza della figura di Dante e delle sue opere (qui si tengono tradizionalmente le “Lectura Dantis”).
Da Piazza della Signoria, svoltate in via dei Calzaiuoli, sulla sinistra troverete la Chiesa e Museo di Orsanmichele. Singolare è la storia di questo edificio che si colloca fra l’architettura civile e religiosa: l'originaria chiesetta di San Michele in Orto (IX secolo), fu sostituita intorno al 1280 dal mercato del grano costruito da Arnolfo di Cambio e successivamente ritrasformato in chiesa. L’ immagine della Vergine Maria (sostituita dalla Madonna col Bambino di Bernardo Daddi), collocata su un pilastro della loggia, divenne oggetto di culto devozionale all'epoca di Dante. I devoti si radunavano intorno ad essa intonando canti religiosi; una scena simile a quella che Dante immagina nella Divina Commedia e che vede un gruppo di anime riunirsi per cantare una lode.
Percorrendo il perimetro della chiesa, potrete raggiungere il Palazzo dell’Arte della Lana dove ha sede la Società Dantesca Italiana, nata nel 1888 con lo scopo di promuovere la conoscenza della figura di Dante e delle sue opere (qui si tengono tradizionalmente le “Lectura Dantis”).
Spostandovi da Orsanmichele in direzione Piazza del Duomo, svoltate in Via Dante Alighieri: state attraversando il cosiddetto Quartiere Dantesco. Un’area caratterizzata da un fitto reticolo di strade strette e numerose case torri, tipologie architettoniche dell’epoca dalla doppia funzione civile e militare (in tutta la città ce n’erano più di 200, alcune alte più di 60 metri). Uno degli esempi più significativi è la casa Torre dei Cerchi, nell’omonima via all’angolo di via del Corso.
Benchè non vi siano elementi certi, molti ritengono probabile che Dante vivesse in quest’area. Infatti qui fu eretta la Casa di Dante, replica ottocentesca di una casa torre, nella quale è stato ricavato un museo didattico su Dante, la sua biografia e le sue opere. Il museo è a due passi dalla Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dove fu sepolta Beatrice Portinari, musa ispiratrice della Divina Commedia.
Percorrendo il Quartiere potete ammirare le "lapidi dantesche", affisse agli inizi del Novecento per mantenere vivo il legame del Poeta con i luoghi e personaggi della sua opera. Sono 33: riuscite a trovarle tutte?
Spostandovi da Orsanmichele in direzione Piazza del Duomo, svoltate in Via Dante Alighieri: state attraversando il cosiddetto Quartiere Dantesco. Un’area caratterizzata da un fitto reticolo di strade strette e numerose case torri, tipologie architettoniche dell’epoca dalla doppia funzione civile e militare (in tutta la città ce n’erano più di 200, alcune alte più di 60 metri). Uno degli esempi più significativi è la casa Torre dei Cerchi, nell’omonima via all’angolo di via del Corso.
Benchè non vi siano elementi certi, molti ritengono probabile che Dante vivesse in quest’area. Infatti qui fu eretta la Casa di Dante, replica ottocentesca di una casa torre, nella quale è stato ricavato un museo didattico su Dante, la sua biografia e le sue opere. Il museo è a due passi dalla Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi, dove fu sepolta Beatrice Portinari, musa ispiratrice della Divina Commedia.
Percorrendo il Quartiere potete ammirare le "lapidi dantesche", affisse agli inizi del Novecento per mantenere vivo il legame del Poeta con i luoghi e personaggi della sua opera. Sono 33: riuscite a trovarle tutte?
Lasciando Via Dante Alighieri e percorrendo Via dei Calzaiuoli, entrate in Piazza del Duomo. Sulla sinistra potete ammirare il Battistero di San Giovanni. Capolavoro del romanico fiorentino, questo magnifico edificio rivestito di marmi bianchi e verdi, è dedicato al Santo patrono di Firenze.
“Il mio bel San Giovanni”, così chiamato da Dante nella cantica dell'Inferno, fu il luogo in cui il poeta venne battezzato e al quale pensa immaginando il suo ritorno dall'aldilà. All’interno, guardando in su, lo splendido mosaico duecentesco che decora il soffitto, con una visione del Paradiso e dell’Inferno che sicuramente furono fonte di ispirazione per una serie di visioni descritte nella Divina Commedia. Tra le scene narranti storie della Genesi, della vita del Messia e di San Giovanni Battista, domina un maestoso Cristo Giudice.
Uscendo dal Battistero, entrate nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, scendendo alcuni gradini nella navata destra, raggiungerete la cripta di Santa Reparata. La cripta è zona archeologica della precedente Cattedrale di Santa Reparata (martire cristiana del III sec., copatrona di Firenze). È questa la chiesa realmente frequentata da Dante e dai suoi contemporanei.
Alle spalle della Cattedrale, nel Museo dell’Opera del Duomo è conservata una ricostruzione dell’antica facciata arnolfiana di Santa Maria del Fiore, fra le cui statue spicca Bonifacio VIII , il celebre Papa avversato da Dante, e stigmatizzato nella Divina Commedia.
Lasciando Via Dante Alighieri e percorrendo Via dei Calzaiuoli, entrate in Piazza del Duomo. Sulla sinistra potete ammirare il Battistero di San Giovanni. Capolavoro del romanico fiorentino, questo magnifico edificio rivestito di marmi bianchi e verdi, è dedicato al Santo patrono di Firenze.
“Il mio bel San Giovanni”, così chiamato da Dante nella cantica dell'Inferno, fu il luogo in cui il poeta venne battezzato e al quale pensa immaginando il suo ritorno dall'aldilà. All’interno, guardando in su, lo splendido mosaico duecentesco che decora il soffitto, con una visione del Paradiso e dell’Inferno che sicuramente furono fonte di ispirazione per una serie di visioni descritte nella Divina Commedia. Tra le scene narranti storie della Genesi, della vita del Messia e di San Giovanni Battista, domina un maestoso Cristo Giudice.
Uscendo dal Battistero, entrate nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, scendendo alcuni gradini nella navata destra, raggiungerete la cripta di Santa Reparata. La cripta è zona archeologica della precedente Cattedrale di Santa Reparata (martire cristiana del III sec., copatrona di Firenze). È questa la chiesa realmente frequentata da Dante e dai suoi contemporanei.
Alle spalle della Cattedrale, nel Museo dell’Opera del Duomo è conservata una ricostruzione dell’antica facciata arnolfiana di Santa Maria del Fiore, fra le cui statue spicca Bonifacio VIII , il celebre Papa avversato da Dante, e stigmatizzato nella Divina Commedia.
Da Piazza del Duomo, percorrendo Via del Proconsolo, vi imbatterete nel Monastero della Badia Fiorentina, caratterizzato dallo slanciato campanile gotico. Fondato alla fine del decimo secolo, apparteneva al potente ordine monastico dei Benedettini e fu importante centro religioso, politico e commerciale. Ai giorni di Dante e prima della costruzione di Palazzo della Signoria (Palazzo Vecchio) qui si riunivano i Priori e i magistrati della Repubblica Fiorentina. Negli anni 80 del Duecento venne ricostruito in forme gotiche da Arnolfo di Cambio (l’ originaria sobria facciata in pietra forte è visibile sul prospetto di via del Proconsolo).
Proseguendo sulla stessa via, a due passi, il Bargello. Il più antico palazzo pubblico della città ha una lunghissima storia: sorto nel 1250 come palazzo del Capitano del Popolo, fu poi Palazzo del Podestà, prigione e infine museo. Oggi, raccoglie una delle più straordinarie collezioni di scultura italiana (opere di Donatello, Michelangelo, Verrocchio, Cellini). Fra gli affreschi della Cappella della Maddalena, riferibili ad ambito giottesco, si riconosce il ritratto di Dante.
Da Piazza del Duomo, percorrendo Via del Proconsolo, vi imbatterete nel Monastero della Badia Fiorentina, caratterizzato dallo slanciato campanile gotico. Fondato alla fine del decimo secolo, apparteneva al potente ordine monastico dei Benedettini e fu importante centro religioso, politico e commerciale. Ai giorni di Dante e prima della costruzione di Palazzo della Signoria (Palazzo Vecchio) qui si riunivano i Priori e i magistrati della Repubblica Fiorentina. Negli anni 80 del Duecento venne ricostruito in forme gotiche da Arnolfo di Cambio (l’ originaria sobria facciata in pietra forte è visibile sul prospetto di via del Proconsolo).
Proseguendo sulla stessa via, a due passi, il Bargello. Il più antico palazzo pubblico della città ha una lunghissima storia: sorto nel 1250 come palazzo del Capitano del Popolo, fu poi Palazzo del Podestà, prigione e infine museo. Oggi, raccoglie una delle più straordinarie collezioni di scultura italiana (opere di Donatello, Michelangelo, Verrocchio, Cellini). Fra gli affreschi della Cappella della Maddalena, riferibili ad ambito giottesco, si riconosce il ritratto di Dante.
Dal Museo Nazionale del Bargello, percorrete Via della Vigna Vecchia e Via San Giuseppe per raggiungere Piazza Santa Croce. All'epoca di Dante quest'area fu un quartiere periferico che si trovava al di fuori dalla cinta muraria e nel quale i Francescani si insediarono per portare il messaggio evangelico fra i poveri. L’ampliamento della chiesa originaria avvenne dal 1294, probabilmente sotto la direzione di Arnolfo di Cambio. Nell'interno gotico dall'ampio respiro della chiesa di Santa Croce, sono conservate celebri tombe (Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli, Ugo Foscolo, Gioacchino Rossini) e anche cenotafi, fra i quali quello ottocentesco dedicato a Dante. Inoltre c'è una serie di capolavori rinascimentali e si ammirano importanti opere di fine Duecento-inizio Trecento, come il Crocifisso di Cimabue e i rivoluzionari affreschi di Giotto della Cappella Bardi e Peruzzi, con le storie di San Francesco, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.
Guardando la facciata della chiesa, sulla sinistra potete osservare la statua di Dante, realizzata nel 6° centenario della sua nascita da Enrico Pazzi (1865).
Dal Museo Nazionale del Bargello, percorrete Via della Vigna Vecchia e Via San Giuseppe per raggiungere Piazza Santa Croce. All'epoca di Dante quest'area fu un quartiere periferico che si trovava al di fuori dalla cinta muraria e nel quale i Francescani si insediarono per portare il messaggio evangelico fra i poveri. L’ampliamento della chiesa originaria avvenne dal 1294, probabilmente sotto la direzione di Arnolfo di Cambio. Nell'interno gotico dall'ampio respiro della chiesa di Santa Croce, sono conservate celebri tombe (Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Niccolò Machiavelli, Ugo Foscolo, Gioacchino Rossini) e anche cenotafi, fra i quali quello ottocentesco dedicato a Dante. Inoltre c'è una serie di capolavori rinascimentali e si ammirano importanti opere di fine Duecento-inizio Trecento, come il Crocifisso di Cimabue e i rivoluzionari affreschi di Giotto della Cappella Bardi e Peruzzi, con le storie di San Francesco, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.
Guardando la facciata della chiesa, sulla sinistra potete osservare la statua di Dante, realizzata nel 6° centenario della sua nascita da Enrico Pazzi (1865).
Per raggiungere l'ultima tappa di questo itinerario, attraversate Ponte alle Grazie, proseguite in direzione del famoso Piazzale Michelangelo e continuate a salire verso l'Abbazia di San Miniato al Monte. L’attuale chiesa - edificata in più riprese, dal 1018 al 1207 - è dedicata a Miniato, un santo martirizzato nella Florentia romana nel terzo secolo. La splendida facciata, dalle caratteristiche decorazioni marmoree bianche e verdi, immette nell'interno ricco di elementi tipici dell’architettura romanica e proto-gotica: il pavimento abbellito da misteriosi motivi (fra i quali una ruota dello zodiaco), le transenne marmoree e l’ambone, il mosaico dorato del catino absidale raffigurante Cristo, la Vergine e San Miniato e la suggestiva cripta nella quale sono conservati i resti del santo martire e dove i frati si ritrovano tuttora, ogni pomeriggio, per i vespri intonando canti gregoriani.
Raggiungete la chiesa percorrendo la ripida scalinata della Via Crucis, la stessa salita che, nella Divina Commedia, viene paragonata da Dante all'ascesa al Monte del Purgatorio. Entrate e abbandonatevi all'inevitabile esperienza mistica di pace, probabilmente la stessa vissuta dai fedeli all'epoca di Dante.
Infine, una volta usciti, potrete godere di uno dei più bei panorami di Firenze.
Per raggiungere l'ultima tappa di questo itinerario, attraversate Ponte alle Grazie, proseguite in direzione del famoso Piazzale Michelangelo e continuate a salire verso l'Abbazia di San Miniato al Monte. L’attuale chiesa - edificata in più riprese, dal 1018 al 1207 - è dedicata a Miniato, un santo martirizzato nella Florentia romana nel terzo secolo. La splendida facciata, dalle caratteristiche decorazioni marmoree bianche e verdi, immette nell'interno ricco di elementi tipici dell’architettura romanica e proto-gotica: il pavimento abbellito da misteriosi motivi (fra i quali una ruota dello zodiaco), le transenne marmoree e l’ambone, il mosaico dorato del catino absidale raffigurante Cristo, la Vergine e San Miniato e la suggestiva cripta nella quale sono conservati i resti del santo martire e dove i frati si ritrovano tuttora, ogni pomeriggio, per i vespri intonando canti gregoriani.
Raggiungete la chiesa percorrendo la ripida scalinata della Via Crucis, la stessa salita che, nella Divina Commedia, viene paragonata da Dante all'ascesa al Monte del Purgatorio. Entrate e abbandonatevi all'inevitabile esperienza mistica di pace, probabilmente la stessa vissuta dai fedeli all'epoca di Dante.
Infine, una volta usciti, potrete godere di uno dei più bei panorami di Firenze.