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Itinerari
Le cattedre dei vescovi: pellegrinaggio a Firenze

Da San Lorenzo al Duomo: un itinerario tematico all'insegna dell'arte e della fede

In Toscana si contano numerose vie della fede. Basti pensare alla Francigena, un tracciato strategico per mercanti e pellegrini in viaggio verso la città di Roma. Ma potremmo citare anche il cammino di San Francesco, che percorre le sue ultime tappe nei dintorni del santuario La Verna. Potremmo continuare per ore.

Quello che vi consigliamo è un itinerario tematico che si snoda nel centro storico di Firenze. Passo dopo passo, si va alla scoperta di chiese che hanno ospitato la Cattedra vescovile. Da San Lorenzo, scelta come prima cattedrale di Firenze da San Zanobi (398-429), alla chiesa di San Salvatore al Vescovo, sul retro del Palazzo Vescovile, passando per il Battistero e Santa Reparata, fino al grandioso edificio del Duomo di Firenze.
1.

Il primo vescovo documentato è San Zanobi (398-429) che scelse come sede San Lorenzo e la rese prima cattedrale di Firenze. La diffusione del cristianesimo si basa sulla testimonianza di fede dei credenti, ma il legame con la Chiesa universale si mantiene attraverso i successori degli apostoli, i Vescovi, e la sede vescovile (cattedra) diventa il punto di riferimento per i cristiani della Diocesi.

Nell’affresco Il martirio di San Lorenzo (Bronzino, 1565-69) la localizzazione del martirio è indicata dall’edificio monumentale sullo sfondo e dalle colonne che fanno da quinta alla scena; simbolo della religione pagana sono le statue di divinità.

Sull’altare della terza cappella, il dipinto San Lorenzo e le anime del Purgatorio di Niccolò Lapi (sec. XVIII) è significativo di questa particolare devozione. Il Santo indossa la dalmatica, veste liturgica dei diaconi, e si presenta come tramite tra le anime del purgatorio e la Trinità che si scorge oltre gli angeli. La Basilica di San Lorenzo divenne presto meta di pellegrinaggi la cui affluenza determinò lo sviluppo del mercato.

Il primo vescovo documentato è San Zanobi (398-429) che scelse come sede San Lorenzo e la rese prima cattedrale di Firenze. La diffusione del cristianesimo si basa sulla testimonianza di fede dei credenti, ma il legame con la Chiesa universale si mantiene attraverso i successori degli apostoli, i Vescovi, e la sede vescovile (cattedra) diventa il punto di riferimento per i cristiani della Diocesi.

Nell’affresco Il martirio di San Lorenzo (Bronzino, 1565-69) la localizzazione del martirio è indicata dall’edificio monumentale sullo sfondo e dalle colonne che fanno da quinta alla scena; simbolo della religione pagana sono le statue di divinità.

Sull’altare della terza cappella, il dipinto San Lorenzo e le anime del Purgatorio di Niccolò Lapi (sec. XVIII) è significativo di questa particolare devozione. Il Santo indossa la dalmatica, veste liturgica dei diaconi, e si presenta come tramite tra le anime del purgatorio e la Trinità che si scorge oltre gli angeli. La Basilica di San Lorenzo divenne presto meta di pellegrinaggi la cui affluenza determinò lo sviluppo del mercato.

2.

La chiesa di San Salvatore al Vescovo, il suo nome, la struttura e le decorazioni testimoniano l’insediamento della residenza del Vescovo e della sua Curia entro le mura della città. La facciata è l’unica struttura medievale all’interno del palazzo: lo stile è romanico fiorentino, di equilibrate proporzioni geometriche, con le caratteristiche decorazioni in marmo bicromo ed elementi architettonici di linguaggio tardo romano. Sotto l’arco centrale la decorazione è fortemente simbolica: i sette candelabri dell’Apocalisse, simbolo delle sette chiese d’Asia a cui Cristo parla, e la spartizione geometrica incentrata sul tre (la Trinità) e sul due (la doppia natura, divina e umana, di Cristo).

La chiesa di San Salvatore al Vescovo, il suo nome, la struttura e le decorazioni testimoniano l’insediamento della residenza del Vescovo e della sua Curia entro le mura della città. La facciata è l’unica struttura medievale all’interno del palazzo: lo stile è romanico fiorentino, di equilibrate proporzioni geometriche, con le caratteristiche decorazioni in marmo bicromo ed elementi architettonici di linguaggio tardo romano. Sotto l’arco centrale la decorazione è fortemente simbolica: i sette candelabri dell’Apocalisse, simbolo delle sette chiese d’Asia a cui Cristo parla, e la spartizione geometrica incentrata sul tre (la Trinità) e sul due (la doppia natura, divina e umana, di Cristo).

3.

Per molto tempo si ritenne che la prima fondazione del Battistero fosse quella di un tempio pagano dedicato a Marte, recenti studi invece hanno individuato l’esistenza di un disegno unitario che vedeva uniti in unico progetto e secondo un unico asse l’Episcopio, il Battistero e la Cattedrale di Santa Reparata. L’edificio venne rivestito di marmi pregiati (sec. XII) e fu dotato della cupola monumentale, della scarsella, delle prime porte, mentre le famose porte bronzee del Ghiberti sono della metà del ‘400. 

Per molto tempo si ritenne che la prima fondazione del Battistero fosse quella di un tempio pagano dedicato a Marte, recenti studi invece hanno individuato l’esistenza di un disegno unitario che vedeva uniti in unico progetto e secondo un unico asse l’Episcopio, il Battistero e la Cattedrale di Santa Reparata. L’edificio venne rivestito di marmi pregiati (sec. XII) e fu dotato della cupola monumentale, della scarsella, delle prime porte, mentre le famose porte bronzee del Ghiberti sono della metà del ‘400. 

4.

Zanobi, appartenente alla chiesa fiorentina, scelto da papa Damaso per una missione a Costantinopoli, al suo ritorno fu designato vescovo di Firenze. Morì intorno al 429 e fu sepolto in San Lorenzo, dove aveva la sua “cattedra”; successivamente le sue reliquie furono traslate nella nuova cattedrale di Santa Reparata.
Fu un importante momento religioso dal quale nacque la tradizione secondo cui un olmo disseccato rifiorì toccato dalle sante spoglie durante il trasporto. Nel 1384 per ricordare l’evento prodigioso, fu innalzata in quel luogo una colonna commemorativa presso la porta nord del Battistero.

Zanobi, appartenente alla chiesa fiorentina, scelto da papa Damaso per una missione a Costantinopoli, al suo ritorno fu designato vescovo di Firenze. Morì intorno al 429 e fu sepolto in San Lorenzo, dove aveva la sua “cattedra”; successivamente le sue reliquie furono traslate nella nuova cattedrale di Santa Reparata.
Fu un importante momento religioso dal quale nacque la tradizione secondo cui un olmo disseccato rifiorì toccato dalle sante spoglie durante il trasporto. Nel 1384 per ricordare l’evento prodigioso, fu innalzata in quel luogo una colonna commemorativa presso la porta nord del Battistero.

5.

Nella chiesa di Santa Reparata, intorno al 1150, fu costruito un coro rialzato al di sotto del quale fu creata una cripta dove rimasero fino al 1439 le spoglie del vescovo San Zanobi
La dedicazione a Santa Reparata rimanda alla provenienza orientale dei primi cristiani di Firenze: Reparata subì il martirio a Cesarea in Palestina, durante le persecuzioni dell’imperatore Decio (250). La devozione per la Santa diede luogo a molte rappresentazioni artistiche: della più famosa, opera di Arnolfo di Cambio, è visibile la riproduzione di una statua in marmo (originariamente nella lunetta del portale centrale di Santa Maria del Fiore), collocata nella parte recuperata e visitabile della vecchia cattedrale, sotto il pavimento del Duomo.

Nella chiesa di Santa Reparata, intorno al 1150, fu costruito un coro rialzato al di sotto del quale fu creata una cripta dove rimasero fino al 1439 le spoglie del vescovo San Zanobi
La dedicazione a Santa Reparata rimanda alla provenienza orientale dei primi cristiani di Firenze: Reparata subì il martirio a Cesarea in Palestina, durante le persecuzioni dell’imperatore Decio (250). La devozione per la Santa diede luogo a molte rappresentazioni artistiche: della più famosa, opera di Arnolfo di Cambio, è visibile la riproduzione di una statua in marmo (originariamente nella lunetta del portale centrale di Santa Maria del Fiore), collocata nella parte recuperata e visitabile della vecchia cattedrale, sotto il pavimento del Duomo.

6.

Alla fine del Duecento, Firenze, città ormai ricca ed evoluta in ambito sociale, politico e religioso, vuole dotarsi di una nuova cattedrale che rappresenti la magnificenza raggiunta dalla comunità, nella profondità della fede come nell’elevazione della dignità dell’uomo, e che primeggi sulle cattedrali delle altre città.

Santa Maria del Fiore interpreta questa aspirazione che si traduce, con la concretezza delle decorazioni all’esterno e all’interno della chiesa, nell’affidamento della città alla Madonna. L’identificazione tra l’edificio-chiesa e il corpo di Cristo si fa ancora più significativa se riferita alla chiesa cattedrale, dove il Vescovo, successore degli apostoli, risiede perché consacrato dal papa, vicario di Cristo.

Alla fine del Duecento, Firenze, città ormai ricca ed evoluta in ambito sociale, politico e religioso, vuole dotarsi di una nuova cattedrale che rappresenti la magnificenza raggiunta dalla comunità, nella profondità della fede come nell’elevazione della dignità dell’uomo, e che primeggi sulle cattedrali delle altre città.

Santa Maria del Fiore interpreta questa aspirazione che si traduce, con la concretezza delle decorazioni all’esterno e all’interno della chiesa, nell’affidamento della città alla Madonna. L’identificazione tra l’edificio-chiesa e il corpo di Cristo si fa ancora più significativa se riferita alla chiesa cattedrale, dove il Vescovo, successore degli apostoli, risiede perché consacrato dal papa, vicario di Cristo.

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