Le terre livornesi parlano attraverso il rumore delle onde sugli scogli. E lo fanno dopo aver ascoltato, attente, il vento delle vicine colline, come quelle di Collesalvetti, dove la luce che arriva dalla costa risplende dorata sul grano dei campi.
Livorno, città di porto, è cresciuta arricchita da innumerevoli scambi e ha fatto del mescolarsi di culture un vanto. La contaminazione è per questa città un valore aggiunto, perché dal mare, da sempre, arriva l’Altrove, per poi intrecciarsi, senza troppi problemi a ciò che storicamente è locale. È successo nell’arte e nelle architetture, così come nella cucina e persino nei nomi delle cose e delle persone.
Per conoscerla davvero, fatevi raccontare Livorno da un Livornese: il mare questa gente lo ha negli occhi e non può fare a meno di trasportarlo in quello che dice e in quello che fa.
Cercate di capire l’anima di questo territorio affacciati alla terrazza Mascagni o davanti a un profumato cacciucco. Sorseggiate, dopo una passeggiata lungo i canali del quartiere Venezia, un delizioso ponce e non temete le libecciate: quando il vento scombussola il mare, quando fischia sugli scogli di Quercianella e di Calafuria e le onde si fanno più fragorose, l’atmosfera, da queste parti, diventa ancora più bella.
La stessa aria impregnata di salsedine della cosmopolita Livorno, infine, la respirano le isole di Gorgona e Capraia, che, selvagge e incontaminate, la osservano, con sguardo autentico, da lontano.