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Itinerari
Reggello, un museo a cielo aperto

Itinerario nella Riserva Biogenetica di Vallombrosa

by  Reggello

Storia e biodiversità: la Riserva di Vallombrosa a Reggello è uno scrigno di scoperte che si svelano al camminatore attento e curioso.

La foresta, che si estende tra i 550 e i 1430 metri s.l.m., oggi è gestita, valorizzata e tutelata dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa, che raccoglie l'antica eredità dei Monaci vallombrosani.

In questo itinerario scopriremo un po' di storia percorrendo la via del legno e ammireremo un avvolgente panorama. 

1.

Dal Centro Visite del Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa, situato sul lato destro dell'Abbazia, si percorre la strada asfaltata che porta a Saltino fino a oltrepassare la Cappella di Santa Caterina e l'omonimo ristorante e imboccare sulla sinistra la strada sterrata in salita. Poco dopo, si oltrepassa una sbarra e si seguono i segnali del sentiero CAI 12

Si nota sin da subito come questa zona sia particolarmente e insolitamente soleggiata. Stiamo infatti osservando gli effetti della tempesta di vento del 2015 che abbatté oltre 60 ettari di foresta e che anche in questo punto colpì il denso bosco di abeti bianchi. 

Si prosegue sul sentiero CAI 12 oltrepassando l'incrocio col CAI 11. Salendo si nota come il bosco lentamente cambi e dall'abete bianco si passa al faggio, incrociando qualche abete rosso e sporadici pini neri. Dopo circa un chilometro dal precedente incrocio, si inizia a scendere a sinistra lungo il sentiero CAI 10. 

Dal Centro Visite del Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa, situato sul lato destro dell'Abbazia, si percorre la strada asfaltata che porta a Saltino fino a oltrepassare la Cappella di Santa Caterina e l'omonimo ristorante e imboccare sulla sinistra la strada sterrata in salita. Poco dopo, si oltrepassa una sbarra e si seguono i segnali del sentiero CAI 12

Si nota sin da subito come questa zona sia particolarmente e insolitamente soleggiata. Stiamo infatti osservando gli effetti della tempesta di vento del 2015 che abbatté oltre 60 ettari di foresta e che anche in questo punto colpì il denso bosco di abeti bianchi. 

Si prosegue sul sentiero CAI 12 oltrepassando l'incrocio col CAI 11. Salendo si nota come il bosco lentamente cambi e dall'abete bianco si passa al faggio, incrociando qualche abete rosso e sporadici pini neri. Dopo circa un chilometro dal precedente incrocio, si inizia a scendere a sinistra lungo il sentiero CAI 10. 

2.

Già dopo pochi metri sul CAI 10 si può notare lo storico lastricato in pietra, l'antica via del legno. Fu costruita per favorire le manovre di esbosco, ossia il trasporto degli enormi tronchi di legno dalla foresta al porto fluviale più vicino, molti chilometri a valle. Questa via scende per 1 km fino a arrivare all'incrocio con la Via del Paradisino, la strada asfaltata che porta in Secchieta. Saliamo per poche decine di metri fino a arrivare all'ex eremo delle celle, il Paradisino. Dalla terrazza ammiriamo il panorama: Firenze, le Alpi Apuane... e se si è fortunati il tratto di mare tra Livorno e l'Isola d'Elba! 

Dal Paradisino, per tornare al nostro punto di partenza abbiamo due possibilità, che incrociano entrambe alcune tappe del Circuito delle Cappelle: imboccare la Scala Santa, che scende dal lato opposto della terrazza e che porta nella parte più suggestiva e ripida del circuito; oppure ripercorrere l'asfaltata Via del Paradisino in discesa e fare una sosta alla Cappella del Faggio Santo, che incontreremo alla nostra sinistra. 

Questo percorso presenza un dislivello di 250 m su strada asfaltata, strada sterrata e lastricato in pietra. 

Già dopo pochi metri sul CAI 10 si può notare lo storico lastricato in pietra, l'antica via del legno. Fu costruita per favorire le manovre di esbosco, ossia il trasporto degli enormi tronchi di legno dalla foresta al porto fluviale più vicino, molti chilometri a valle. Questa via scende per 1 km fino a arrivare all'incrocio con la Via del Paradisino, la strada asfaltata che porta in Secchieta. Saliamo per poche decine di metri fino a arrivare all'ex eremo delle celle, il Paradisino. Dalla terrazza ammiriamo il panorama: Firenze, le Alpi Apuane... e se si è fortunati il tratto di mare tra Livorno e l'Isola d'Elba! 

Dal Paradisino, per tornare al nostro punto di partenza abbiamo due possibilità, che incrociano entrambe alcune tappe del Circuito delle Cappelle: imboccare la Scala Santa, che scende dal lato opposto della terrazza e che porta nella parte più suggestiva e ripida del circuito; oppure ripercorrere l'asfaltata Via del Paradisino in discesa e fare una sosta alla Cappella del Faggio Santo, che incontreremo alla nostra sinistra. 

Questo percorso presenza un dislivello di 250 m su strada asfaltata, strada sterrata e lastricato in pietra. 

FONTE: "Guida ai sentieri di Vallombrosa - Mille anni e più di storia" redatta dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Vallombrosa. A questo link è possibile scaricarla gratuitamente e scoprire altri itinerari nelle aree naturali di Reggello. 

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