Un itinerario sulle orme di Giotto nella sua terra natale
Nel Mugello, alle porte di Firenze, la presenza di Giotto e della sua famiglia è testimoniata da documenti e memorie storiche. Con questo itinerario vi portiamo sulle orme del padre della pittura italiana e delle opere trecentesche presenti nel Mugello.
La prima meta è il comune di Vicchio - paese natale dell’artista -, dove nel Museo Beato Angelico si possono ammirare alcuni capolavori medievali come il “S. Giovanni Battista” di Bernardo Daddi (1290-1348), allievo diretto di Giotto, l’acquasantiera in marmo (prima metà del XIII° secolo) e la “Madonna con Bambino” del Maestro della Madonna Strauss e preziosi arredi liturgici, tra cui una croce astile e un calice del XIV secolo.
La prima meta è il comune di Vicchio - paese natale dell’artista -, dove nel Museo Beato Angelico si possono ammirare alcuni capolavori medievali come il “S. Giovanni Battista” di Bernardo Daddi (1290-1348), allievo diretto di Giotto, l’acquasantiera in marmo (prima metà del XIII° secolo) e la “Madonna con Bambino” del Maestro della Madonna Strauss e preziosi arredi liturgici, tra cui una croce astile e un calice del XIV secolo.
Da Vicchio verso Borgo S. Lorenzo, in località Vespignano, il Museo Casa di Giotto è adiacente ai resti dell’antico Castello e alla suggestiva chiesa di S. Martino, di cui fu priore uno dei figli dell’artista. Scendendo lungo la strada statale, a poca distanza il Ponte alla Ragnaia ricorda il luogo in cui, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto l’incontro tra Giotto e il suo maestro Cimabue (1240 ca.-1302 ca.).
Secondo la leggenda riportata da Lorenzo Ghiberti nei suoi “Commentari”, Cimabue di rientro da Bologna si imbatté in un pastorello chiamato Giotto, intento a disegnare una delle sue pecore su una pietra, e ne rimase talmente colpito da chiedere al padre di portarlo con sé nella sua bottega per istruirlo come artista. E ci riuscirà tanto da oscurare la fama del suo maestro come riporta Dante nel Purgatorio canto XI 94-96
“Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è scura“.
Da Vicchio verso Borgo S. Lorenzo, in località Vespignano, il Museo Casa di Giotto è adiacente ai resti dell’antico Castello e alla suggestiva chiesa di S. Martino, di cui fu priore uno dei figli dell’artista. Scendendo lungo la strada statale, a poca distanza il Ponte alla Ragnaia ricorda il luogo in cui, secondo la tradizione, sarebbe avvenuto l’incontro tra Giotto e il suo maestro Cimabue (1240 ca.-1302 ca.).
Secondo la leggenda riportata da Lorenzo Ghiberti nei suoi “Commentari”, Cimabue di rientro da Bologna si imbatté in un pastorello chiamato Giotto, intento a disegnare una delle sue pecore su una pietra, e ne rimase talmente colpito da chiedere al padre di portarlo con sé nella sua bottega per istruirlo come artista. E ci riuscirà tanto da oscurare la fama del suo maestro come riporta Dante nel Purgatorio canto XI 94-96
“Credette Cimabue ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è scura“.
Proseguiamo nel centro storico di Borgo San Lorenzo per visitare la Pieve romanica di S. Lorenzo dove è esposta la “Madonna con bambino” attribuita alla prima attività di Giotto (1280-90 ca.). Il frammento è parte di un’opera più ampia ed è una preziosa testimonianza degli esordi dell’artista in Mugello, sua terra natale.
Le fanno corona opere dell’ultimo quarto del Trecento: la “Madonna col cardellino” di Agnolo Gaddi (m.1396); il Crocifisso ligneo dell’ambito di Lorenzo Monaco (ante 1391- 1423 ca.), già allievo di Agnolo Gaddi; la “Madonna con Bambino” di Niccolò di Pietro Gerini (m.1415), artista vicino a Taddeo Gaddi, padre di Agnolo ed allievo di Giotto.
Proseguiamo nel centro storico di Borgo San Lorenzo per visitare la Pieve romanica di S. Lorenzo dove è esposta la “Madonna con bambino” attribuita alla prima attività di Giotto (1280-90 ca.). Il frammento è parte di un’opera più ampia ed è una preziosa testimonianza degli esordi dell’artista in Mugello, sua terra natale.
Le fanno corona opere dell’ultimo quarto del Trecento: la “Madonna col cardellino” di Agnolo Gaddi (m.1396); il Crocifisso ligneo dell’ambito di Lorenzo Monaco (ante 1391- 1423 ca.), già allievo di Agnolo Gaddi; la “Madonna con Bambino” di Niccolò di Pietro Gerini (m.1415), artista vicino a Taddeo Gaddi, padre di Agnolo ed allievo di Giotto.
Lasciato Borgo San Lorenzo visitiamo il borgo di Scarperia fermandoci a Palazzo dei Vicari per ammirare gli affreschi tardo trecenteschi dell’androne e la tavola della “Madonna con Bambino e Santi” attribuita a Jacopo di Cione (1325-1399). Nell’Oratorio della Madonna di Piazza (1320 ca.), un’edicola tardo-gotica racchiude la “Madonna con Bambino e angeli reggicortina” attribuita a Jacopo del Casentino (m.ante 1349), artista originale e accattivante dall’impostazione plastico-spaziale di chiara marca giottesca.
Lasciato Borgo San Lorenzo visitiamo il borgo di Scarperia fermandoci a Palazzo dei Vicari per ammirare gli affreschi tardo trecenteschi dell’androne e la tavola della “Madonna con Bambino e Santi” attribuita a Jacopo di Cione (1325-1399). Nell’Oratorio della Madonna di Piazza (1320 ca.), un’edicola tardo-gotica racchiude la “Madonna con Bambino e angeli reggicortina” attribuita a Jacopo del Casentino (m.ante 1349), artista originale e accattivante dall’impostazione plastico-spaziale di chiara marca giottesca.
Nel piccolo borgo di Sant’Agata la Pieve è uno scrigno di capolavori, tra cui la scultura marmorea della Santa, ad opera della bottega dei Pisano (1320 ca.), la “S. Caterina d’Alessandria” dell’ambito di Cenni di Francesco (1369-1415) e l’altare-reliquiario composto da vari frammenti di tavole, tra cui quelle con S.Agata e S.Lucia (1385-90) attribuite alla cerchia del fiorentino Jacopo di Cione - membro di una famiglia di artisti tra cui il celebre Andrea, detto l’Orcagna (m.1368). Jacopo è autore anche della “Madonna con Bambino” (1383), esposta nella cappella absidale di destra. Nell’adiacente Museo d’Arte Sacra, spiccano la “Madonna con Bambino e Santi”, firmata da Maestro Nicholaus, datata 1345, e il tabernacolo affrescato dal fiorentino Ambrogio di Baldese (1352-1429), collaboratore di Niccolò di Pietro Gerini.
Nel piccolo borgo di Sant’Agata la Pieve è uno scrigno di capolavori, tra cui la scultura marmorea della Santa, ad opera della bottega dei Pisano (1320 ca.), la “S. Caterina d’Alessandria” dell’ambito di Cenni di Francesco (1369-1415) e l’altare-reliquiario composto da vari frammenti di tavole, tra cui quelle con S.Agata e S.Lucia (1385-90) attribuite alla cerchia del fiorentino Jacopo di Cione - membro di una famiglia di artisti tra cui il celebre Andrea, detto l’Orcagna (m.1368). Jacopo è autore anche della “Madonna con Bambino” (1383), esposta nella cappella absidale di destra. Nell’adiacente Museo d’Arte Sacra, spiccano la “Madonna con Bambino e Santi”, firmata da Maestro Nicholaus, datata 1345, e il tabernacolo affrescato dal fiorentino Ambrogio di Baldese (1352-1429), collaboratore di Niccolò di Pietro Gerini.
Non lontano da Sant'Agata e da Scarperia si trova il Convento di Bosco ai Frati, molto caro alla famiglia Medici. All'interno della sagrestia è presente un affresco raffigurante S.Francesco d’Assisi inscritto in una cornice mistilinea (Anonimo, XIV° sec.), che dimostra una chiara ascendenza giottesca nella resa realistica della fisionomia e la volumetria del panneggio.
Non lontano da Sant'Agata e da Scarperia si trova il Convento di Bosco ai Frati, molto caro alla famiglia Medici. All'interno della sagrestia è presente un affresco raffigurante S.Francesco d’Assisi inscritto in una cornice mistilinea (Anonimo, XIV° sec.), che dimostra una chiara ascendenza giottesca nella resa realistica della fisionomia e la volumetria del panneggio.
Da Borgo S. Lorenzo andando verso Marradi si incontra la pittoresca frazione di Crespino sul Lamone. Nella chiesa intitolata a S.Maria Nascente, parte dell’antica Abbazia vallombrosana, si trova la tavola cuspidata raffigurante la Madonna con bambino e angeli, attribuita ancora a Jacopo del Casentino, che riporta la data 1342.
Dal Mugello si può continuare l’itinerario a Firenze, dove la presenza di Giotto è provata dal 1314; nel 1327 si iscrive all’Arte dei medici e speziali ed è a capo di una prolifica bottega. Nel 1334, in veste di Capomastro dell’Opera di Santa Maria del Fiore, disegna il celebre Campanile, che da lui prende il nome. Di ritorno da Milano muore nel 1337 e viene sepolto in Santa Reparata, attualmente nei sotterranei della cripta di Santa Maria del Fiore, dopo aver lasciato preziose testimonianze della sua arte nelle maggiori chiese e musei cittadini: S. Croce, S.Maria Novella, il Museo Horne e la Galleria degli Uffizi.
Da Borgo S. Lorenzo andando verso Marradi si incontra la pittoresca frazione di Crespino sul Lamone. Nella chiesa intitolata a S.Maria Nascente, parte dell’antica Abbazia vallombrosana, si trova la tavola cuspidata raffigurante la Madonna con bambino e angeli, attribuita ancora a Jacopo del Casentino, che riporta la data 1342.
Dal Mugello si può continuare l’itinerario a Firenze, dove la presenza di Giotto è provata dal 1314; nel 1327 si iscrive all’Arte dei medici e speziali ed è a capo di una prolifica bottega. Nel 1334, in veste di Capomastro dell’Opera di Santa Maria del Fiore, disegna il celebre Campanile, che da lui prende il nome. Di ritorno da Milano muore nel 1337 e viene sepolto in Santa Reparata, attualmente nei sotterranei della cripta di Santa Maria del Fiore, dopo aver lasciato preziose testimonianze della sua arte nelle maggiori chiese e musei cittadini: S. Croce, S.Maria Novella, il Museo Horne e la Galleria degli Uffizi.