Tre giorni all’insegna del turismo lento
Un viaggio lento, scandito dai sobbalzi delle rotaie arrugginite; un incedere ritmico e cadenzato, che diventa vera colonna sonora di un percorso a ritroso nel tempo. La scenografia è una delle più suggestive di Toscana: Siena e le terre che la circondano. Dalla città del palio la ferrovia si tuffa subito in un paesaggio fatato, passando tra i fianchi delle Crete Senesi e lambendo piccoli borghi sospesi nel passato. Asciano, Trequanda, San Giovanni d’Asso, Torrenieri… Oltre, il profilo del Monte Amiata. Ritornando verso la città, i binari sfiorano le mura eleganti di Buonconvento e poi, nascosta tra i colli, è l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore.
Sono queste le tappe più suggestive del Treno Natura, un convoglio ferroviario che percorre la vecchia linea (oggi chiusa al traffico regolare) Asciano – Monte Antico con materiale rotabile d’epoca. Trainato da una locomotiva a vapore o da un’automotrice Diesel del dopoguerra, il convoglio parte alla scoperta di luoghi incantati fermandosi in piccole stazioni dove ancora si respirano suggestive atmosfere retrò. Attraverso l’area delle Crete Senesi e la Val d’Orcia, il treno corre fin sotto le pendici del Monte Amiata regalando viste da cartolina. Dimenticando le noie del traffico automobilistico, il Treno Natura non è solo mezzo di trasporto, ma diviene protagonista stesso di un viaggio diverso dal solito, lontano da ritmi forsennati, scandito da bielle e stantuffi, annerito di fuliggine e caldo come le panche di legno da cui lento scorre il paesaggio. Dalle vecchie stazioni poi, una serie di itinerari ideali per un’escursione a piedi o in bici, per toccare con mano queste terre e assaggiarne le delizie enogastronomiche. Saliamo dunque in carrozza per un viaggio verso un bello antico, sbiadito dal tempo ma più che mai ricco di vitalità e sensazioni.
Siena è città misteriosa, leggendaria, ricca di segreti e peculiarità – come il celebre Palio – che ne fanno un luogo diverso da tutti gli altri centri del Granducato. Dal medioevo ad oggi sono infinite le vicissitudini storiche che hanno interessato la città, i suoi piccoli rioni e gli antichi palazzi, le botteghe artigiane e le terrazze da cui la vista spazia su un paesaggio sempre vivo.
Il centro storico, quasi del tutto compreso in una zona a traffico limitato, e il suo continuo saliscendi dettato dalle pendenze collinari, rendono la città perfetta per un trekking urbano. Un modo differente di scoprire le sue bellezze più nascoste, un percorso che lascia spazio alla scoperta e al perdersi nei vicoli più suggestivi. Si parte dalla Piazza del Duomo, dove sorge la splendida Cattedrale cittadina che custodisce opere del Bernini e di Nicola Pisano: qui non può mancare una visita all’edificio sacro e al Museo dell’Opera del Duomo, da cui si può salire in cima al “Facciatone” per ammirare la città dall’alto.
Dal Duomo si procede per piazzetta della Selva e Via del Fosso di Sant’Ansano, un luogo di leggende cittadine, dove si narra che il Santo – patrono della città – riuscì a scampare miracolosamente da un martirio. Si segue per Via Ettore Bastianini, un punto da cui si scorgono in tutta la loro bellezza le antiche mura che collegavano Porta Laterina a Porta San Marco, e oltre, in lontananza, i cipressi che tanto caratterizzano le ondulate campagne intorno alla città. Si scende poi per via della Diana, la strada dedicata ad un misterioso fiume sotterraneo che pareva scorresse sotto la città nel Medioevo, fino a raggiungere Porta San Marco e i suoi giardini, altro punto panoramico su tutto l’abitato. Spingendosi poi verso la Fonte delle Monache, si percorre un tratto di Via delle Sperandie da cui si ha una splendida vista sulla campagna, fino a giungere nei pressi dell’antica fonte, un piccolo e suggestivo antro annunciato da una fenditura nella collina, utilizzata un tempo dalle monache senesi come lavatoio.
Dalla Fonte continuiamo verso il Prato di Sant’Agostino e la sua chiesa, altro scrigno di affreschi e opere d’arte di grande valore, per poi fare un salto nel verde agli Orti dei Tolomei, un’area adibita a parco da cui si scorge la Valle di Valdimontone. Sulla sinistra, una torre bianca e arancio svetta verso il cielo. È la Torre del Mangia, una delle più alte d’Italia, simbolo del territorio ed espressione della potenza cittadina. Nell’elegante skyline senese, si dice che la torre civica fu costruita alla stessa altezza di quella campanaria del Duomo per non sancire né vincitori né vinti tra il potere del Comune e quello della chiesa. Ed è proprio verso la torre del Mangia che si conclude il nostro tour cittadino, attraversando l’Arco di San Giuseppe e la discesa di via Dupré.
Si giunge infine a Piazza del Campo, un luogo che non ha bisogno di presentazioni, il vero cuore cittadino che ospita ogni anno il celebre Palio. Per poter godere al meglio dello splendido scenario medievale, non resterà che salire i circa 400 gradini della torre del Mangia e ammirare da lassù lo spettacolo circostante, nel rosso delle torri e delle case, nel verde e nel giallo delle colline che oltre la città colorano il paesaggio.
Siena è città misteriosa, leggendaria, ricca di segreti e peculiarità – come il celebre Palio – che ne fanno un luogo diverso da tutti gli altri centri del Granducato. Dal medioevo ad oggi sono infinite le vicissitudini storiche che hanno interessato la città, i suoi piccoli rioni e gli antichi palazzi, le botteghe artigiane e le terrazze da cui la vista spazia su un paesaggio sempre vivo.
Il centro storico, quasi del tutto compreso in una zona a traffico limitato, e il suo continuo saliscendi dettato dalle pendenze collinari, rendono la città perfetta per un trekking urbano. Un modo differente di scoprire le sue bellezze più nascoste, un percorso che lascia spazio alla scoperta e al perdersi nei vicoli più suggestivi. Si parte dalla Piazza del Duomo, dove sorge la splendida Cattedrale cittadina che custodisce opere del Bernini e di Nicola Pisano: qui non può mancare una visita all’edificio sacro e al Museo dell’Opera del Duomo, da cui si può salire in cima al “Facciatone” per ammirare la città dall’alto.
Dal Duomo si procede per piazzetta della Selva e Via del Fosso di Sant’Ansano, un luogo di leggende cittadine, dove si narra che il Santo – patrono della città – riuscì a scampare miracolosamente da un martirio. Si segue per Via Ettore Bastianini, un punto da cui si scorgono in tutta la loro bellezza le antiche mura che collegavano Porta Laterina a Porta San Marco, e oltre, in lontananza, i cipressi che tanto caratterizzano le ondulate campagne intorno alla città. Si scende poi per via della Diana, la strada dedicata ad un misterioso fiume sotterraneo che pareva scorresse sotto la città nel Medioevo, fino a raggiungere Porta San Marco e i suoi giardini, altro punto panoramico su tutto l’abitato. Spingendosi poi verso la Fonte delle Monache, si percorre un tratto di Via delle Sperandie da cui si ha una splendida vista sulla campagna, fino a giungere nei pressi dell’antica fonte, un piccolo e suggestivo antro annunciato da una fenditura nella collina, utilizzata un tempo dalle monache senesi come lavatoio.
Dalla Fonte continuiamo verso il Prato di Sant’Agostino e la sua chiesa, altro scrigno di affreschi e opere d’arte di grande valore, per poi fare un salto nel verde agli Orti dei Tolomei, un’area adibita a parco da cui si scorge la Valle di Valdimontone. Sulla sinistra, una torre bianca e arancio svetta verso il cielo. È la Torre del Mangia, una delle più alte d’Italia, simbolo del territorio ed espressione della potenza cittadina. Nell’elegante skyline senese, si dice che la torre civica fu costruita alla stessa altezza di quella campanaria del Duomo per non sancire né vincitori né vinti tra il potere del Comune e quello della chiesa. Ed è proprio verso la torre del Mangia che si conclude il nostro tour cittadino, attraversando l’Arco di San Giuseppe e la discesa di via Dupré.
Si giunge infine a Piazza del Campo, un luogo che non ha bisogno di presentazioni, il vero cuore cittadino che ospita ogni anno il celebre Palio. Per poter godere al meglio dello splendido scenario medievale, non resterà che salire i circa 400 gradini della torre del Mangia e ammirare da lassù lo spettacolo circostante, nel rosso delle torri e delle case, nel verde e nel giallo delle colline che oltre la città colorano il paesaggio.
Un’atmosfera sonnecchiante e intrisa d’aria fresca dà inizio al secondo giorno di viaggio. Alla stazione di Siena i moderni treni regionali arrivano e partono a fianco di un anziano e sbuffante treno a vapore, pronto ad avventurarsi verso le Crete Senesi, considerate patrimonio Unesco dell’umanità per la propria valenza paesaggistica e culturale. Il suo stesso nome, Treno Natura, ci suggerisce la scenografia che scivolerà dietro ai finestrini per tutta la durata del viaggio, tra piccoli borghi e paesaggi da favola. Ogni convoglio storico parte da Siena al mattino e torna indietro nel tardo pomeriggio, percorrendo la linea Asciano – Monte Antico per tutta la sua lunghezza, e sostando, a seconda delle corse, in una o più stazioni della linea. In prossimità delle soste è garantito un trasferimento andata/ritorno in bus verso i borghi più belli dell’area, che vengono selezionati dagli organizzatori in base a festività, eventi o sagre paesane.
Gli ultimi saluti, due poderosi fischi e via, il treno parte lasciandosi alle spalle la città e subito ci si immerge tra i colli toscani: piccoli casolari sperduti, circondati d’estate da campi di grano e girasoli, immersi in un paesaggio brullo, lunare, quando in inverno la vegetazione viene spogliata delle proprie foglie. Prima fermata: Asciano, un borgo antico, crocevia di strade suggestive, dalla Laurentana verso Siena alla scenografica strada bianca di Monte Sante Marie. Nel centro, la Basilica di Sant’Agata, le chiese gotiche e tardogotiche di San Bernardino e Sant’Agostino e due Musei d’eccellenza: Museo Palazzo Corboli e Museo Cassioli.
Il convoglio procede oltre, toccando angoli inediti agli occhi dei viaggiatori su strada e visibili solo dalla ferrovia, toccando San Giovanni d’Asso, con il suo borgo arroccato sulla collina e protetto da antiche mura. Nel suo incedere sbuffante, il treno prosegue per Torrenieri, una frazione del comune di Montalcino, patria del vino Brunello DOCG che ne prende il nome, per poi puntare verso la valle del fiume Orcia. La linea continua lungo paesaggi che a tratti divengono lunari, fino a Monte Amiata.
Il treno procede seguendo il corso del fiume puntando verso ovest: le alture si fanno via via più dolci e in pochi chilometri ecco la stazione di Sant’Angelo – Cinigiano, da cui si giunge al borgo medievale di Sant’Angelo in Colle, stretto in cima alla sua collina. Siamo quasi a destinazione, il convoglio arranca per gli ultimi metri, quand’ecco che in lontananza si scorge il grande fabbricato viaggiatori di Monte Antico, memore di un passato in cui la stazione era un rilevante snodo ferroviario.
Tra i binari ormai inerbiti, scendiamo per sgranchirci le gambe e per curiosare tra le case dell’abitato, sorto prima dell’anno mille in una posizione che consentisse di dominare la valle dell’Ombrone. All’ombra del castello medievale, visibile ancora oggi, si sviluppò a fine 800 il vero e proprio centro abitato, grazie all’inaugurazione della linea ferroviaria. Il viaggio a ritroso ci consentirà di ammirare nuovamente queste bellezze dall’altro lato del finestrino, giungendo di nuovo a Siena dopo un vero viaggio nel tempo.
Un’atmosfera sonnecchiante e intrisa d’aria fresca dà inizio al secondo giorno di viaggio. Alla stazione di Siena i moderni treni regionali arrivano e partono a fianco di un anziano e sbuffante treno a vapore, pronto ad avventurarsi verso le Crete Senesi, considerate patrimonio Unesco dell’umanità per la propria valenza paesaggistica e culturale. Il suo stesso nome, Treno Natura, ci suggerisce la scenografia che scivolerà dietro ai finestrini per tutta la durata del viaggio, tra piccoli borghi e paesaggi da favola. Ogni convoglio storico parte da Siena al mattino e torna indietro nel tardo pomeriggio, percorrendo la linea Asciano – Monte Antico per tutta la sua lunghezza, e sostando, a seconda delle corse, in una o più stazioni della linea. In prossimità delle soste è garantito un trasferimento andata/ritorno in bus verso i borghi più belli dell’area, che vengono selezionati dagli organizzatori in base a festività, eventi o sagre paesane.
Gli ultimi saluti, due poderosi fischi e via, il treno parte lasciandosi alle spalle la città e subito ci si immerge tra i colli toscani: piccoli casolari sperduti, circondati d’estate da campi di grano e girasoli, immersi in un paesaggio brullo, lunare, quando in inverno la vegetazione viene spogliata delle proprie foglie. Prima fermata: Asciano, un borgo antico, crocevia di strade suggestive, dalla Laurentana verso Siena alla scenografica strada bianca di Monte Sante Marie. Nel centro, la Basilica di Sant’Agata, le chiese gotiche e tardogotiche di San Bernardino e Sant’Agostino e due Musei d’eccellenza: Museo Palazzo Corboli e Museo Cassioli.
Il convoglio procede oltre, toccando angoli inediti agli occhi dei viaggiatori su strada e visibili solo dalla ferrovia, toccando San Giovanni d’Asso, con il suo borgo arroccato sulla collina e protetto da antiche mura. Nel suo incedere sbuffante, il treno prosegue per Torrenieri, una frazione del comune di Montalcino, patria del vino Brunello DOCG che ne prende il nome, per poi puntare verso la valle del fiume Orcia. La linea continua lungo paesaggi che a tratti divengono lunari, fino a Monte Amiata.
Il treno procede seguendo il corso del fiume puntando verso ovest: le alture si fanno via via più dolci e in pochi chilometri ecco la stazione di Sant’Angelo – Cinigiano, da cui si giunge al borgo medievale di Sant’Angelo in Colle, stretto in cima alla sua collina. Siamo quasi a destinazione, il convoglio arranca per gli ultimi metri, quand’ecco che in lontananza si scorge il grande fabbricato viaggiatori di Monte Antico, memore di un passato in cui la stazione era un rilevante snodo ferroviario.
Tra i binari ormai inerbiti, scendiamo per sgranchirci le gambe e per curiosare tra le case dell’abitato, sorto prima dell’anno mille in una posizione che consentisse di dominare la valle dell’Ombrone. All’ombra del castello medievale, visibile ancora oggi, si sviluppò a fine 800 il vero e proprio centro abitato, grazie all’inaugurazione della linea ferroviaria. Il viaggio a ritroso ci consentirà di ammirare nuovamente queste bellezze dall’altro lato del finestrino, giungendo di nuovo a Siena dopo un vero viaggio nel tempo.
L’indomani mattina è di nuovo tempo di saltare in carrozza. Questa volta i binari imboccano la Val d’Arbia sfiorando i borghi di Monteroni e Lucignano d’Arbia, fino al termine della nostra corsa: Buonconvento. Nel cuore delle Crete Senesi sorge questo borgo medievale, racchiuso dentro una cinta muraria originaria del 1300, quando il comune apparteneva ai governatori di Siena. Il suo centro fatto di palazzi e case in mattoni rossi, ospita anche il museo della Mezzadria senese e il museo d’arte sacra della Val d’Arbia nell’elegante palazzo Ricci. Dopo aver attraversato il nucleo più antico del paese lungo via Soccini e aver ammirato il palazzo Podestarile con la sua torre civica e gli stemmi dei podestà, ci rituffiamo nel presente per un trekking nella natura, alla volta dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, uno dei luoghi più suggestivi e nascosti delle Terre di Siena.
Imboccando la strada per Monte Oliveto, seguiamo il Sentiero delle Crete n.515: dalla strada bianca il paesaggio è maestoso, le vedute si perdono tra i colli sulla Val d’Arbia, su Montalcino e verso l’Amiata. Tra olivi e poderi si continua fino a incontrare il borgo di Chiusure, una frazione di Asciano che sembra dipinta nei suoi toni caldi color mattone. Da qui l’Abbazia dista un chilometro soltanto. Voluta dal nobile senese Giovanni Tolomei per ritirarsi a vita monastica, ospita una grande chiesa e un elegante chiostro. Il complesso, abbellito da cicli di affreschi e statue, è arricchito da una grande biblioteca dove i frati benedettini seguivano il principio dell’”ora et labora” conducendo una vita di preghiera e studi. Assistere a una messa celebrata con i canti gregoriani dai monaci Olivetani sarà una vera esperienza mistica, anche per i non credenti.
Una volta arrivati all’Abbazia gli escursionisti più allenati possono tornare a Buonconvento percorrendo a ritroso l’itinerario di andata, completando così un’impegnativa giornata di trekking.
In alternativa è possibile chiamare un taxi per rientrare su Buonconvento o Asciano e da lì, in treno, tornare a Siena.
L’indomani mattina è di nuovo tempo di saltare in carrozza. Questa volta i binari imboccano la Val d’Arbia sfiorando i borghi di Monteroni e Lucignano d’Arbia, fino al termine della nostra corsa: Buonconvento. Nel cuore delle Crete Senesi sorge questo borgo medievale, racchiuso dentro una cinta muraria originaria del 1300, quando il comune apparteneva ai governatori di Siena. Il suo centro fatto di palazzi e case in mattoni rossi, ospita anche il museo della Mezzadria senese e il museo d’arte sacra della Val d’Arbia nell’elegante palazzo Ricci. Dopo aver attraversato il nucleo più antico del paese lungo via Soccini e aver ammirato il palazzo Podestarile con la sua torre civica e gli stemmi dei podestà, ci rituffiamo nel presente per un trekking nella natura, alla volta dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, uno dei luoghi più suggestivi e nascosti delle Terre di Siena.
Imboccando la strada per Monte Oliveto, seguiamo il Sentiero delle Crete n.515: dalla strada bianca il paesaggio è maestoso, le vedute si perdono tra i colli sulla Val d’Arbia, su Montalcino e verso l’Amiata. Tra olivi e poderi si continua fino a incontrare il borgo di Chiusure, una frazione di Asciano che sembra dipinta nei suoi toni caldi color mattone. Da qui l’Abbazia dista un chilometro soltanto. Voluta dal nobile senese Giovanni Tolomei per ritirarsi a vita monastica, ospita una grande chiesa e un elegante chiostro. Il complesso, abbellito da cicli di affreschi e statue, è arricchito da una grande biblioteca dove i frati benedettini seguivano il principio dell’”ora et labora” conducendo una vita di preghiera e studi. Assistere a una messa celebrata con i canti gregoriani dai monaci Olivetani sarà una vera esperienza mistica, anche per i non credenti.
Una volta arrivati all’Abbazia gli escursionisti più allenati possono tornare a Buonconvento percorrendo a ritroso l’itinerario di andata, completando così un’impegnativa giornata di trekking.
In alternativa è possibile chiamare un taxi per rientrare su Buonconvento o Asciano e da lì, in treno, tornare a Siena.