Alla scoperta di uno dei borghi più belli della Toscana
Non c'è modo migliore per scoprire uno dei tanti borghi storici della Toscana che prendersi un bel pomeriggio per camminarci dentro, scoprendo in ogni angolo nascosto uno scorcio, un ricordo, una traccia di storia e un segno di bellezza. Lo stesso vale per Anghiari, borgo bellissimo, in cui vi suggeriamo di accompagnarci in un itinerario articolato ma pieno esaustivo e completo.
Si parte dal Campo alla Fiera, zona un tempo adibita a mercato del bestiame, da cui si può godere uno splendido panorama sull'intera valle del Tevere. L'itinerario infatti comincia con la visita alla Propositura di Santa Maria delle Grazie, detta anche Chiesa del Fosso perché situata lungo il tracciato dell'antico fossato esterno alle mura: eretta nel XVIII secolo, è la chiesa più recente tra quelle del centro storico e conserva all'interno dipinti cinquecenteschi tra cui un'Ultima cena e La lavanda dei piedi del pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani e una Deposizione dalla Croce di Domenico di Bartolomeo Ubaldini detto Il Puligo. Inoltre, dietro l'altare maggiore, è una pala in terracotta invetriata del XVI secolo, rappresentante La Madonna della Misericordia della bottega di Andrea della Robbia.
Uscendo dalla chiesa della Propositura ci troviamo di fronte il Campano, ovvero la torre civica, dove è collocato l'orologio, costruita alla fine del XVI secolo sui ruderi di una più antica.
Si parte dal Campo alla Fiera, zona un tempo adibita a mercato del bestiame, da cui si può godere uno splendido panorama sull'intera valle del Tevere. L'itinerario infatti comincia con la visita alla Propositura di Santa Maria delle Grazie, detta anche Chiesa del Fosso perché situata lungo il tracciato dell'antico fossato esterno alle mura: eretta nel XVIII secolo, è la chiesa più recente tra quelle del centro storico e conserva all'interno dipinti cinquecenteschi tra cui un'Ultima cena e La lavanda dei piedi del pittore fiorentino Giovanni Antonio Sogliani e una Deposizione dalla Croce di Domenico di Bartolomeo Ubaldini detto Il Puligo. Inoltre, dietro l'altare maggiore, è una pala in terracotta invetriata del XVI secolo, rappresentante La Madonna della Misericordia della bottega di Andrea della Robbia.
Uscendo dalla chiesa della Propositura ci troviamo di fronte il Campano, ovvero la torre civica, dove è collocato l'orologio, costruita alla fine del XVI secolo sui ruderi di una più antica.
Proseguendo possiamo ammirare le mura che cingono il paese, omogenee e quasi inalterate nei loro tratti duecenteschi, ad eccezione del Bastione meridionale detto del Vicario, progettato nel 1553 da Girolamo Magi su incarico di Cosimo I de' Medici.
In questa si trova Palazzo Pretorio, oggi sede del Municipio, con la facciata ornata da stemmi dei vari vicari e podestà che si sono succeduti nell'amministrazione della giustizia per conto del governo fiorentino: un tempo sede dell'antico Tribunale, conserva al pian terreno alcune 'segrete', una cappella ed un affresco raffigurante La Giustizia, opera del XV secolo da attribuire probabilmente ad Antonio di Anghiari, primo maestro locale del grande Piero della Francesca.
Proseguendo possiamo ammirare le mura che cingono il paese, omogenee e quasi inalterate nei loro tratti duecenteschi, ad eccezione del Bastione meridionale detto del Vicario, progettato nel 1553 da Girolamo Magi su incarico di Cosimo I de' Medici.
In questa si trova Palazzo Pretorio, oggi sede del Municipio, con la facciata ornata da stemmi dei vari vicari e podestà che si sono succeduti nell'amministrazione della giustizia per conto del governo fiorentino: un tempo sede dell'antico Tribunale, conserva al pian terreno alcune 'segrete', una cappella ed un affresco raffigurante La Giustizia, opera del XV secolo da attribuire probabilmente ad Antonio di Anghiari, primo maestro locale del grande Piero della Francesca.
Scendendo poi da Piazza del Popolo per uno degli incantevoli vicoli medievali, si giunge di fronte alla Chiesa della Badia, intitolata a San Bartolomeo: di antica origine, forse rupestre, la chiesa fu il primo luogo di culto in Anghiari.
Proprio di fronte alla Chiesa della Badia c'è l'ex-chiesa del Corpus Domini, edificio che risale alla prima metà del XVI secolo, oggi sede del Museo della Misericordia che raccoglie oggetti e documenti relativi alla storia ed all'attività sul territorio di questa Confraternita fondata nel 1564 per soccorrere i poveri, gli infermi e seppellire i morti.
Scendendo poi da Piazza del Popolo per uno degli incantevoli vicoli medievali, si giunge di fronte alla Chiesa della Badia, intitolata a San Bartolomeo: di antica origine, forse rupestre, la chiesa fu il primo luogo di culto in Anghiari.
Proprio di fronte alla Chiesa della Badia c'è l'ex-chiesa del Corpus Domini, edificio che risale alla prima metà del XVI secolo, oggi sede del Museo della Misericordia che raccoglie oggetti e documenti relativi alla storia ed all'attività sul territorio di questa Confraternita fondata nel 1564 per soccorrere i poveri, gli infermi e seppellire i morti.
Procedendo lungo le strette viuzze del paese si giunge al quattrocentesco quartiere del Borghetto dove si trova Palazzo Taglieschi, sede del Museo Statale che custodisce opere d'arte provenienti da chiese ed edifici storici del territorio valtiberino ed oggetti d'uso rappresentativi delle tradizioni culturali ed economiche della comunità. All'interno le raccolte spaziano da materiali lapidei ad affreschi staccati, sculture, dipinti, chiavi ed utensili fino alle splendide sculture lignee policrome di varia epoca tra le quali si evidenzia la straordinaria Vergine Annunziata di Jacopo della Quercia.
Di fronte a Palazzo Taglieschi si può ammirare Palazzo del Marzocco, sede del Museo della Battaglia e di Anghiari: esso deve il suo nome alla statua che è collocata in cantonata, ossia il Marzocco fiorentino, simbolo della sovranità popolare. L'edificio rinascimentale, nato per volontà della nobile famiglia degli Angelieri, ospita al primo piano un interessante plastico che rievoca la fase finale della celebre Battaglia di Anghiari, combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe fiorentine alleate con quelle papali e le milizie viscontee. La notorietà di detta battaglia è strettamente legata al nome di Leonardo da Vinci che fu incaricato, per celebrare la vittoria fiorentina, di rappresentare questo evento nelle sale di Palazzo Vecchio a Firenze: purtroppo dell'opera del grande maestro non rimane traccia, se non nelle copie fatte da artisti successivi, tra cui un'incisione seicentesca su rame di Gérard Edelinck custodita presso il British Museum di Londra.
Procedendo lungo le strette viuzze del paese si giunge al quattrocentesco quartiere del Borghetto dove si trova Palazzo Taglieschi, sede del Museo Statale che custodisce opere d'arte provenienti da chiese ed edifici storici del territorio valtiberino ed oggetti d'uso rappresentativi delle tradizioni culturali ed economiche della comunità. All'interno le raccolte spaziano da materiali lapidei ad affreschi staccati, sculture, dipinti, chiavi ed utensili fino alle splendide sculture lignee policrome di varia epoca tra le quali si evidenzia la straordinaria Vergine Annunziata di Jacopo della Quercia.
Di fronte a Palazzo Taglieschi si può ammirare Palazzo del Marzocco, sede del Museo della Battaglia e di Anghiari: esso deve il suo nome alla statua che è collocata in cantonata, ossia il Marzocco fiorentino, simbolo della sovranità popolare. L'edificio rinascimentale, nato per volontà della nobile famiglia degli Angelieri, ospita al primo piano un interessante plastico che rievoca la fase finale della celebre Battaglia di Anghiari, combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe fiorentine alleate con quelle papali e le milizie viscontee. La notorietà di detta battaglia è strettamente legata al nome di Leonardo da Vinci che fu incaricato, per celebrare la vittoria fiorentina, di rappresentare questo evento nelle sale di Palazzo Vecchio a Firenze: purtroppo dell'opera del grande maestro non rimane traccia, se non nelle copie fatte da artisti successivi, tra cui un'incisione seicentesca su rame di Gérard Edelinck custodita presso il British Museum di Londra.
Il percorso prosegue poi attraversando la Galleria Girolamo Magi, detta Le Logge, inaugurata nel 1889 e per anni sede del mercato coperto di semi e granaglie che c'introduce in Piazza IV Novembre dove si erge il Teatro dei Ricomposti, edificio facente parte del complesso settecentesco voluto da Benedetto Corsi comprendente anche la Cappella, oggi trasformata in Tempio Votivo ai caduti ed il Palazzo adiacente, sede di uffici comunali.
Il percorso prosegue poi attraversando la Galleria Girolamo Magi, detta Le Logge, inaugurata nel 1889 e per anni sede del mercato coperto di semi e granaglie che c'introduce in Piazza IV Novembre dove si erge il Teatro dei Ricomposti, edificio facente parte del complesso settecentesco voluto da Benedetto Corsi comprendente anche la Cappella, oggi trasformata in Tempio Votivo ai caduti ed il Palazzo adiacente, sede di uffici comunali.
Tornando indietro attraverso Le Logge si può infine risalire verso la Chiesa e Convento della Croce che fa da ideale fondale architettonico al lungo stradone trecentesco voluto dal vescovo aretino Guido Tarlati per unire Anghiari e Sansepolcro. L'origine di questa chiesa è legata al passaggio da Anghiari di San Francesco che nel 1224, di ritorno dal sacro monte della Verna dove aveva ricevuto le stimmate, piantò una croce alla congiunzione di tre sentieri, nel luogo dove adesso sorge la chiesa cinquecentesca dedicata appunto alla Croce. All'interno si conservano opere di Domenico Passignano, Giovan Battista Susini ed un'opera seicentesca con il Ritrovamento della Croce.
Tornando indietro attraverso Le Logge si può infine risalire verso la Chiesa e Convento della Croce che fa da ideale fondale architettonico al lungo stradone trecentesco voluto dal vescovo aretino Guido Tarlati per unire Anghiari e Sansepolcro. L'origine di questa chiesa è legata al passaggio da Anghiari di San Francesco che nel 1224, di ritorno dal sacro monte della Verna dove aveva ricevuto le stimmate, piantò una croce alla congiunzione di tre sentieri, nel luogo dove adesso sorge la chiesa cinquecentesca dedicata appunto alla Croce. All'interno si conservano opere di Domenico Passignano, Giovan Battista Susini ed un'opera seicentesca con il Ritrovamento della Croce.