Castellina in Chianti si estende in un territorio ricco di terreni boschivi e fauna selvatica, ma soprattutto disseminato di resti della civiltà etrusca: dai numerosi reperti rinvenuti nell’area si attesta infatti la presenza dell’uomo fin dal VII secolo a.C., quando questa zona era uno dei punti di collegamento tra i centri etruschi marittimi (Vulci, Vetulonia e Roselle) e quelli settentrionali, oltre che verso i porti dell’Adriatico che collegavano la penisola all’Oriente.
Fra le più importanti testimonianze è da segnalare il Tumulo di Montecalvario, appena fuori del paese. Formato da quattro tombe orientate ai punti cardinali, il tumulo è conosciuto già dal XVI secolo e di conseguenza ha visto disperdere quasi tutto il suo corredo, depredato negli anni. Sono comunque state riportate alla luce, nel 1915, decorazioni in ferro e bronzo appartenenti ad un carro da guerra.
Più a nord, verso San Donato in Poggio, è ancora visibile l’antica acropoli che possiede un pozzo ancora funzionante. È stata poi localizzata una piccola necropoli nei pressi di Poggino, che conservava arredi funebri e oggetti del VI secolo a.C.
Numerosi reperti sono conservati nell’Antiquarium, all’interno della cinquecentesca Rocca Comunale di Montecalvario. Sembra che l’area, occupata in seguito anche dai Romani, sia stata abbandonata nel I secolo a.C. in seguito a un devastante incendio.
Interessante infine è la Pieve di Sant'Agnese in Chianti - nell’omonima riserva naturale - in gran parte ricostruita a seguito dei danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale. Dell’edificio medievale rimane la base del possente campanile (che in origine, con molta probabilità, serviva come torre di difesa); all’interno si trova un’opera di Bicci di Lorenzo raffigurante una Madonna con Bambino e Santi.