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Poppi

Poppi

Dal Castello dei Conti Guidi al bellissimo Eremo di Camaldoli

Il borgo di Poppi è inserito nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia e la sua storia, come quella dell’intera zona, è legata in maniera indissolubile alla famiglia dei Conti Guidi, che costruirono castelli oltre che nel loro paese natìo, anche a Romena, Porciano, Montemignaio e Castel San Niccolò.
Il Castello di Poppi, icona storica del Casentino, con la sua struttura imponente e ben conservata nei secoli, si erge maestoso sul borgo e sovrasta la Piana di Campaldino, teatro della storica battaglia di Campaldino tra le fazioni di Arezzo e Firenze dei guelfi e ghibellini, avvenuta l’11 giugno 1289.

Cosa vedere a Poppi

Furono i Conti Guidi a volere l’edificazione del Castello nel XIII secolo; si suppone che la parte più antica del maniero medievale sia opera di Lapo di Cambio, mentre la più recente, edificata intorno alla fine del XIII secolo, è attribuita al più noto Arnolfo. Nel cortile lo sguardo viene subito attratto da un complesso sistema di scale e una ricchissima collezione di stemmi. All’interno della cappella lo spettacolo è offerto da un ciclo di affreschi di Taddeo Gaddi, uno dei più importanti discepoli di Giotto. Vero must del Castello è poi la splendida biblioteca, la cui imponente collezione libraria costituisce un vero e proprio tesoro. Tra gli ospiti dei Conti Guidi, secondo alcune fonti, sarebbe da annoverare anche Dante Alighieri, nel 1310, durante il suo esilio da Firenze.

Nel cuore del centro storico di Poppi, in piazza Amerighi, si trova l’Oratorio della Madonna del Morbo, conosciuto anche come Chiesa della Madonna del Morbo. L'edificio fu realizzato tra il 1651 e il 1659 in onore della Madonna che aveva protetto il popolo di Poppi dalla peste scoppiata nelle zone limitrofe. Si tratta di una struttura a pianta esagonale sormontata da una cupola esterna decorata internamente con un motivo a cielo stellato.

Percorrendo Via Cavour, fiancheggiata dai portici, si arriva all'antichissima Abbazia di San Fedele che risale all'XI secolo ed è ricca di numerose opere d’arte tra le quali un crocifisso di scuola giottesca.

Poppi ospita il Parco Zoo della Fauna Europea, che si estende su una superficie di circa 50 ettari, con piante di pini, castagni e querce secolari, all’interno della quale si possono ammirare alcune specie della fauna europea: il camoscio delle Alpi, il barbagianni, il gufo reale, la lontra, il lupo, la lince europea, l'orso.

Furono i Conti Guidi a volere l’edificazione del Castello nel XIII secolo; si suppone che la parte più antica del maniero medievale sia opera di Lapo di Cambio, mentre la più recente, edificata intorno alla fine del XIII secolo, è attribuita al più noto Arnolfo. Nel cortile lo sguardo viene subito attratto da un complesso sistema di scale e una ricchissima collezione di stemmi. All’interno della cappella lo spettacolo è offerto da un ciclo di affreschi di Taddeo Gaddi, uno dei più importanti discepoli di Giotto. Vero must del Castello è poi la splendida biblioteca, la cui imponente collezione libraria costituisce un vero e proprio tesoro. Tra gli ospiti dei Conti Guidi, secondo alcune fonti, sarebbe da annoverare anche Dante Alighieri, nel 1310, durante il suo esilio da Firenze.

Nel cuore del centro storico di Poppi, in piazza Amerighi, si trova l’Oratorio della Madonna del Morbo, conosciuto anche come Chiesa della Madonna del Morbo. L'edificio fu realizzato tra il 1651 e il 1659 in onore della Madonna che aveva protetto il popolo di Poppi dalla peste scoppiata nelle zone limitrofe. Si tratta di una struttura a pianta esagonale sormontata da una cupola esterna decorata internamente con un motivo a cielo stellato.

Percorrendo Via Cavour, fiancheggiata dai portici, si arriva all'antichissima Abbazia di San Fedele che risale all'XI secolo ed è ricca di numerose opere d’arte tra le quali un crocifisso di scuola giottesca.

Poppi ospita il Parco Zoo della Fauna Europea, che si estende su una superficie di circa 50 ettari, con piante di pini, castagni e querce secolari, all’interno della quale si possono ammirare alcune specie della fauna europea: il camoscio delle Alpi, il barbagianni, il gufo reale, la lontra, il lupo, la lince europea, l'orso.

Nei dintorni

Poppi è un perfetto punto di partenza per l’esplorazione del Casentino, la parte più alta della valle dell’Arno, terra di boschi e monumenti della fede, di colori e silenzi. I suoi boschi di castagni, faggi, querce e abeti costituiscono il patrimonio naturalistico del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e caratterizzano al tempo stesso due luoghi dall’intensa spiritualità: Camaldoli, con l’Eremo e il Monastero, e il Santuario della Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate.
L’Eremo di Camaldoli, immerso in una foresta di abeti secolari e fondato da San Romualdo intorno al 1012, è uno dei maggiori luoghi della spiritualità toscana. La chiesa, dedicata a San Salvatore, ha subìto numerose trasformazioni e conserva nella cappella di Sant’Antonio Abate una pala in terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Di fronte alla chiesa si trova la cella di San Romualdo, l’unica aperta al visitatore. Qualche chilometro più a valle sorge infine il complesso architettonico formato dal Monastero, dalla Foresteria e dalla Chiesa dei Santi Donato e Ilariano. L’interno, di forme barocche, ospita opere d’arte giovanili di Giorgio Vasari.

Da Poppi, percorrendo poco più di 10 chilometri, si raggiunge la Pieve di San Pietro a Romena, un gioiello di architettura romanica del 1152, realizzato completamente in pietra.
Poco distante, svettano in mezzo alla natura le torri del Castello di Romena. Eretto intorno ai primi anni dell’XI secolo, sotto la signoria del Conti Guidi, è uno dei più suggestivi del Casentino e uno dei più noti della Toscana per la ricchezza di memorie storiche, anche se oggi ne rimangono solo imponenti rovine.

Poppi è un perfetto punto di partenza per l’esplorazione del Casentino, la parte più alta della valle dell’Arno, terra di boschi e monumenti della fede, di colori e silenzi. I suoi boschi di castagni, faggi, querce e abeti costituiscono il patrimonio naturalistico del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e caratterizzano al tempo stesso due luoghi dall’intensa spiritualità: Camaldoli, con l’Eremo e il Monastero, e il Santuario della Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate.
L’Eremo di Camaldoli, immerso in una foresta di abeti secolari e fondato da San Romualdo intorno al 1012, è uno dei maggiori luoghi della spiritualità toscana. La chiesa, dedicata a San Salvatore, ha subìto numerose trasformazioni e conserva nella cappella di Sant’Antonio Abate una pala in terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Di fronte alla chiesa si trova la cella di San Romualdo, l’unica aperta al visitatore. Qualche chilometro più a valle sorge infine il complesso architettonico formato dal Monastero, dalla Foresteria e dalla Chiesa dei Santi Donato e Ilariano. L’interno, di forme barocche, ospita opere d’arte giovanili di Giorgio Vasari.

Da Poppi, percorrendo poco più di 10 chilometri, si raggiunge la Pieve di San Pietro a Romena, un gioiello di architettura romanica del 1152, realizzato completamente in pietra.
Poco distante, svettano in mezzo alla natura le torri del Castello di Romena. Eretto intorno ai primi anni dell’XI secolo, sotto la signoria del Conti Guidi, è uno dei più suggestivi del Casentino e uno dei più noti della Toscana per la ricchezza di memorie storiche, anche se oggi ne rimangono solo imponenti rovine.

Prodotti e piatti tipici

La gastronomia locale è quella tipica della zona del Casentino, basata sui prodotti regalati dai suoi ricchi boschi - tartufi, funghi, castagne - e caratterizzata da piatti semplici ma gustosi, come i tortelli di patate. Non mancano formaggi e affettati, a cominciare dal prosciutto del Casentino.

La gastronomia locale è quella tipica della zona del Casentino, basata sui prodotti regalati dai suoi ricchi boschi - tartufi, funghi, castagne - e caratterizzata da piatti semplici ma gustosi, come i tortelli di patate. Non mancano formaggi e affettati, a cominciare dal prosciutto del Casentino.

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Una vallata boschiva circondata dagli Appennini, che accoglie i luoghi della fede
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